Nato a Edo da una famiglia di samurai, Futabatei Shimei visse in un periodo di profonde trasformazioni per il Giappone. Inizialmente specializzatosi nello studio delle lingue straniere, in particolare il russo, la sua ambizione era intraprendere una carriera militare, data la tensione storica tra Giappone e Russia. Abbandonò poi quest’idea per dedicarsi interamente allo studio e alla letteratura, sebbene il suo rapporto con essa fosse inizialmente problematico. Shimei diffidava della finzione letteraria, percependola come un qualcosa di non reale. L’incontro con Tsubouchi Shōyō, un intellettuale già affermato, fu determinante per incoraggiarlo a dedicarsi alla scrittura in modo serio, tanto che lo aiutò nella stesura del suo romanzo più importante: “Ukigumo”.
Indice dei contenuti
Il contesto storico: il giappone dell’era meiji
Per capire l’impatto di Ukigumo, è fondamentale inquadrare il periodo in cui fu scritto: l’Era Meiji (1868-1912). Come documentato da fonti autorevoli come l’Enciclopedia Treccani, questo fu un’epoca di riforme radicali che pose fine al sistema feudale dello shogunato e aprì il Giappone all’influenza occidentale. La società fu stravolta: la classe samurai perse i suoi privilegi, emersero nuove classi sociali e valori come l’individualismo e l’ambizione materiale iniziarono a scontrarsi con l’etica tradizionale. È in questo clima di incertezza e cambiamento che si muovono i personaggi del romanzo.
Ukigumo: il primo romanzo moderno giapponese
Il termine Ukigumo è tradotto con “Nuvola fluttuante” e il romanzo è considerato il primo capolavoro moderno della letteratura giapponese. Fu pubblicato inizialmente con il nome di Tsubouchi Shōyō come autore per agevolare l’ingresso di Shimei nel mondo letterario, ma l’introduzione specificava chi fosse il vero scrittore. La sua modernità risiede in quattro elementi fondamentali.
Ukigumo: i quattro pilastri della modernità | |
---|---|
Elemento innovativo | Descrizione e impatto |
La lingua (genbun itchi) | Per la prima volta viene utilizzato uno stile colloquiale che unifica lingua scritta e parlata, rendendo i dialoghi realistici. |
Il protagonista (l’antieroe) | Introduce la figura dell’eroe superfluo, un personaggio inetto e incapace di agire, ispirato alla letteratura russa. |
L’introspezione psicologica | L’attenzione si sposta dall’azione alla psicologia dei personaggi, analizzandone dubbi, frustrazioni e pensieri. |
La critica sociale | Il romanzo critica i nuovi valori della società meiji, come l’arrivismo e l’ossessione per il successo materiale. |
La rivoluzione della lingua: il genbun itchi
La principale innovazione fu linguistica. Il Giappone stava cercando di attuare il `genbun itchi` (言文一致), ovvero l’unificazione della lingua scritta e parlata. Futabatei Shimei, come egli stesso affermò, non sapeva quale registro utilizzare, ma sotto consiglio di Tsubouchi Shōyō optò per la forma colloquiale. Fu il primo a realizzare con successo questo obiettivo in un’opera letteraria, sebbene con alcuni limiti. Uno dei principali critici dell’epoca notò che lo scrittore usava ancora espedienti tipici della letteratura classica, ma il passo avanti fu innegabile.
Contenuto e personaggi: lo specchio di una società in crisi
Il protagonista del romanzo è Bunzō, un funzionario statale che sembra aver avviato un’ottima carriera e vive a casa della zia, la quale ha una figlia, Osei. Bunzō è innamorato di Osei ma preferisce non dichiararsi. A lui si contrappone Noboru, simbolo dell’arrampicatore sociale. Mentre Bunzō preferisce restare al suo posto, Noboru corteggia i più potenti e acquista sempre più importanza. Quando Bunzō viene licenziato, la zia, che lo vedeva di buon occhio, inizia a preferirgli Noboru. Il romanzo si conclude in modo indefinito, senza rivelare chi sceglierà Osei. Questo finale sospeso, voluto o meno dall’autore, esprime perfettamente l’atmosfera psicologica di incertezza del protagonista.
Bunzō rappresenta l’antieroe, una figura nuova per la letteratura giapponese: un “eroe superfluo”, incapace di agire e di adattarsi, che non aggiunge nulla alla nuova società. Questa immagine, come attestato dalla critica letteraria, è un chiaro riferimento alla letteratura russa, che lo scrittore conosceva profondamente. Attraverso questo personaggio, con cui Shimei stesso si identifica, viene mossa una forte critica alla società e ai suoi nuovi valori, ponendo un’attenzione inedita sulla psicologia dei personaggi.
L’eredità di un’opera incompiuta
Nonostante il notevole successo di Ukigumo, Futabatei Shimei abbandonò la carriera di scrittore per dedicarsi a vari lavori, cercando invano di condurre una vita più avventurosa. La sua opera, però, aveva già segnato un punto di non ritorno, aprendo la strada all’introspezione psicologica e al realismo che avrebbero caratterizzato la grande letteratura giapponese del Novecento.
Fonte immagine di riferimento: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 15/09/2025