Età augustea: caratteristiche principali

Età augustea: caratteristiche principali

La letteratura del diciottesimo secolo è sostanzialmente divisa in età augustea (1700-1750) ed età della sensibilità(1750-1798).

L’età augustea è conosciuta anche con diversi nomi come:

  • Età del neoclassicismo
  • Età della ragione
  • Età dell’esuberanza
  • Età dell’illuminazione
  • Età dello scandalo

L’età augustea ha visto la Regina Anna, il Re Giorgio I, ed il Re Giorgio II come protagonisti.
La prima domanda che ci poniamo è il motivo per il quale quest’ epoca venga denominata età Augustea. La spiegazione è semplice: dalla prima metà del Settecento gli scrittori si sono ispirati ai poeti latini come Virgilio, Orazio e Ovidio appunto vissuti sotto l’imperatore Augusto, per cui l’inizio e la metà del XVIII secolo è noto come Età Augustea.

La ragione per cui l’età augustea viene inoltre denominata “età neoclassica”, è perchè gli scrittori di quell’epoca hanno modellato gran parte delle loro opere su scrittori classici e si sono riferiti all’antica Grecia e Roma usando soggetti della mitologia e della storia classiche.
Tutto ciò ha portato alla nascita di un nuovo movimento noto come Neoclassicismo.

Il neoclassicismo ha fornito le basi per le scuole di scrittura augustea le quali hanno dominato la letteratura del XVIII secolo.
L’età augustea è detta anche “età dei Lumi” o età della Ragione perché il movimento intellettuale e culturale che ebbe inizio nel XVIII secolo enfatizzava la ragione sulla superstizione e la scienza sulla fede cieca.
Pensatori illuministi come John Locke, Isaac Newton e Walter misero in discussione la conoscenza accettata e diffusero nuove idee sull’apertura, l’investigazione e la tolleranza religiosa.

La letteratura dell’età augustea viene considerata “letteratura dell’intelligenza” perché gli scrittori di questa epoca seguirono gli scrittori latini e ne tradussero molte opere. Molti storici ritengono che i letterati dell’età augustea corressero dietro alla mera imitazione dei classici ed alla perfezione, ma si lasciarono alle spalle l’originalità e lo spirito naturale dell’arte.
La poesia che producevano era più meditativa e descrittiva senza avere un tocco di natura, quindi la letteratura era razionale ma non originale.
La società inglese di questo tempo era molto artificiale nel deliberato tentativo di essere sofisticato; le persone sembravano più raffinate in superficie, ma i loro modi aristocratici nascondevano l’intima vacuità del loro spirito.

Durante l’età augustea i cafè, o coffeehouses, sostituirono la corte come luogo di ritrovo per uomini di cultura. Nell’Inghilterra del 17° e 18° secolo, le caffetterie erano anche luoghi popolari per persone di ogni estrazione sociale per incontrarsi, chiacchierare, spettegolare e divertirsi, mentre si gustava l’ultima moda: una bevanda appena arrivata in Europa dalla Turchia, appunto il caffè.

Mentre il gusto del caffè del 17° secolo non era molto appetitoso – anzi, aveva un sapore piuttosto disgustoso secondo i resoconti dell’epoca – la caffeina in esso contenuta e il “ronzio” che forniva si rivelarono piuttosto avvincenti.

Il primo caffè in Inghilterra fu aperto a Oxford nel 1652.
A Londra, il primo fu aperto più tardi quello stesso anno a St Michael’s Alley, Cornhill, da un eccentrico greco di nome Pasqua Roseé.
Ben presto le coffeehouses divennero all’ordine del giorno.
Durante l’età augustea, all’interno di questi cafè, non veniva servito alcol e le donne ne erano escluse. Ogni caffetteria aveva una clientela particolare, solitamente definita da occupazione, interesse o attitudine: vi si potevano trovare conservatori e whigs, commercianti e mercanti, poeti e autori, uomini della moda e del tempo libero.

Fonte immagine: Wikipedia

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