Nostradamus, una brillante carriera di medico

Nostradamus: biografia del medico, astrologo e profeta

Michel de Notre Dame, universalmente noto come Nostradamus, è una delle figure più enigmatiche e affascinanti del Rinascimento francese. La sua fama di medico, astrologo e profeta ha attraversato i secoli, alimentando un mito che ancora oggi suscita curiosità e dibattito. La sua vita fu un intreccio di scienza, misticismo e tragedia personale, che lo portò a redigere le celebri profezie che lo hanno reso immortale.

Chi era Nostradamus: le origini e la formazione

La famiglia di Nostradamus, i Notre Dame, era di origine ebraica convertita al cattolicesimo, saldamente legata alla terra di Provenza. La medicina era una tradizione familiare: suo nonno, Pierre de Notre Dame, fu medico del duca di Calabria e del re Renato d’Angiò. Fu quindi naturale che il giovane Michel, nato nel 1503, venisse avviato allo studio della medicina. Giunto ad Avignone, diede inizio ai suoi studi con serietà e tenacia, dimostrando fin da subito una propensione per l’introspezione e una profonda familiarità con la matematica, l’astronomia e l’astrologia. Successivamente si trasferì a Montpellier per frequentare la facoltà di medicina, allora una delle più prestigiose d’Europa, dove conseguì il dottorato in tre anni, diventando padrone dei segreti del corpo umano.

Nostradamus medico: la lotta contro la peste in Provenza

La reputazione di Nostradamus come ottimo medico si affermò durante le devastanti epidemie di peste che flagellarono l’Europa. In un’epoca in cui la scienza medica era impotente di fronte al morbo, egli si distinse. Mentre i suoi colleghi si limitavano a constatare il dilagare del contagio, il dottor Nostradamus si muoveva nell’infuriare della pestilenza, portando un aiuto concreto. Non si accontentava della teoria, ma approfondiva le sue conoscenze di erboristeria, sviluppando rimedi personali. Si narra che facesse preparare da uno speziale di fiducia a Marsiglia delle pillole a base di erbe, le “rose pills”, che, unite a rigorose norme igieniche, sembravano preservare dal contagio. La sua fama assunse tratti quasi taumaturgici; la sua sola presenza sembrava portare sollievo e speranza, facendogli guadagnare l’appellativo di “salvatore” in tutta la Provenza.

La svolta di Nostradamus: dalla tragedia personale alla preveggenza

Nonostante i successi professionali, la vita di Nostradamus fu segnata da una tragedia devastante. Stabilitosi ad Agen, sposò una giovane donna da cui ebbe due figli. Tuttavia, un’epidemia, probabilmente la stessa peste che aveva combattuto, gli portò via l’intera famiglia. Questo evento segnò una profonda rottura nella sua esistenza. Abbandonata la città, iniziò un lungo periodo di viaggi per l’Italia e la Francia. Fu in questi anni che il fuoco della preveggenza, un interesse coltivato sin da giovane, si riaccese con forza. Stabilitosi infine nella tranquilla cittadina di Salon-de-Provence, pur continuando a esercitare la professione medica, cominciò a dedicare sempre più tempo alla meditazione e allo studio delle arti occulte, ponendo le basi per la sua opera più famosa.

Le profezie di Nostradamus: la pubblicazione delle Centurie

Nel 1555, Nostradamus pubblicò la prima parte della sua opera monumentale, Les Prophéties (Le Profezie). Quest’opera non è un testo lineare, ma una raccolta di quartine in rima, raggruppate in insiemi di cento, chiamati Centurie. Il progetto originale prevedeva dieci Centurie, per un totale di mille profezie. Queste quartine, scritte in un linguaggio volutamente oscuro e polisemico, avrebbero predetto eventi futuri su una scala temporale di secoli. La sua fama di veggente esplose, e le sue profezie iniziarono a circolare in tutta Europa, suscitando un misto di ammirazione, timore e scetticismo.

Lo stile enigmatico delle quartine di Nostradamus

Lo stile delle profezie di Nostradamus è la chiave della loro longevità. Egli utilizzò un misto di francese arcaico, latino, greco e provenzale, ricco di anagrammi, simboli astrologici e riferimenti mitologici. Questa oscurità non era casuale: da un lato, lo proteggeva dalle accuse di eresia in un’epoca di forte controllo religioso; dall’altro, rendeva le sue quartine aperte a infinite interpretazioni, permettendo di adattarle a eventi storici di epoche diverse, dalla Rivoluzione Francese alle guerre mondiali, fino ai giorni nostri.

Il profeta dei re: l’incontro con Caterina de’ Medici

La fama delle sue profezie raggiunse la corte di Francia, attirando l’attenzione della regina Caterina de’ Medici, donna estremamente superstiziosa e interessata all’occulto. Nel 1556, convocò Nostradamus a Parigi. Dopo avergli commissionato l’oroscopo per i suoi figli, rimase così colpita da nominarlo Consigliere e Medico del Re. Si narra che Nostradamus avesse predetto la morte accidentale di suo marito, re Enrico II, durante un torneo, una profezia che si sarebbe tragicamente avverata nel 1559, consolidando definitivamente la sua reputazione di profeta infallibile presso la corte.

Gli ultimi anni e l’eredità di Nostradamus

Nostradamus trascorse i suoi ultimi anni a Salon, continuando a lavorare alle sue Centurie e a ricevere visitatori illustri da tutta Europa. Morì nel 1566, ma la sua eredità era appena iniziata. Sebbene molti storici e scienziati liquidino le sue opere come semplici scritti ambigui, la figura di Nostradamus continua a esercitare un fascino potente. Egli incarna la complessità del suo tempo, un’epoca in cui la scienza nascente, la fede religiosa e il sapere magico non erano mondi separati, ma parti di un’unica, grande ricerca della verità. Le sue profezie rimangono uno dei misteri più dibattuti della storia, un testamento enigmatico di un uomo che seppe guardare oltre il proprio tempo.

Prof. Giovanni Pellegrino

Fonte immagine: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Nostradamus_by_Cesar.jpg

 

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