Frederick Douglass: chi è e perché è importante ricordarlo

Frederick Douglass: chi è e perché è importante ricordarlo

Frederick Douglass è stato un politico, scrittore e attivista americano, vissuto tra il 1818 e il 1895.
È ricordato come una delle figure più importanti della storia americana, non solo in quanto fiero sostenitore dell’eguaglianza di tutti gli uomini, ma anche attivista per i diritti delle donne e dei nativi americani.
Schiavo sin dalla nascita, la vita di Douglass è stata una lotta continua contro l’oppressione e le ingiustizie perpetuate dai privilegiati nei confronti delle classi più svantaggiate, in un’America che considerava lui e i suoi simili non individui, ma mera merce di scambio.

Per comprendere appieno la portata dell’operato di Frederick Douglass, è bene fare un passo indietro nella storia americana, cercando di capire in quale contesto storico egli si trovasse a vivere.

Breve panoramica sullo schiavismo americano

La schiavitù è un elemento onnipresente nei primi secoli della storia americana. Basti pensare che la nascita della prima colonia nordamericana, l’ancora esistente Virginia, istituita nel 1619, corrisponde proprio all’inizio alla legittimazione della proprietà privata degli esseri umani, con lo sbarco dei 20 negroes sulle coste del Nuovo Mondo.
Va detto che, inizialmente, le prime persone importate dal continente africano erano detti servitori in debito. Seppur non pagati, costoro erano parte della forza lavoro e lavoravano sotto contratto, al fine di saldare i costi del viaggio che gli aveva consentito di sbarcare nel Nuovo Mondo.
Questo sistema costituisce le basi dello schiavismo vero e proprio, che trova una piena legittimazione nel 1705 con la promulgazione del Codice degli schiavi, redatto proprio in Virginia.
Si tratta di una serie di leggi atte a regolamentare la natura del rapporto schiavo-padrone, basata sull’assoggettabilità delle persone importate da paesi non cristiani, inclusi i nativi americani.

Lo schiavismo americano, dunque, affonda le proprie radici nelle primissima pagine della storia del continente, ma non solo. La schiavitù è una costante, che rimarrà irrimediabilmente legata allo sviluppo degli eventi successivi ai primi insediamenti ancora per parecchi secoli. Essa, difatti, verrà ufficialmente abolita soltanto nel 1865.

Chi è Frederick Douglass?

Basandoci sulle premesse appena formulate, la storia del politico Frederick Douglass ci appare quasi impossibile. Egli nacque in schiavitù, nella Contea di Talbot, nel 1818. Prestò servizio presso numerose case sin da quando era bambino, passando da una famiglia ad un’altra.  Al giovane Frederick non era chiaramente consentito studiare: basti pensare che era proibito insegnare a leggere agli schiavi. Tuttavia, quando aveva dodici anni, gli fu insegnato l’alfabeto dalla sua padrona, Sophia Auld. Successivamente, Frederick Douglass imparò a leggere da solo, di nascosto dalle famiglie presso cui serviva, sbirciando le cose che i ragazzini bianchi studiavano e scrivevano, e di lì prese a leggere di tutto: giornali, libri, testi di natura politica che plasmarono il suo modo di pensare fuori dagli schemi, sovversivo e anticonformista.

Negli anni della giovinezza, Frederick sviluppa un carattere forte che mal si addiceva alla sua condizione di schiavo.
Quando aveva sedici anni, difatti, fu venduto dai suoi padroni ad un uomo di nome Edward Covey, un contadino con l’agghiacciante reputazione di piega-schiavi, presso il quale giovane Douglass venne ripetutamente picchiato e punito fino al giorno della sua ribellione. Dopo un violento scontro fisico, Covey non tentò mai più di picchiarlo.

Negli anni successivi della sua vita, la ribellione di Frederick Douglass comincia a concretizzarsi in una serie di atti sovversivi: insegnava di nascosto ai suoi pari a leggere e scrivere, e tentò numerose volte la fuga, che riuscì finalmente ad attuare nel 1838. Giunse nel Massachusetts, dove si unì a varie congregazioni e prese a partecipare con costanza agli incontri degli abolizionisti, presso i quali ebbe l’occasione di raccontare la propria storia e tenere lui stesso numerose conferenze contro la schiavitù. Nel 1843 entrò, difatti, nell’American Anti-Slavery Society, con cui si recò in tour in giro per gli Stati Uniti al fine di promuovere il movimento abolizionista.
Successivamente, continuò ad acquisire grande notorietà, tenendo numerose conferenze antischiaviste anche in Irlanda e Gran Bretagna.

Che cos’è, per lo schiavo americano, il 4 luglio?

Una delle orazioni più belle di Douglass viene pronunciata nel 1952, di fronte alla Ladies’ Anti-Slavery Society of Rochester, un movimento che promuoveva l’abolizione dello schiavismo ed anche i diritti delle donne, di cui Douglass era fiero sostenitore. Il discorso venne strategicamente pronunciato il 5 luglio, il giorno dopo l’Indipendence Day, ad un pubblico di gente bianca che tuttavia abbracciava con fervore la causa abolizionista. È passato alla storia col titolo «What, to the American slave, is your 4th of July?» ovverosia «Che cos’è, per lo schiavo americano, il vostro 4 luglio?».
Nella sua orazione, Frederick Douglass rivela l’ipocrisia dei principi espressi dalla Dichiarazione d’Indipendenza su cui si basano i festeggiamenti del 4 luglio. Essa, dichiara Douglass, non è altro che un giorno che mette in luce tutte le brutali ingiustizie subite dallo schiavo americano, che durante quel giorno non ha assolutamente nulla da festeggiare.  La Dichiarazione d’Indipendenza, difatti, aveva escluso di sana pianta la questione dello schiavismo e Douglass ci tiene a sottolinearlo con parole dure e d’effetto.

Fonte immagine: Wikipedia

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