Filosofia scolastica: definizione e storia

Filosofia scolastica: definizione e storia

La filosofia scolastica è il nome con cui ci si riferisce alla filosofia cristiana medievale, che deriva dal greco σχολαστικός, che vuole dire letteralmente “istruito in una scuola”, in particolare si riferisce all’istruzione all’eloquenza e alla retorica.

La filosofia scolastica: la storia

Le scuole in questione risalgono all’Impero Romano e ad illustri personaggi quali Plinio e Seneca; erano autonome e gestite da una propria legge, e gli allievi imparavano l’arte della retorica applicata a determinati argomenti. Inizialmente fu proprio grazie alla creazione delle scholae che si diffuse il termine, un sistema scolastico tipicamente diffuso in Europa e organizzato per volere di Carlo Magno, il quale aveva fondato la schola palatina nel Sacro Romano Impero. Lo scopo della filosofia scolastica era la conciliazione della fede cristiana e del razionalismo filosofico greco che riguarda il periodo del Basso e Medio Medioevo occidentale, con l’avvento della rinascita del Cristianesimo e la nascita dell’Islam. 

La filosofia scolastica: le caratteristiche

La caratteristica principale di questa filosofia è il connubio tra la fede cristiana e la ragione, il cui obiettivo era quello di diffondere un sapere armonico ispirandosi ai pensatori classici ellenistici come Socrate, Aristotele e Platone, per contrastare ogni forma di eresia. Il metodo che veniva utilizzato era il metodo di indagine speculativa definito quaestio, basato sull’argomentazione e discussione dei testi, che dovevano seguire delle regole ben precise di dibattito, tra cui la logica formale di Aristotele

Le scuole di pensiero

Furono due le principali scuole di pensiero della filosofia scolastica: 

  • la scuola di Parigi, riferendosi ad Alberto Magno e poi al suo discepolo Tommaso D’Aquino;
  • la scuola di Oxford, di Ruggero Bacone.

Il pensiero delle due scuole era abbastanza distante e contrastante, il che portò all’elaborazione di due differenti metodi scientifici. Si occuparono principalmente della filosofia della natura restando fedeli al metodo aristotelico.  

Gli sviluppi successivi della filosofia scolastica:

Dopo un primo periodo fiorente, la filosofia scolastica ebbe un momento di decadenza a causa della graduale perdita dell’unità cristiana dopo il Medioevo. Questo periodo fece assumere al termine “scolastico” un’accezione negativa, indicando tutte le teorie che fanno affidamento su teorie filosofiche già esistenti basandosi sulla razionalità. Nonostante ciò, a partire dal  XIV-XVI secolo in Spagna si assiste ad un momento di forte rinascita che hanno permesso di definire questo periodo come Seconda Scolastica, grazie a delle figure di spicco appartenenti alla scuola di Salamanca. Questi la definirono come un atteggiamento anticonformista che rappresenta il mezzo che permette la Riforma Cattolica, possiede un carattere interconfessionale e universale. In concomitanza, si sviluppò anche una filosofia scolastica protestante importante soprattutto con la diffusione del calvinismo, nonostante la disapprovazione dei teologi protestanti verso la filosofia scolastica cattolica che sosteneva le Sacre Scritture. Nel Novecento, la scolastica riassunse una connotazione positiva, anche e soprattutto grazie allo scrittore tedesco Herman Hesse.

Fonte immagine di copertina: Wikipedia

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