Cos’è la fonologia: i suoni della lingua italiana

Fonologia della lingua italiana

La lingua italiana fa parte della famiglia linguistica delle lingue indoeuropee. In particolare, rientra nel ramo delle lingue romanze assieme a lingue come il francese (lingue del sì), lo spagnolo, il portoghese, il rumeno. In questo articolo vedremo la fonologia della lingua italiana, ovvero i suoni di questa lingua.

Fonologia della lingua italiana

La prima domanda che può sorgere nell’ambito della fonologia della lingua italiana è “perché ogni lettera non corrisponde ad un suono preciso?” Infatti, le lettere del nostro alfabeto possono avere più suoni, o combinandosi con altre lettere possono formare nuovi suoni. La risposta alla domanda sta nel fatto che il nostro alfabeto nasceva per soddisfare esigenze del latino, si è quindi “adattato” ai nuovi suoni comparsi più tardi.

Esplorando la fonologia della lingua italiana ci soffermeremo prima sulle vocali. Il sistema vocalico dell’italiano è tutto sommato piuttosto semplice: dobbiamo innanzitutto dividere il sistema vocalico tonico (ossia in sillaba accentata) da quello atono (ovvero in sillaba non accentata). Per quanto riguarda il sistema vocalico tonico, esso è formato da sette vocali: a, e (aperta e chiusa), i, o (aperta e chiusa), u. Il sistema vocalico atono invece si riduce a cinque vocali: a, e, i, o, u. In posizione atona, infatti, l’apertura della “e” e della “o” viene neutralizzata.

Passando invece alle consonanti, la fonologia della lingua italiana si fa leggermente più complessa. Un fenomeno dell’italiano, di cui godono poche lingue, è quello delle consonanti doppie. Infatti, se prendiamo ad esempio un parlante inglese, avrà difficoltà a pronunciare diversamente le parole “fato” e “fatto”, proprio perché in inglese la consonante, anche se è doppia graficamente, viene resa sempre come scempia.

Come già accennato prima, un altro fenomeno che riguarda la fonologia della lingua italiana è il fatto che le singole lettere, combinandosi in digrammi o trigrammi formano diversi suoni. Facciamo un esempio: prendiamo in considerazione la lettera “c”, questa lettera ha un suono velare davanti alle lettere a, o, u, mentre ha un suono palatale davanti alle lettere i, e. Per rendere però il suono velare davanti alle lettere i, e, si usa il digramma “ch”: “cane”, “ciao”, “chiesa”. Lo stesso discorso vale anche per la “g”: “gatto”, “gente”, “ghiro”.

Un altro caso particolare nella fonologia della lingua italiana è che anche le singole consonanti possono avere più suoni. Abbiamo visto questo fenomeno con “c” e “g” che cambiano il loro suono a seconda della vocale che segue. Un comportamento simile lo hanno le consonanti “s” e “z”. Prendiamo ad esempio le parole: razzo/pazzo casa/rosa. Vediamo che il suono cambia, nonostante venga impiegata la stessa lettera grafica. Il cambiamento di suono però in questo caso è arbitrario.

Una consonante invece molto particolare nella fonologia della lingua italiana è quella che viene resa col trigramma “gli”: “aglio”. Questa consonante infatti spaventa non solo gli stranieri che si cimentano nell’apprendimento della lingua italiana, ma anche i parlanti madrelingua.

Fonte immagine: Pixabay.com

A proposito di Di Puorto Paolo

Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

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