Paola Riccora (pseudonimo di Emilia Vaglio Capriolo, Napoli, 1884 – Napoli, 1976) è stata una delle prime donne commediografe italiane, una figura pionieristica che ha saputo affermarsi in un mondo, quello del teatro, all’epoca dominato dagli uomini. La sua storia è un esempio di talento, passione e determinazione, ma anche di come il caso e le circostanze della vita possano aprire strade inaspettate. È ricordata soprattutto per aver “battezzato” artisticamente un giovane Eduardo De Filippo, offrendogli l’opportunità di cimentarsi con un ruolo drammatico.
Paola Riccora: la commediografa che “battezzò” Eduardo De Filippo
La vita di Paola Riccora: da Emilia Vaglio alla ribalta del teatro napoletano
L’infanzia a Napoli e la passione per il teatro
Emilia Vaglio nasce a Napoli alla fine dell’Ottocento, in una famiglia borghese di origini lucane. Fin da bambina, sviluppa una grande passione per il teatro, frequentando assiduamente le sale teatrali napoletane insieme alla madre e organizzando recite domestiche, uniche forme di evasione in una vita altrimenti rigidamente controllata. Il padre, avvocato, aveva per lei un futuro già scritto: quello di moglie e madre, un destino comune a molte donne dell’epoca, un futuro già delineato.
Il matrimonio, la guerra e l’inizio della carriera come traduttrice
Emilia sposa l’avvocato Caro Capriolo e diventa madre di due figli. Ma nel 1915, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e la chiamata alle armi del marito, la sua vita cambia radicalmente. Per garantire un sostentamento alla famiglia, Emilia si rivolge ai clienti del marito, alcuni dei quali lavorano nel mondo del teatro, e così inizia a lavorare.
Lo pseudonimo maschile “Paolo Riccora” e il successo
Inizia così, quasi per caso, la sua carriera nel mondo dello spettacolo: traduce commedie brillanti dal francese al napoletano per il “Teatro Nuovo” di Napoli, diretto da Eugenio Aulicino. È in questo contesto che Emilia scopre il suo talento di autrice, adattando i testi originali e infondendo nei personaggi una vivace e autentica napoletanità.
Per proteggere la sua reputazione in un’epoca in cui il lavoro femminile, e in particolare quello nel mondo dello spettacolo, era visto con sospetto, Emilia adotta lo pseudonimo maschile di Paolo Riccora, anagramma del nome e cognome del marito.
I suoi adattamenti riscuotono un grande successo di pubblico, ma l’identità dell’autore rimane un mistero. Quando il pubblico acclama l’autore, sul palco non si presenta mai nessuno, alimentando la curiosità e le speculazioni.
Le opere di Paola Riccora: tra pochades e commedie originali
Le traduzioni e gli adattamenti dal francese al napoletano
Il lavoro di traduzione e adattamento permette a Paola Riccora di affinare la sua scrittura e di sperimentare con il linguaggio teatrale. Le sue versioni napoletane delle commedie francesi sono vivaci, originali e piene di riferimenti alla cultura e alla società partenopea, allontanandosi molto dai testi originali. Le sue traduzioni non sono mai state semplici trasposizioni linguistiche.
Le commedie originali: *Nevicata d’aprile* e altre opere
Dopo il successo delle sue traduzioni, e dopo essere stata “smascherata” da Matilde Serao, Paola Riccora decide di rivelare la sua vera identità e di dedicarsi alla scrittura di commedie originali.
Tra le sue opere più note ci sono le pochades (commedie brevi e leggere) ‘Nu mese ô frisco e La presidentessa. Nel 1920, scrive Nevicata d’aprile, la sua prima commedia originale, che le assicura una solida fama in tutta Italia.
L’incontro con Eduardo De Filippo e la collaborazione artistica
*Sarà stato Giovannino*: un punto di svolta per i De Filippo
Un giorno, un giovane attore, Eduardo De Filippo, accompagnato dai fratelli Peppino e Titina, si presenta a casa di Paola Riccora, chiedendole una commedia. I De Filippo, già noti per le loro interpretazioni di farse popolari, sono alla ricerca di un testo più complesso e drammatico, che permetta loro di mostrare le loro capacità di attori a tutto tondo, non solo comici.
Paola Riccora affida loro Sarà stato Giovannino (1933), una commedia ambientata in una famiglia napoletana, in cui Giovannino, un parente povero e disprezzato, diventa il capro espiatorio di tutte le tensioni e i conflitti familiari.
La gratitudine di Eduardo e l’interruzione della collaborazione
Sarà stato Giovannino segna un punto di svolta nella carriera dei De Filippo, e in particolare in quella di Eduardo, che grazie a questo ruolo ha l’opportunità di mostrare le sue doti di attore drammatico, ottenendo il plauso della critica e del pubblico.
Eduardo sarà sempre grato a Paola Riccora per questa opportunità, come testimoniano le sue parole: “Carissima D. Emilia, che diavolo avete combinato? Non c’è che dire: ce ponno cchiù ll’uocchie… L’invidia non ci lascia tranquilli. Il successo è stato pieno sotto ogni punto di vista. Tutta la stampa è d’accordo e finanziariamente è stato un vero trionfo“.
Dopo altre due commedie, la collaborazione tra Paola Riccora e i De Filippo si interrompe, ma il contributo di Paola alla carriera di Eduardo rimane fondamentale.
L’eredità di Paola Riccora: una pioniera del teatro femminile
Paola Riccora continua a scrivere commedie per tutta la vita, collaborando con altri importanti attori e compagnie teatrali, tra cui Raffaele Viviani, Ettore Petrolini e Dina Galli. Muore a Napoli nel 1976, all’età di 91 anni, lasciando un’importante eredità al teatro italiano.
Paola Riccora è stata una figura di grande importanza nel panorama teatrale italiano del Novecento, una delle prime donne a imporsi come autrice di commedie in un ambiente prevalentemente maschile. La sua storia dimostra come il talento e la passione possano superare le barriere e i pregiudizi, aprendo nuove strade per le generazioni future.
Come lei stessa scrisse, riflettendo sulla sua carriera: “Come chiudo il bilancio della mia carriera di commediografa? Con un passivo di molte amarezze e qualche delusione. Con un attivo di soddisfazioni morali che le compensano. Un pareggio, come vedete, che non tutti bilanci raggiungono. E che mi permette di guardare al passato con la serenità di chi sa di non aver completamente perduto il suo tempo“.