Laurearsi in Lettere: pro e contro di questa scelta

Laurearsi in lettere: pro e contro

Lettere è una facoltà umanistica molto apprezzata, soprattutto dai tanti iscritti che ogni anno la scelgono; ovviamente, come ogni facoltà, anche laurearsi in Lettere espone a dei pro e a dei contro.

Ricordiamo che in Italia il numero di laureati in Lettere è molto elevato. Tuttavia su questa facoltà si riversano ancora tante critiche e, spesso, pregiudizi.

Facoltà di Lettere: una laurea non professionalizzante

Uno dei pro relativi alla laurea in Lettere è, certamente, il forte spessore intellettuale e razionale che si crea nello studente iscritto a tale facoltà. Prevedendo esami di letteratura, storia, filologia, filosofia e pensiero linguistico, tra gli altri, lo studente, una volta laureato, sarà propenso al ragionamento. Saprà in che modo porsi dinanzi ad un certo argomento, esprimendo con cognizione il proprio punto di vista o opinione che sia.

Tra gli studenti di Lettere, c’è chi erroneamente pensa di trovare subito una occupazione (ad esempio nel mondo della scuola): cosa sbagliata. Ricordiamo che le facoltà umanistiche non sono professionalizzanti e, dunque, laurearsi in Lettere abilita sì all’insegnamento ma occorrerà un lungo percorso post laurea per poter entrare, finalmente, nel mondo della scuola.
Ovviamente è errato supporre che non ci sia, in assoluto, lavoro per i laureati in Lettere in quanto il problema, almeno in Italia, è dato dal numero di posti disponibili, nettamente inferiore rispetto a quello di coloro che terminano il percorso di studi.
Ciò potrebbe configurarsi come un elemento a sfavore che però riguarda tutte le facoltà.

Laurearsi in Lettere è una vocazione

Studiare Lettere è una vocazione e non tutti possono comprenderne l’essenza, altri ancora si limitano a guardare dall’esterno, giudicando chi lo fa. Questo percorso universitario permette di interpretare, indagare, andando oltre ad una semplice lettura di libri che ogni studente appassionato possiede, avendo accesso ad una realtà che si colora di diverse sfaccettature, in un confronto continuo.
Ovviamente la volontà e la passione sono due elementi importanti ma sempre rapportati alla realtà che ci circonda.

Al di là della particolare inclinazione culturale che entusiasma gli studenti iscritti alla facoltà di Lettere, un elemento a sfavore può riguardare la confusione circa gli sbocchi lavorativi. Se si sceglie l’insegnamento, il percorso è lungo, se si sceglie l’editoria, si tratterebbe di una scelta di difficile realizzazione; uno degli ambiti può essere anche quello della ricerca o dei reperti antichi ma si barcollerebbe nel buio, con iter da seguire altrettanto prolungati.

Ciò che motiva gli studenti e i laureandi in Lettere, oltre, naturalmente, alla volontà di studiare ed apprendere dai classici che hanno concorso, nel tempo, a determinare la cultura attuale, è anche il progresso tecnologico che, negli ultimi tempi, ha interessato e coinvolto anche le facoltà umanistiche. Infatti, i tanti contenuti presenti in rete impongono delle buone capacità critiche, da adottare in percorsi lavorativi specifici, per riuscire a selezionare le notizie utili e quindi veritiere dalle fake.

Laurearsi in Lettere è un traguardo importante, soprattutto per quanti continuano, nonostante tutto, a scegliere tale facoltà, consapevoli dei pro e dei contro. Ecco perché diventa importante analizzare con attenzione i possibili sbocchi lavorativi, che mai come oggi impongono versatilità: occorre reinventarsi e non lasciarsi abbattere.

Magari laurearsi in Lettere può essere complicato ma per i motivi economici e occupazionali poco allettanti, che caratterizzano il Paese, e non per ragioni strettamente legate alla facoltà. Ci saranno degli errori, delle cadute, ma bisogna dare valore a ciò che si studia e, una volta giunti alla laurea, il lavoro non sarà finito, lo studio continua con aggiornamenti, approfondimenti, master e con tanto entusiasmo e quella vocazione che solitamente accompagna gli studenti di questa, come di altre facoltà, sin dai primi giorni.

Scopri anche: liceo classico, sì o no?

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