In questo articolo ci interesseremo della rivoluzione profonda avvenuta nel neolitico.
Dalle bande di cacciatori-raccoglitori alle prime città
Dopo il paleolitico, in una fase della preistoria compresa tra 10000 e 3000 anni prima di Cristo, denominata neolitico (età della pietra nuova), si verificarono cambiamenti epocali. Oltre al perfezionamento della lavorazione della pietra, la domesticazione di piante e animali (con la conseguente nascita dell’agricoltura e dell’allevamento) portò a un’economia di produzione, in cui l’uomo manipolava la natura per produrre le risorse necessarie.
Questo passaggio cruciale, noto come rivoluzione neolitica, ebbe conseguenze straordinarie: la nascita di civiltà sedentarie, delle prime civiltà urbane, delle prime organizzazioni politiche e della scrittura stessa. Le bande di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico, costrette ad adattarsi all’ambiente, furono gradualmente sostituite da società agricole capaci di trasformare l’ambiente circostante.
Agricoltura irrigua e sviluppo urbano: Mesopotamia, Egitto e oltre
Le differenze tra la città e il villaggio neolitico non consistevano solo nelle dimensioni o nella struttura urbanistica, ma anche nelle nuove funzioni esercitate dal centro urbano. Le prime città sorsero intorno al 3000 a.C. in luoghi dove l’agricoltura ebbe un grande sviluppo grazie all’irrigazione resa possibile dalla presenza di grandi fiumi:
- La valle del Nilo in Egitto.
- Il bacino del Tigri e dell’Eufrate nella Mesopotamia (odierno Iraq).
- I bacini dell’Indo in India.
- Il Fiume Giallo in Cina.
In questi luoghi, l’agricoltura irrigua permetteva una produzione notevolmente superiore rispetto alle zone dipendenti dalle piogge, garantendo benessere materiale e complessità sociale. Uno dei primi esempi di centro proto urbano neolitico è l’insediamento di Catalhoyuk, sull’altopiano anatolico.
Le funzioni della città neolitica: economia, politica e società
La città neolitica esercitava diverse funzioni:
- Funzioni economiche: coordinamento dei lavori di canalizzazione delle acque, immagazzinamento delle eccedenze, concentrazione delle attività artigianali e gestione dei commerci.
- Funzioni politiche: organizzazione della vita collettiva, mantenimento dell’ordine, amministrazione della giustizia, difesa, raccolta dei tributi.
Divisione del lavoro e specializzazione produttiva
Nelle città neolitiche nacquero le prime forme di specializzazione produttiva. La crescita della produzione agricola creò delle eccedenze, permettendo ad alcune persone di dedicarsi a compiti diversi dal lavoro nei campi: comparvero così artigiani, commercianti, funzionari dello stato e del culto. Questo fenomeno, noto come divisione del lavoro, è una caratteristica fondamentale delle società complesse.
Tuttavia, i villaggi e i territori circostanti conservarono un’importanza fondamentale, in quanto fornivano il cibo anche agli abitanti delle città. Il rapporto tra città e campagna, complementare ma anche conflittuale, è una delle grandi tematiche della storia umana, e iniziò a delinearsi proprio nel neolitico.
La nascita dello stato e la fine dell’uguaglianza sociale
La nascita delle città determinò anche la fine della sostanziale uguaglianza sociale che aveva caratterizzato i gruppi di contadini del neolitico. Le donne vennero progressivamente allontanate dal lavoro agricolo e relegate alle attività domestiche, mentre il potere si concentrò nelle mani degli uomini, che controllavano le attività produttive e commerciali.
In una società complessa come quella urbana, divenne necessario un centro di decisione politica, un potere che provvedesse all’organizzazione della vita collettiva: quello che oggi chiamiamo stato. Al vertice poteva esserci un sovrano o un sacerdote, figura autorevole in quanto depositaria del rapporto con la divinità. Il palazzo reale e il tempio erano i centri e i simboli di questi due diversi tipi di potere.
L’invenzione della scrittura: una rivoluzione nella comunicazione
Strettamente legata all’organizzazione della città è l’invenzione della scrittura, che fece la sua comparsa in Mesopotamia, nella città di Uruk, verso la fine del 4° millennio a.C. La scrittura nacque come risposta all’esigenza pratica di controllare e registrare il flusso di beni in entrata e in uscita dallo stato.
Ma al di là della sua importanza pratica, la scrittura ebbe un significato culturale enorme. Dalle sue forme più primitive ai sistemi alfabetici, la scrittura ha consentito l’accumulo e la trasmissione delle conoscenze, la circolazione delle informazioni e la conservazione di una “memoria esterna” di straordinaria efficacia.
L’alba della civiltà: l’eredità della rivoluzione urbana
La rivoluzione urbana del neolitico, con la nascita delle città, la divisione del lavoro, la nascita dello stato e l’invenzione della scrittura, segna un passaggio fondamentale nella storia dell’umanità, ponendo le basi per lo sviluppo delle civiltà successive.
Prof. Giovanni Pellegrino