Ischia letteraria: i versi dei letterati dedicati all’isola

Ischia letteraria

Ischia è un’isola del Golfo di Napoli, conosciuta sin dall’epoca romana per le innumerevoli caratteristiche del territorio, il clima mite e la forte presenza termale e, soprattutto, per essere stata decantata nel corso del tempo da letterati e poeti che hanno creato l’immagine di Ischia letteraria.

Giovanni Boccaccio: prima testimonianza letteraria di Ischia-Ponte

La prima testimonianza letteraria su Ischia è di Giovanni Boccaccio; il poeta del Decameron, descrisse la bellezza dell’isola con parole semplici e toccanti al tempo stesso.

“Ischia è una isola assai vicina di Napoli, nella quale fu già tra l’altre una giovinetta bella e lieta molto, il cui nome fu Restituta, e figliuola d’un gentil uom dell’isola, che Marin Bòlgaro avea nome”.

La magnificenza dell’isola è descritta da Boccaccio proprio nella sua opera più celebre, il Decameron, attraverso la storia di Pampinea, narrata nella quinta giornata dell’opera. La storia è tratta dalla leggenda di Fiorio e Biancifiore, leggenda che Boccaccio aveva già raccontato nel Filocolo. Il re Federigo d’Aragona chiuse la bella Restituta nel palazzo arabo-normanno che porta il nome di Cuba. Sulle tracce della donna amata, Gianni arrivò a Palermo e intravide Restituta dietro una finestra del palazzo.
Durante la notte Federigo scoprì i due amanti addormentati e ordinò che fossero legati ed esposti nudi sulla pubblica piazza, prima di essere arsi vivi. Grazie alla testimonianza dell’ammiraglio Ruggeri di Lauria, i due giovani furono perdonati perché identificati come la figlia di Marin Bòlgaro e il nipote di Gian di Procida, sostenitore degli Aragonesi e uno dei capi della rivolta dei Vespri.

A tal proposito, chiunque raggiunga Ischia recandosi poi ad Ischia Ponte, di cui è simbolo il celebre Castello Aragonese, potrà notare che una delle piazzette è dedicata proprio al Boccaccio.
Ricordiamo che proprio il Castello Aragonese fu un centro culturale, artistico e storico, soprattutto a partire dal ‘500, con la ricca produzione letteraria di Vittoria Colonna; ella, come altri animi nobilmente letterari, scelse Ischia come fonte di ispirazione per le proprie opere.

Vittoria Colonna è una figura emblematica per la storia di Ischia letteraria; trascorse quasi un trentennio nel Castello Aragonese, fonte di ispirazione per i propri sonetti che rappresentano un tassello del ciclo delle poesie d’amore. Si tratta di opere giovanili, semplici e spontanee, il cui corpus narrativo principale è costituito dalle rime in morte dello sposo Ferrante d’Avalos (sposato nel 1509).
Ricordiamo che Le Rime di Vittoria Colonna hanno una storia editoriale un po’ complessa, poiché la poetessa non ne autorizzò mai la stampa e circolavano solo attraverso uno scambio privato di codici manoscritti inviati in dono a importanti personaggi dell’epoca. Ciò ha reso difficoltosa anche una sistemazione cronologica delle rime, generalmente distinte “amorose” e “spirituali”.

I tanti volti letterari di Ischia

Oltre alla forte impronta culturale e storica del Castello Aragonese, è importante menzionare anche tutti quegli scenari che possono essere definiti  veri e propri luoghi letterari su un’isola che si tinge di diverse sfumature.

In ogni angolo, in ogni prospettiva, è possibile ascoltare l’eco di un passato che fa ancora rumore, allietando la mente di chi con curiosità ascolta. Dalla primitiva colonizzazione greca ai giorni nostri, un insieme di caratteristiche che non smettono di sorprendere, intrecciate a poeti e letterati che nel tempo ne hanno assaporato l’essenza.

Allontanandosi dal famoso e suggestivo scenario di Ischia Ponte la mente volge al comune di Casamicciola, dove appunto vi sono ancora oggi le Terme; esso costituiva il vero punto di incontro di personaggi illustri come il pittore tedesco Böcklin e il solitario Henrik Ibsen. Solo e pensieroso, fortemente attratto da quel mare che però lo spaventava, era soprannominato dai pescatori della zona il “Grande Norvegese”.
Casamicciola Terme fu terra di pace, tranquillità e spensieratezza, grazie alla presenza del mare ma anche di un solido comparto termale, che rigenerava mente e corpo, dando linfa vitale a chi vi soggiornava. A tal proposito, in tempi più recenti, un celebre poeta, regista e autore scrisse: «La pace di Casamicciola è un sogno. Ma questa è una città! Qui vie, vicoli, lungomari sono scintillanti, la gente è un fiume».

Si tratta di Pier Paolo Pasolini, profondamente innamorato dell’isola di Ischia. «Ischia è un posto dolcissimo, dove si vive senza nessuna fatica. Poi ecco, isolato, fuori dal mondo, Sant’Angelo. La strada finisce, diventa un sentiero polveroso: su uno spiazzo tutto polvere accecante, un posteggio con le macchine roventi. Sotto lo strapiombo, una lingua di terra, di sabbia, con un mucchio di casette: in fondo a questa lingua un massiccio, un piccolo mostro, inaccessibile, di scogli e rocce, con una torre in cima».

Ovviamente l’incanto di Ischia, isola così vasta e decisamente famosa, sembra non finire mai. Infatti assume una veste quasi magica la storia d’amore tra Pablo Neruda e la sua amata Matilde. I due innamorati vissero a Sant’Angelo giorni felici tra mare e sole, dimenticando la nostalgia di casa.
Giorni spensierati, in una cornice ancora oggi unica al mondo, un borgo di pescatori dove il tempo sembra essersi fermato. Colori tenui, natura incontaminata, stradine strette, scogli dalle svariate forme, acqua cristallina: sono queste le caratteristiche che adularono il celebre poeta Neruda.
L’uomo invisibile è una sorta di autoritratto poetico con la notazione autografa: Sant’Angelo, 24 giugno 1952; esso attesta l’ammirazione per Ischia e la vita semplice, pura che la caratterizza.

Da Boccaccio a Pasolini, da Moravia a Montale, da Auden a Bachmann, da Totò ad Elsa Morante. Queste sono alcune delle personalità che hanno contribuito a creare l’immagine di Ischia letteraria. Elencare tutti coloro che hanno lasciato un segno ad Ischia sarebbe complicato e piuttosto dispersivo, ma citandone alcuni si può quantomeno dare un’identità letteraria ad un’isola che non smette mai di sorprendere.

Sei comuni, sei luoghi culturali diversi, identità, usi, tradizioni, costumi, gastronomia e versi letterari, in un circolo di interesse e di fama che da sempre caratterizza Ischia, premiandola per quell’umiltà e quella semplicità che non hanno mai smesso di contraddistinguerla. La poesia è anche questo: cantare con i propri versi, le bellezze senza tempo, con occhi e sguardi differenti, senza mai smettere di sorprendersi e lasciandosi trasportare.

Immagine in evidenza: Pixabay

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