Oggetti contro il malocchio: quello che devi sapere

Oggetti contro il malocchio: quello che devi sapere

Nel vasto mondo delle credenze popolari, esistono oggetti contro il malocchio che risalgono a tempi antichi. Questi oggetti rappresentano una sorta di barriera protettiva, una difesa contro le energie negative che possono essere scatenate dalle invidie e dagli sguardi malevoli. Le tradizioni legate al malocchio variano, ma condividono la convinzione che uno sguardo invidioso possa causare disagio e sfortuna.

Cos’è il malocchio e come riconoscerlo

Cos’è il malocchio? È una forma di energia negativa che, secondo la credenza popolare, viene trasmessa attraverso uno sguardo carico di invidia o ammirazione malevola. Non è necessariamente un atto volontario; a volte può essere scatenato da un complimento non sincero. Le sue origini sono antichissime e presenti in quasi tutte le culture del mondo, dalla Mesopotamia all’antica Grecia.

Secondo la tradizione, i sintomi più comuni del malocchio includono:

  • Mal di testa improvvisi e persistenti.
  • Stanchezza inspiegabile e senso di spossatezza.
  • Sfortuna ricorrente in vari ambiti della vita.
  • Nausea e disturbi allo stomaco senza cause mediche.

I più potenti oggetti contro il malocchio

Esploriamo in dettaglio gli oggetti contro il malocchio più conosciuti, amuleti potenti che hanno il compito di difenderci da queste influenze.

Il corno rosso napoletano

Uno dei più iconici oggetti contro il malocchio è il corno, particolarmente noto a Napoli. Questo cornetto, rigorosamente rosso e spesso realizzato in corallo o plastica, è considerato un amuleto potentissimo contro l’invidia. La sua forma appuntita serve a “perforare” e neutralizzare lo sguardo malevolo. Per essere efficace, la tradizione vuole che sia storto, duro e appuntito e, soprattutto, che sia stato ricevuto in dono.

L’occhio di Allah (Nazar)

L’occhio blu di vetro, conosciuto come Nazar Boncuk, è forse l’amuleto contro il malocchio più diffuso nel Mediterraneo, specialmente in Turchia e Grecia. Si crede che questo occhio abbia il potere di “guardare indietro” verso chi lancia il malocchio, respingendo l’energia negativa alla fonte. Se l’amuleto si rompe, significa che ha assorbito una forte negatività e ha compiuto il suo dovere, proteggendo il suo proprietario. Va quindi sostituito.

La mano di Fatima (Hamsa)

La Hamsa, o Mano di Fatima, è un amuleto a forma di palmo di mano aperto, popolare nella cultura mediorientale e nordafricana. Le cinque dita rappresentano i cinque pilastri dell’Islam, ma la sua origine è pre-islamica. È un simbolo di protezione, forza e benedizione, che difende chi lo indossa non solo dal malocchio ma da ogni tipo di negatività.

Il ferro di cavallo

Il ferro di cavallo è un simbolo di buona fortuna universale. Appeso sopra la porta di casa, si crede che protegga l’abitazione e i suoi abitanti. La sua efficacia contro il malocchio deriva dal materiale, il ferro, considerato un metallo magico in grado di respingere spiriti e influenze maligne. La posizione è importante: con le punte rivolte verso l’alto raccoglie la fortuna; con le punte verso il basso, la lascia scorrere su chi passa sotto.

Altri amuleti dal mondo

  • L’arcobaleno dipinto a mano in Irlanda: in Irlanda, è un amuleto legato alla natura e alla magia. Si crede che rappresenti un ponte tra il mondo terreno e quello spirituale, portando presagi positivi.
  • Il cavallo Dala in Svezia: il cavallo Dala, una statuetta di legno, è un simbolo di protezione e buona fortuna. Regalato, si dice che incanali l’energia positiva dell’animale.

Tabella riassuntiva degli amuleti

 

 

Amuleto Origine e Uso
Corno Rosso Origine: Napoli, Italia. Si usa come portachiavi, ciondolo o appeso in auto e in casa.
Occhio di Allah (Nazar) Origine: Turchia e Mediterraneo. Si indossa come gioiello o si appende per proteggere gli ambienti.
Mano di Fatima (Hamsa) Origine: Medio Oriente e Nord Africa. Usata come gioiello o decorazione per la casa.

Rituali per togliere il malocchio

Oltre agli amuleti, esistono specifici rituali volti a diagnosticare e rimuovere il malocchio.

Il rituale dell’olio

Questo è il metodo più diffuso, specialmente nel Sud Italia. Tradizionalmente, viene eseguito da una donna anziana ed esperta.

  1. Si riempie un piatto fondo bianco con dell’acqua.
  2. La persona che esegue il rito intinge il dito indice nell’olio d’oliva e lascia cadere tre gocce nell’acqua, recitando preghiere specifiche.
  3. La diagnosi: se le gocce d’olio rimangono piccole e separate, non c’è malocchio. Se le gocce si allargano, si uniscono o formano strani disegni (spesso un “occhio”), il malocchio è presente.
  4. La cura: il rituale viene ripetuto più volte, recitando le formule e tagliando simbolicamente l’olio con le forbici, finché le gocce non tornano a essere piccole e separate.

Le formule e le preghiere del rito

Le formule recitate durante il rito dell’olio sono un patrimonio orale, tramandato di generazione in generazione e spesso tenuto segreto. Non esiste una preghiera unica, ma solitamente sono un sincretismo tra preghiere cattoliche (come il Padre Nostro) e invocazioni popolari. Invocano la Santissima Trinità e spesso un santo protettore, come Santa Lucia (protettrice della vista). La struttura della formula è quasi sempre la stessa: si chiede di diagnosticare il male (ad esempio: “Occhio e contro-occhio, se è malocchio di testa, di pancia o di cuore, mostramelo”) per poi procedere a “tagliarlo” o annullarlo (“Te lo taglio con le forbici d’oro e d’argento, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”).

Altri rituali popolari

  • Il sale grosso: il sale è un potente purificatore. Una pratica comune consiste nel mettere una manciata di sale grosso in un bicchiere d’acqua e lasciarlo sotto il letto per una notte. Se al mattino il sale si è sciolto o l’acqua è torbida, significa che ha assorbito la negatività.
  • Il carbone o il fiammifero: si lasciano cadere tre carboni ardenti (o tre fiammiferi appena spenti) in una ciotola d’acqua. Se galleggiano, tutto bene. Se uno o più affondano, è segno della presenza del malocchio.

Il malocchio nel mondo: una prospettiva globale

La paura dello sguardo invidioso è universale, ma si manifesta in modi diversi.

  • Italia e Mediterraneo: il malocchio è una credenza profondamente radicata, vista come una vera e propria “fattura” involontaria causata dall’invidia. È legata a sintomi fisici precisi e combattuta con rituali specifici e una ricca tradizione di amuleti.
  • Mondo anglosassone: qui l’espressione “evil eye” ha un significato più metaforico. “To give someone the evil eye” significa semplicemente lanciare un’occhiataccia di disapprovazione. Manca la componente magica e ritualistica.
  • Tradizione ebraica: l'”Ayin Hara” (occhio cattivo) è un concetto molto serio. La negatività può essere scatenata anche da un complimento, per cui è comune aggiungere la frase “bli ayin hara” (senza malocchio). La protezione più nota è la cordicella rossa legata al polso.

Consigli pratici: dove comprare e come usare gli amuleti

  • Dove comprare il corno napoletano: il luogo per eccellenza è la via di San Gregorio Armeno a Napoli. Qui si possono trovare cornetti artigianali di ogni forma e dimensione.
  • Riconoscere un corno “efficace”: secondo la tradizione, un vero corno portafortuna deve essere rosso, fatto a mano (quindi con piccole imperfezioni), rigido, storto e appuntito.
  • La regola d’oro: per la massima efficacia, un amuleto contro il malocchio non dovrebbe mai essere comprato per sé stessi, ma sempre ricevuto in dono. Questo “attiva” il suo potere protettivo.
  • Come usarli: i piccoli amuleti come corni e occhi vanno portati a contatto con la persona (come ciondoli o in tasca). Quelli più grandi, come il ferro di cavallo o i Nazar, vanno appesi sopra la porta d’ingresso per proteggere la casa.

Fonte immagine: Pixabay

 

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