L’omicidio di Maurizio Gucci: tra gelosia e denaro

L'omicidio di Maurizio Gucci: tra gelosia e denaro

Tutti conosciamo il noto brand di lusso made in Italy Gucci: la casa di moda è nata nel 1921 a Firenze, come Azienda Individuale Guccio Gucci, che esplode definitivamente nel secondo dopoguerra, aprendo filiali in tutto il mondo. Tuttavia, a macchiare di sangue il nome del celebre marchio c’è l’omicidio di Maurizio Gucci nel 1995, organizzato dalla sua ex moglie Patrizia Reggiani. Questo caso è tornato sotto i riflettori dopo l’uscita del film House of Gucci del 2021, che vede la diva Lady Gaga nei panni dell’ex moglie della vittima.

Ecco la storia della famiglia che dà il nome al famoso brand e di come si è arrivati all’omicidio di Maurizio Gucci

Guccio Gucci inizia ad interessarsi all’alta moda sin dall’adolescenza quando, lavorando come facchino al Savoy Hotel a Londra, resta affascinato dai bagagli dei ricchi ospiti e quando ritorna a Firenze, dopo qualche anno di gavetta, fonda la sua Azienda Individuale Guccio Gucci nel 1921, una piccola bottega che vendeva e produceva pelletteria in un altro laboratorio. Col tempo inizia ad espandersi, prima a Roma e poi a Milano e nel secondo dopoguerra Guccio si fa affiancare dai suoi tre figli Aldo, Rodolfo e Vasco. È proprio in questo periodo che il brand inizia la sua scalata verso la notorietà internazionale, soprattutto dopo l’uscita della famosa bamboo bag nel 1947 e degli iconici mocassini nel 1952. L’anno successivo Guccio Gucci muore e i tre figli ereditano l’azienda.

L’apice del successo viene raggiunto dai Gucci negli anni ‘70; in questi anni entra in scena un altro Gucci, ovvero Maurizio, figlio di Rodolfo, che alla sua morte erediterà il 50% dell’impero. In questi anni entra in famiglia Patrizia Reggiani, colei che dopo qualche anno ordinerà l’omicidio di Maurizio Gucci: l’uomo si era invaghito di lei ad una festa, ma il padre credeva che fosse attratta solo dai soldi, ostacolando a lungo la loro unione. Alla fine riescono a sposarsi e ad avere due figlie. Agli inizi la loro relazione era invidiabile: lui la ricopriva di attenzioni, regali e telefonate durante i viaggi di lavoro, arrivando addirittura a comprarle una barca di 80 metri. Tra i due però era evidente che lei fosse quella meno innamorata, perché dava molto più peso al denaro e allo status: ciò si evince anche da un’intervista dove afferma «meglio essere tristi in una Rolls Royce che felici in bicicletta».

L’anno 1983 rappresenta una svolta in questa storia e pone le basi per i moventi dell’omicidio di Maurizio Gucci: Rodolfo muore e l’impero resta diviso tra Aldo (zio di Maurizio e fratello di Rodolfo) e Maurizio stesso, anche se una piccola percentuale era nelle mani del figlio di Aldo, Paolo. Dopo aver ereditato praticamente metà dell’azienda Gucci e quindi miliardi di lire, Maurizio inizia a montarsi un po’ la testa e convince il cugino Paolo ad escludere Aldo (il suo stesso padre) dall’impresa, promettendogli una posizione di rilievo nella direzione di un progetto. Il piano ha successo, anche se Maurizio tradisce Paolo e non lo ricompensa, facendo iniziare una vera e propria faida familiare. Infatti, Paolo e il padre Aldo si alleano e denunciano Maurizio per aver falsificato la firma del padre sugli atti della successione delle quote aziendali, per risparmiare moltissimo denaro sulle tasse e Maurizio viene inizialmente condannato e poi assolto (dopo una fuga in Svizzera). Intanto Aldo nel 1986 sconta un anno di galera per evasione fiscale negli Stati Uniti: l’azienda aveva iniziato il suo declino e nel 1988 l’impero Gucci passa nelle mani del fondo di investimento Investcorp, che otterrà il 100% delle quote nel 1993, ponendo fine alla tradizione familiare che andava avanti da decenni.

Intanto Maurizio decide di lasciare Patrizia e non lo fa nemmeno personalmente: manda un amico di famiglia a comunicarlo. La donna inizia a nutrire forti sentimenti di odio nei confronti dell’ormai ex marito e, per preservare il suo patrimonio (perché le spettava molto denaro secondo gli accordi del divorzio) e accecata dalla gelosia, inizia a pianificare una vendetta e un modo per impedire il matrimonio di Maurizio con la sua nuova compagna. Tuttavia, a Maurizio non sembravano strane le minacce continue della donna, che andava in giro a dire di volerlo uccidere, perché era sempre stata molto esagerata e teatrale. In ogni caso, il 27 marzo 1995 avviene l’omicidio di Maurizio Gucci, sparato 4 volte dinanzi all’edificio in cui viveva. 

Le autorità inizialmente non avevano alcuna pista, giacché Maurizio aveva molti nemici ed essendosi fortemente indebitato negli ultimi anni, si arrivò a pensare che potesse essere opera della mafia. Per due anni le forze dell’ordine brancolano nel buio, fino a quando un uomo decide di farsi avanti, dicendo che un portinaio del quartiere andava in giro a vantarsi di far parte della banda responsabile dell’omicidio di Maurizio Gucci. In questo modo, i telefoni dell’uomo vengono messi sotto controllo e si scoprono i nomi dei responsabili: Orazio Cicala era colui che aveva guidato quella mattina per condurre l’assassino dalla sua vittima, mentre a premere il grilletto era stato Benedetto Ceraulo

Ad assoldare la banda si scopre che era stata Pina Auriemma, migliore amica di Patrizia Reggiani, che viene incolpata da Patrizia, che sosteneva che Pina avesse ordinato l’omicidio di Maurizio Gucci e di essere stata anche ricattata in seguito. La storia però non quadra, perché le due restano molto legate durante il processo: le autorità, indagando più a fondo, scoprono pagamenti di ingenti somme di denaro proprio da parte di Patrizia agli uomini della banda. A confermarlo c’erano dei biglietti di uno degli uomini che registravano i pagamenti e degli elementi sospetti nel diario di Patrizia: qualche giorno prima del delitto aveva scritto «non esiste crimine che non possa essere comprato» e il giorno dell’omicidio invece «paràdeisos», cioè paradiso in greco.

Il 31 gennaio 1997 Patrizia viene arrestata per aver ordinato l’omicidio di Maurizio Gucci e viene condannata a 29 anni, che diventano poi 17 per buona condotta. Tra gli altri incriminati, Pina Auriemma ne sconta 19, l’autista Cicala 26 e l’assassino Ceraulo 29. Dopo essere uscita dal carcere, Patrizia è stata anche impegnata in una battaglia legale con le figlie, in quanto, secondo i documenti del divorzio, era destinataria di un vitalizio annuale di 1 milione di franchi: questi soldi doveva riceverli dal patrimonio del defunto marito, passato alle figlie, le quali non volevano pagare una somma così tanto esorbitante alla madre assassina. In ogni caso, gli ultimi sviluppi non sono chiari, quindi non si può determinare con certezza a quanto ammonti il patrimonio attuale della mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci, anche se la donna dispone dell’eredità della defunta madre, con la quale ha deciso di risarcire Paola Franchi, la donna che avrebbe dovuto sposare l’ex marito.

 

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

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