Le donne nella Rivoluzione Messicana, qual fu il loro ruolo?

Le donne nella rivoluzione messicana

Le donne, nel contesto della Rivoluzione Messicana, ebbero un ruolo fondamentale; questa non avrebbe avuto successo senza il loro contributo, anche se la loro partecipazione a questo evento importante della storia messicana del Novecento avvenne sempre all’ombra degli uomini.

Per le donne, fu qualcosa di  normale servire la causa della Rivoluzione come soldaderas, generalas e coronelas (come nel caso di Angustias, protagonista del film di Matilde Landeta La negra Angustias), preparare da mangiare, lavare e marciare insieme agli uomini, spesso  portando con sé i propri figli. Non esitarono nemmeno a lanciarsi nei combattimenti sui campi di battaglia.

Allo stesso tempo, però, le donne della Rivoluzione Messicana non si distinsero solo sul campo di battaglia e imbracciando armi, furono anche giornaliste, infermiere, telegrafiste, segretarie, arrivarono a fondare giornali, in cui si scrivevano articoli contro il regime Porfirista.

La Rivoluzione Messicana, quindi, accelerò il processo di inserimento delle donne nel mondo pubblico e, in questo modo, però, le donne furono sottoposte ad esperienze “limite”, come quelle del carcere, della persecuzione o dell’esilio, il che finì comunque per dimostrare il loro impegno e compromesso con la causa rivoluzionaria: il coinvolgimento delle donne in ambito politico ed intellettuale fu in questo modo indispensabile per il trionfo della Rivoluzione.

La doppia lotta da loro intrapresa in questa importante tappa della storia messicana ebbe risultati differenti: se da un lato la Rivoluzione riuscì a porre fine al regime del Porfiriato, dall’altro non arrivò a diventare e ad adattarsi ad una democrazia che sarebbe dovuta essere (e per certi versi non lo fu) rappresentativa e inclusiva nei confronti di tutti i settori, in campo sociale.

Però, la lotta per il riconoscimento alle donne di uguali diritti registrò alcuni successi: fra il 1915 e il 1918, furono approvate leggi relative al matrimonio, al divorzio e alla famiglia che, di fatto, finivano per porre le donne allo stesso piano degli uomini, in termini di uguaglianza, in quanto le donne ebbero il diritto di esercizio della patria potestà, di amministrare i beni familiari, di divorziare e di potere, in quest’ultimo caso, formare una nuova famiglia, con uguale riconoscimento legale di tutti i figli, quindi anche quelli nati da altro/nuovo matrimonio.

Le donne sfruttarono al massimo la loro partecipazione alla Rivoluzione per godere di più rispetto e diritti: si arrivò, così, per esempio, in alcuni stati messicani come quello dello Yucatán, ad organizzare il primo congresso femminista del Messico.

Adesso, vediamo due nomi di donne che si distinsero durante la Rivoluzione Messicana.

Elisa Acuña: fu anarchica, femminista, giornalista, rivoluzionaria e leader delle azioni culturali volte a combattere l’analfabetismo. Nel 1910 fondò il giornale La guillotina, nelle cui pagine sosteneva che i semplici discorsi politici di un leader non erano sufficienti ad accendere la fiamma rivoluzionaria e a porre fine al regime del Porfiriato. Dal 1911 al 1912 collaborò con il giornale Nueva Era. Fu perseguitata per gli attacchi da lei mossi al dittatore Victoriano Huerta attraverso manifesti e volantini. Conclusa la Rivoluzione, militò nel Consejo Feminista Mexicano e nella Liga Panamericana de Mujeres.

Juana Belén Gutiérrez, nata a Durango nel 1875, scrisse libri di letteratura femminista radicali, contro il cattolicesimo, la corruzione politica, la presenza di capitali nordamericani e gli abusi sociali perpetrati durante l’epoca del porfiriato. Porfirio Díaz, il dittatore,  la fece mettere in carcere e arrivò a decidere di condannarla all’esilio, ma nonostante tutto, Juana continuò la sua lotta attraverso la pubblicazione di articoli in settimanali, come  Vésper (riprese attivamente la lotta dopo il ritorno a Città del Messico), nei giornali  La Reforma  e Alma Mexicana. Si dichiarò zapatista durante la rivoluzione, ma finì per avere poche speranze in quanto a un cambiamento reale dopo l’assassinio di Zapata nel 1919. Lottò inoltre per il diritto di voto, per un’educazione ed istruzione laiche; mantenne i suoi ideali anarchici in quanto al matrimonio e durante tutta la sua vita pubblicò articoli in giornali progressisti.  

Fonte immagine: Flickr

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