Il Vangelo secondo Gesù Cristo e Noah, rivedere la Bibbia in chiave contemporanea

Il Vangelo secondo Gesù Cristo

Il Vangelo secondo Gesù Cristo e Noah, cosa accomuna il romanzo di Josè Saramago e il film di Darren Aronofsky

Il Vangelo secondo Gesù Cristo è uno dei romanzi del famoso scrittore portoghese Josè Saramago (autore di opere come Caino, L’uomo duplicato, Storia dell’Assedio di Lisbona e La caverna), pubblicato in lingua originale nel 1991. Si tratta di una riscrittura dei testi biblici dove il (vero) protagonista della vicenda è Gesù, che racconta la sua storia dal proprio punto di vista. 

Esattamente 23 anni dopo, il film epico biblico-fantasy Noah, diretto dal regista statunitense Darren Aronofsky (autore di The Fountain-L’albero della vita, Requiem for a Dream, Il Cigno Nero e Madre!), con Russell Crowe nei panni del protagonista, uscì nelle sale di tutto il mondo. Questa volta è la storia del patriarca biblico Noè a subire una rivisitazione post-moderna.

Cosa accomuna le due opere artistiche ? Saramago e Aronofsky sono vicini in determinate scelte narrative ma “prendono strade diverse nel rapportarsi con il pubblico” pur suscitando polemiche in ambienti religiosi conservatori. 

Il Vangelo secondo Gesù Cristo e Noah: l’immagine di un Dio ostile e personaggi titanici

Il primo tema in comune tra Il Vangelo secondo Gesù Cristo e Noah è il rapporto tra i protagonisti biblici e Dio. Il Gesù di Saramago e il Noè di Aronofsky sono due figure umane che vogliono vivere la propria vita in pace, ma Dio ha affidato diversi compiti. Nel caso di Cristo deve predicare alle masse la nuova fede mentre Noè deve salvare gli animali dal Diluvio universale, in quanto gli unici degni di sopravvivere al cataclisma.

In ambedue le opere artistiche Dio è lontano dai protagonisti, i quali mostrano “sforzi titanici opponendosi ad un destino stabilito dalla Provvidenza e non proprio”. Sia lo scrittore portoghese che il regista americano rivedono  la sua figura divina. Nelle pagine del Vangelo secondo Gesù Cristo, Dio è in lotta contro Satana non per salvare le anime; piuttosto, per “competere nel reclutare un alto numero di adepti” mentre, nel film Noah, lo stesso personaggio (chiamato il Creatore per tutta la durata della vicenda) si mostra pentito per la creazione del genere umano. Il Diluvio cancellerà la sua creazione con la morte dei tre figli di Noè.  Le due storie abbandonano l’immagine di Dio come misericordioso nei confronti dell’umanità (come descritto nelle Sacre Scritture) e lo trasformano nell’antagonista principale della vicenda.

Le fonti apocrife per Saramago e Aronofsky

L’altro aspetto, che permette alle due opere di distanziarsi dalla Bibbia, è l’utilizzo di ulteriori fonti per approfondire altri temi della vicenda. Si tratta dei vangeli apocrifi per il romanzo di Saramago e del Libro di Enoch e quello dei Giganti per il film di Aronofsky.

É il caso dei sentimenti amorosi che Gesù manifesta nei confronti di Maria Maddalena, mostrandoci il lato più umano del protagonista (un tema presente anche nel romanzo L’ultima tentazione di Nikos Kazantzakis, l’opera che venne trasposta al cinema da Martin Scorsese con il titolo L’ultima tentazione di Cristo, o nel best-seller Il Codice da Vinci di Dan Brown) oppure di Noè che compie ciecamente gli ordini di Dio; per poi, rifiutare di  far “estinguere la sua stirpe e l’intero genere umano”. Mentre Saramago cerca di razionalizzare i miracoli e storicizzare la vicenda biblica (che si svolge nel I secolo d.C. in Palestina), Aronofsky crea un’ambientazione fantastica ambientata in un passato lontanissimo “in pieno stile epic-fantasy“.

Dal Libro di Enoch (testo biblico espunto dal Vecchio Testamento), il regista riprende i personaggi dei Viglianti, gli angeli caduti sulla Terra che aiutarono gli uomini e generarono dei giganti chiamati Nefilim dopo essersi accoppiati con le “figlie degli uomini”, ossia le donne. Essi, guidati da Samyaza, si presentano con l’aspetto di mostri di roccia dal momento che, ribellandosi al volere di Dio, sono stati avvolti dal fango divenendo esseri rocciosi pur conservando l’energia divina. 

É  nuova anche l’abitudine di Noè e dei suoi familiari di non consumare carne e di rispettare ogni essere vivente, molto vicina alla sensibilità ecologista odierna (d’altronde, è possibile accostare la grave minaccia del Diluvio universale alle catastrofi del cambiamento climatico, ambedue esiti della malvagità dell’uomo e del suo credersi superiore alla Natura circostante). Stessa cosa per la scena che mostra la creazione del mondo,  gli avvenimenti biblici vengono conciliati con l’evoluzione darwiniana secondo una tesi teistica. Anche Adamo ed Eva differiscono dalle controparti bibliche, nella scene ambientate nel Giardino dell’Eden,  sono mostrati come esseri di pura energia e non di carne ed ossa.

Due narrazioni diverse per le vicende di Gesù e Noè

Nonostante le due opere siano pessimiste, esse mostrano dei punti di divergenza nelle scelte stilistiche. L’opera del romanziere portoghese è “asciutta e razionale”, il narratore extradiegetico presenta i personaggi, ma non offre commenti sulle loro scelte o giudizi. Invece, il film di Aronofsky vuole coinvolgere lo spettatore usando le immagini dove le parole non riescono; il focus principale è rivolto alla figura di Noè; dal momento che, proviamo empatia nei suoi confronti e ne conosciamo anche gli incubi e le visioni funeste legate al peccato. 

Fonte immagine di copertina: Screen Crush  

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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