Pasqua ebraica: significato, tradizioni e rituali del Pesach

La Pasqua ebraica: struttura, rituale e piatti

Pasqua ebraica: significato, tradizioni e rituali del Pesach

La Pasqua ebraica, conosciuta in ebraico come Pesach (פֶּסַח), è una delle festività più importanti dell’Ebraismo. Essa commemora la liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto e il loro esodo verso la Terra Promessa, un evento fondante dell’identità ebraica, narrato nel libro dell’Esodo della Bibbia ebraica (Torah). Questa storia di redenzione dalla schiavitù, di passaggio dalla ristrettezza alla libertà, non è un semplice evento storico, ma la “storia principale” del popolo ebraico, una storia che ha plasmato la coscienza, i valori e l’etica ebraica, e che continua a ispirare generazioni di ebrei in tutto il mondo. Pesach è una festa ricca di simbolismi, tradizioni e rituali, che si celebrano in famiglia e in comunità, e che rappresentano un momento di riflessione, di rinnovamento e di speranza. La Pasqua ebraica è una festa che dura otto giorni, durante i quali si osserva una serie di prescrizioni alimentari e si celebra il Seder, un pasto rituale carico di simboli e di significati.

Pesach: la Pasqua ebraica e il suo significato

Pesach, che letteralmente significa “passaggio” o “saltare oltre”, ricorda il momento in cui Dio, secondo la narrazione biblica, “passò oltre” le case degli ebrei durante la decima piaga d’Egitto, risparmiando i loro primogeniti. La Pasqua ebraica celebra quindi la liberazione dalla schiavitù e l’inizio del viaggio del popolo ebraico verso la libertà, che si concluderà con l’arrivo nella Terra Promessa.

La liberazione dalla schiavitù in Egitto e l’Esodo

Secondo il racconto biblico, gli ebrei erano schiavi in Egitto, oppressi dal Faraone. Mosè, scelto da Dio come guida del suo popolo, chiese al Faraone di liberare gli ebrei, ma questi si rifiutò. Dio allora mandò dieci piaghe sull’Egitto, l’ultima delle quali fu la morte dei primogeniti egiziani. Per proteggere i loro figli, gli ebrei segnarono le loro porte con il sangue di un agnello, in modo che l’angelo della morte “passasse oltre” (da qui il nome Pesach). Dopo la decima piaga, il Faraone lasciò partire gli ebrei, che iniziarono il loro Esodo dall’Egitto, attraversando il Mar Rosso, che si aprì miracolosamente per permettere loro il passaggio, e ricevendo poi, sul Monte Sinai, i Dieci Comandamenti, che diventeranno la base della legge ebraica, la Torah, e della vita del popolo ebraico.

Il Seder di Pesach: il cuore della celebrazione della Pasqua ebraica

Il rituale centrale della Pasqua ebraica è il Seder (סֵדֶר), che significa “ordine”, un pasto rituale attentamente coreografato che si svolge la sera della vigilia di Pesach, in casa con la famiglia e gli amici o con la comunità. Il Seder è sia una festività sontuosa che celebra l’inizio della primavera, sia un’esperienza educativa per bambini e adulti, volta a trasmettere la storia e i valori dell’ebraismo alle nuove generazioni. Gli altri sette giorni vengono celebrati con la Festa del pane non lievitato o Festa dei pani azzimi.

L’Haggadah e le Quattro Domande (Mah Nishtanah)

Il Seder inizia con la lettura dell’Haggadah (הַגָּדָה), un libro che narra la storia dell’Esodo dall’Egitto e che contiene le istruzioni per lo svolgimento del Seder stesso. Durante la lettura, i bambini intonano Le quattro domande (Mah Nishtanah in ebraico), che iniziano con le parole “Perché questa notte è diversa da tutte le altre notti?”, e che introducono al racconto della storia della liberazione, stimolando la curiosità e la partecipazione dei più piccoli.

I cibi simbolici del Seder di Pasqua ebraica

Una parte essenziale del Seder è il consumo di cibi rituali, ognuno dei quali ha un significato simbolico legato al viaggio dalla schiavitù alla libertà. Questi cibi vengono disposti su un piatto speciale, chiamato “piatto del Seder”, e vengono consumati in un ordine preciso, secondo le indicazioni dell’Haggadah.

Vino, erbe amare e verdure: simboli di gioia e sofferenza

Durante il Seder si bevono quattro coppe di vino, che simboleggiano le quattro espressioni di redenzione menzionate nella Torah. Si mangiano anche erbe amare, come il rafano o la lattuga romana, per ricordare l’amarezza della schiavitù in Egitto. Le verdure a foglia verde, come il prezzemolo o il sedano, vengono intinte in acqua salata, che rappresenta le lacrime degli schiavi ebrei, e simboleggiano la rinascita e la speranza, oltre a rappresentare la crescita della primavera e la continuazione del popolo ebraico.

La Matzah: il pane azzimo simbolo di schiavitù e libertà

Il cibo più importante del Seder è la Matzah (מַצָּה), un pane azzimo non lievitato, croccante e sottile. La Matzah ricorda il pane che gli ebrei, nella fretta di fuggire dall’Egitto, non ebbero il tempo di far lievitare. Essa è quindi, allo stesso tempo, il “pane dell’afflizione”, che simboleggia la schiavitù, e il “pane della libertà”, che rappresenta la liberazione.

Chametz e Matzah: le regole alimentari della Pasqua ebraica

Durante gli otto giorni della Pasqua ebraica (sette in Israele) è vietato mangiare e possedere chametz (חָמֵץ), ovvero qualsiasi cibo contenente lievito o derivato da uno dei cinque cereali principali (grano, orzo, segale, avena e farro) che sia entrato in contatto con l’acqua e abbia avuto il tempo di fermentare e lievitare. In pratica, quasi tutto ciò che è fatto con questi cereali, tranne la matzah pasquale, che viene attentamente controllata per evitare la lievitazione, deve essere considerato chametz. Ciò include farina (anche prima che venga mescolata con acqua), torte, biscotti, pasta, pane e prodotti che contengono chametz come ingrediente, come il malto.

La pulizia della casa e l’eliminazione del Chametz

Prima della Pasqua ebraica, gli ebrei osservanti si dedicano a una pulizia accurata delle proprie case, per eliminare ogni traccia di chametz. Le dispense, gli armadi, i cassetti vengono svuotati e puliti, e anche gli utensili da cucina, le pentole, le padelle e i piatti di tutti i giorni vengono sostituiti con stoviglie speciali per la Pasqua ebraica, oppure accuratamente puliti. C’è chi passa l’aspirapolvere in macchina, lava le tovaglie e ne approfitta per pulire a fondo la casa! Questo processo di pulizia e di eliminazione del chametz simboleggia la purificazione spirituale e la liberazione dalle impurità.

Pasqua ebraica: un fondamento dell’etica ebraica

La storia dell’esodo degli ebrei dalla schiavitù alla libertà, che si rievoca durante la Pasqua ebraica, è il fondamento dell’etica ebraica. La Torah (Bibbia ebraica) invita a proteggere gli impotenti, poiché la popolazione ebraica empatizza con essi a causa della loro storia di persecuzione da schiavi in Egitto. Per loro è importante creare una società basata sui principi di giustizia, rettitudine e compassione. La memoria della schiavitù e della liberazione ispira gli ebrei a lottare contro ogni forma di oppressione e di ingiustizia, e a impegnarsi per la costruzione di un mondo più giusto. Nel corso delle generazioni, la storia dell’Esodo ha incoraggiato sia gli ebrei laici che quelli religiosi a impegnarsi per portare più giustizia nel mondo, applicando i precetti della Torah e vivendo secondo i valori dell’ebraismo. Il Seder è una meravigliosa opportunità per le famiglie di qualsiasi fede, cultura o etnia di riconnettersi alle proprie storie e valori personali, e di trasmetterli alle generazioni future.

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Miriana Cifarelli

Vedi tutti gli articoli di Miriana Cifarelli

Commenta