La Seconda Crociata, proclamata da Papa Eugenio III nel 1145 e combattuta tra il 1147 e il 1149, fu una delle più importanti spedizioni militari cristiane in Terra Santa. A differenza della Prima Crociata, questa vide la partecipazione attiva di importanti sovrani europei, come Luigi VII di Francia e Corrado III di Svevia. Nonostante le grandi aspettative, la Seconda Crociata si rivelò un fallimento, con conseguenze significative per gli equilibri politici e militari nel Vicino Oriente.
Indice dei contenuti
- La Seconda Crociata in sintesi
- Le cause della Seconda Crociata: la caduta di Edessa
- L’appello alla crociata e i suoi protagonisti
- La spedizione e le difficoltà in Anatolia
- L’assedio di Damasco: il culmine del fallimento
- Perché la Seconda Crociata è considerata un fallimento?
- Le conseguenze e l’ascesa di Nur ad-Din
La Seconda Crociata in sintesi
Elemento Chiave | Descrizione |
---|---|
Periodo | 1147 – 1149 (proclamata nel 1145) |
Causa Scatenante | La caduta della Contea di Edessa nel 1144 per mano di Imad al-Din Zangi. |
Protagonisti Cristiani | Luigi VII (Re di Francia), Corrado III di Svevia (Re di Germania), Papa Eugenio III, Bernardo di Chiaravalle. |
Protagonisti Musulmani | Nur ad-Din (Norandino), figlio di Zangi, e Mu’in al-Din Unur, atabeg di Damasco. |
Esito | Fallimento totale. Nessun obiettivo raggiunto e disastroso ritiro dopo il fallito assedio di Damasco. |
Le cause della Seconda Crociata: la caduta di Edessa
La causa scatenante della spedizione fu la caduta, nel 1144, della città di Edessa, uno dei più antichi centri cristiani in Oriente. La città fu conquistata dall’atabeg Imad al-Din Zangi di Mosul. Questa perdita rappresentò un colpo durissimo per la cristianità e spinse Papa Eugenio III a emettere la bolla Quantum Praedecessores nel 1145. Con questo documento, il pontefice invitava i fedeli a una nuova crociata, formalizzando per la prima volta i benefici per i partecipanti: perdono dei peccati, protezione dei beni e della famiglia e l’indulgenza plenaria.
L’appello alla crociata e i suoi protagonisti
L’appello del Papa raccolse inizialmente un tiepido consenso. La svolta avvenne quando il re di Francia Luigi VII decise di aderire, convinto dall’abate Bernardo di Chiaravalle. La predicazione appassionata di Bernardo e il suo prestigio personale furono determinanti per mobilitare migliaia di fedeli in tutta Europa. L’entusiasmo contagiò anche Corrado III di Svevia, re di Germania, e suo nipote Federico Barbarossa, futuro imperatore del Sacro Romano Impero.
La spedizione e le difficoltà in Anatolia
A differenza della Prima, una delle più importanti campagne cristiane, la Seconda Crociata fu pianificata e guidata da sovrani. L’esercito tedesco di Corrado III partì per primo, ma la sua marcia attraverso l’Anatolia fu disastrosa. Tormentato da imboscate turche e a corto di viveri, fu pesantemente sconfitto vicino a Dorilea e costretto a ritirarsi. Poco dopo, anche l’esercito francese di Luigi VII, che seguiva una rotta costiera, subì pesanti perdite. I resti dei due eserciti, demoralizzati e decimati, si ricongiunsero infine a Gerusalemme.
L’assedio di Damasco: il culmine del fallimento
Giunti in Terra Santa, i leader crociati, insieme alla nobiltà locale, presero una decisione strategica fatale. Invece di puntare a Edessa o Aleppo, decisero di attaccare Damasco. La città, all’epoca, era un emirato indipendente e un potenziale alleato degli stati crociati contro la crescente minaccia di Nur ad-Din, figlio di Zangi. L’assedio, iniziato con qualche successo, si impantanò rapidamente. Dopo soli quattro giorni, a causa di dissidi interni, mancanza di rifornimenti e la notizia (probabilmente falsa) dell’arrivo di imponenti rinforzi musulmani, i crociati decisero di abbandonare l’impresa e ritirarsi.
Perché la Seconda Crociata è considerata un fallimento?
La spedizione si concluse con un nulla di fatto, segnando un disastro militare e politico. Le ragioni principali del fallimento sono molteplici:
- Mancanza di un obiettivo chiaro e condiviso: l’obiettivo iniziale (riconquistare Edessa) fu abbandonato in favore dell’attacco a Damasco, una mossa strategicamente discutibile.
- Rivalità e sfiducia: i rapporti tra i leader europei, l’Impero Bizantino e i baroni cristiani d’Outremer erano tesi e minati da sospetti reciproci.
- Errori tattici e logistici: la marcia in Anatolia fu mal gestita e l’assedio di Damasco fu condotto con scarsa coordinazione.
- Unione del fronte musulmano: l’attacco a Damasco spinse l’emiro della città a chiedere aiuto a Nur ad-Din, unificando di fatto i suoi nemici.
Le conseguenze e l’ascesa di Nur ad-Din
Il fallimento della crociata ebbe conseguenze disastrose per gli stati cristiani in Oriente. Il risultato più immediato fu il rafforzamento di Nur ad-Din. Pochi anni dopo, nel 1154, egli prese possesso di Damasco, unificando la Siria sotto il suo controllo e ponendo le basi per la successiva riconquista di Gerusalemme da parte del suo successore, il Saladino. Questa perdita porterà decenni dopo all’organizzazione di una Terza Crociata.
Fonte Immagine di copertina: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 01/09/2025