Negli ultimi anni la chirurgia plastica in Corea del Sud è diventata una vera e propria piaga, tanto che il Paese viene definito la capitale mondiale della chirurgia plastica. Secondo un sondaggio Statista, quasi un terzo delle donne coreane tra i 30 e i 39 anni ha subito un intervento. Ma perché così tanti coreani si rifanno? Le ragioni sono profonde e affondano le radici nella storia, nella cultura e in una fortissima pressione sociale.
Indice dei contenuti
1. Le radici storiche: dalla fisiognomica alla guerra di Corea
L’attenzione per l’aspetto fisico in Corea ha radici antiche, riconducibili alla fisiognomica (gwansang), una disciplina secondo cui i tratti del viso rivelano il carattere e il destino di una persona. Questa credenza fu rafforzata durante l’occupazione giapponese, quando si sosteneva che determinati lineamenti fossero sinonimo di maggiore intelligenza. La chirurgia plastica moderna approda nel Paese con la guerra di Corea. Inizialmente usata a scopo ricostruttivo, divenne presto un modo per alterare i propri connotati. Fu il medico americano Ralph Millard, nel 1954, a eseguire la prima blefaroplastica orientale. Ma cos’è la “doppia palpebra”? È una procedura volta a creare una piega palpebrale di tipo caucasico, un intervento che Millard stesso definì “deorientalizzante”, con lo scopo di far apparire i pazienti più occidentali. Oggi, questa procedura è una delle più richieste.
2. La chirurgia plastica in Corea del Sud oggi
Attualmente, il mercato della chirurgia plastica in Corea del Sud vale miliardi di euro ed è in continua crescita. A differenza dell’Occidente, dove prevalgono gli interventi al corpo, in Corea ci si concentra sul viso. Ma quali sono gli interventi più comuni in Corea del Sud?
Intervento | Descrizione e scopo |
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Blefaroplastica (Doppia Palpebra) | Creazione di una piega sulla palpebra superiore per rendere l’occhio più grande e “occidentale”. |
Rinoplastica | Modellamento del naso, spesso per renderlo più sottile e con un ponte più alto. |
Chirurgia della mascella (V-Line) | Riduzione dell’osso mascellare per ottenere un mento più piccolo e un viso a forma di V, considerato ideale. |
Interventi “One Shot” | Procedure rapide come filler e botox, popolari tra i giovani e da fare anche in pausa pranzo. |
3. La “chirurgia occupazionale”: rifarsi per trovare lavoro
Come in passato, l’aspetto fisico continua ad avere un peso preponderante anche in ambiti dove dovrebbero prevalere le competenze. Molte persone, soprattutto donne, ricorrono alla chirurgia plastica prima di candidarsi per un posto di lavoro, per avere più chances di essere assunte. Questo fenomeno è così diffuso da avere un nome: chwieop seonghyeong, o chirurgia occupazionale. Fino al 2017, era comune richiedere una foto nel curriculum, e le decisioni di assunzione si basavano spesso sull’aspetto. Quando l’apparire conta più dell’essere, e la pressione sociale spinge ad adeguarsi a un ideale di perfezione, cosa resta dell’identità di un individuo?
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