Poesie di Charles Bukowski, le 5 più belle

Le 5 poesie più belle di Charles Bukowski

Poesie di Charles Bukowski, le migliori (secondo noi)

Associato spesso alla corrente letteraria del “realismo sporco”, Charles Bukowski è stato un poeta e scrittore statunitense che vanta più di sessanta libri pubblicati (raccolte di racconti, di poesie e romanzi. Il suo morboso rapporto con l’alcol e con il sesso (anche all’interno delle sue opere) non ci deve far sottovalutare la sua incredibile bravura nel descrivere le controverse situazioni della vita.

Nato a Andernach in Germania da genitori statunitensi, la sua famiglia si trasferì a Los Angeles quando lui aveva 3 anni. Ebbe un’infanzia difficile, segnata dalla povertà e dall’abuso domestico del padre. Abbandonò presto la scuola e svolse una serie di lavori umili come fattorino, imbianchino, operaio.

Iniziò a scrivere racconti e poesie fin da giovane, spesso pubblicandoli su piccole riviste underground. Il suo stile diretto, crudo e schietto, incentrato su temi come sesso, alcol, solitudine e vita di strada, lo resero una voce anticonformista molto apprezzata dalla controcultura.

Il suo grande talento venne scoperto tardi, all’età di quasi 50 anni, quando la casa editrice Black Sparrow Press iniziò a pubblicare le sue raccolte di poesie come “L’amore è un cane dell’inferno” del 1977. Da quel momento la sua fama esplose e divenne un’icona della beat generation e della poesia urbana.

Bukowski continuò a scrivere romanzi seminali come “Postino” e “Donne” fino alla sua morte nel 1994, all’età di 73 anni, lasciando un’impronta indelebile nella letteratura americana del XX secolo.

Ecco le 5 poesie più belle di Charles Bukowski, tradotte in italiano.

Poesie di Charles Bukowski: Fuori posto

Fuori posto è una delle tante poesie di Charles Bukowski che parla della sensazione che spesso tutti abbiamo di sentirci fuori posto e diversi dagli altri.

Brucia all’inferno
questa parte di me che non si trova bene in nessun posto
mentre le altre persone trovano cose
da fare
nel tempo che hanno
posti dove andare
insieme
cose da
dirsi.

Io sto
bruciando all’inferno
da qualche parte nel nord del Messico.
Qui i fiori non crescono.

Non sono come
gli altri
gli altri sono come
gli altri.

Si assomigliano tutti:
si riuniscano
si ritrovano
si accalcano
sono
allegri e soddisfatti
e io sto
bruciando all’inferno.

Il mio cuore ha mille anni.
Non sono come
gli altri.
Morirei nei loro prati da picnic
soffocato dalle loro bandiere
indebolito dalle loro canzoni
non amato dai loro soldati
trafitto dal loro umorismo
assassinato dalle loro preoccupazioni.

Non sono come
gli altri.
Io sto
bruciando all’inferno.

L’inferno di
me stesso.

 

Adesso ci sono computer e ancora più computer

Una delle poesie più belle di Charles Bukowski, Adesso ci sono computer e ancora più computer è attualissima e tratta dei pericoli di avere un computer.

Adesso ci sono computer e ancora più computer

e presto tutti ne avranno uno,
i bambini di tre anni avranno i computer
e tutti sapranno tutto
di tutti gli altri
molto prima di incontrarli
e così non vorranno più incontrarli.
Nessuno vorrà incontrare più nessun
altro mai più
e saranno tutti
dei reclusi
come me adesso

Quando Dio creò l’amore

Una delle poesie più belle di Charles Bukowski, Quando Dio creò l’amore è un inno alla perfezione della donna amata dal poeta.

Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra

Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo

Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.

Poesie di Charles Bukowski: E così vorresti fare lo scrittore

E così vorresti fare lo scrittore, una delle poesie più note di Charles Bukowski, parla dell’arte di scrivere, che non deve mai essere un obbligo, ma una vocazione.

E così vorresti fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.

se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.

se lo fai solo per soldi o per fama,
non farlo
se lo fai perchè vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.

Se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.

se devi aspettare che ti esca come un ruggito,
allora aspetta pazientemente.
se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos’altro
se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.

non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall’autocompiacimento

le biblioteche del mondo
hanno sbadigliato
fino ad addormentarsi per tipi come te
non aggiungerti a loro
non farlo
a meno che non ti esca
dall’anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all’omicidio,
non farlo
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da sè e continuerà finchè tu morirai o morirà in te.

non c’è altro modo
e non c’è mai stato.

Le parole

Una delle poesie di Charles Bukowski più note è questa, che parla del magico potere delle parole, con cui possiamo esprimere tutto, se solo sappiamo usarle.

Le parole non hanno occhi né gambe,
non hanno bocca né braccia,
non hanno visceri
e spesso nemmeno cuore,
o ne hanno assai poco.

Non puoi chiedere alle parole
di accenderti una sigaretta
ma possono renderti più piacevole
il vino.

E certo non puoi costringere le parole
a fare qualcosa che non
voglion fare.
Non puoi sovraccaricarle
e non puoi svegliarle
quando decidono di dormire.

A volte
le parole ti tratteranno bene,
a seconda di quel
che gli chiedi
di fare.
Altre volte,
ti tratteranno male,
qualunque cosa
tu gli chieda di fare.

Le parole vanno
e vengono.
Qualche volta ti tocca
di aspettarle a lungo.
Qualche volta non tornano
più indietro.

Qualche volta gli scrittori
si uccidono
quando le parole li lasciano.
Altri scrittori
fingeranno di averle ancora
in pugno
anche se le loro parole
sono già morte e sepolte.

Fanno così
molti scrittori famosi
e molti meno famosi
che sono scrittori soltanto
di nome.

Le parole non sono
per tutti.
E per la maggioranza,
esistono
soltanto per poco.

Le parole sono
uno dei più grandi
miracoli
al mondo,
possono illuminare
o distruggere
menti,
nazioni,
culture.
Le parole sono belle
e pericolose.

Se vengono a trovarti,
te ne accorgerai
e ti sentirai
il più fortunato
della terra. Nient’altro avrà più
importanza
e tutto sembrerà importante.

Ti sentirai
il dio sole,
riderai del tempo che fugge,
ce l’avrai fatta,
lo sentirai
dalle dita
fino alle budella,
e sarai diventato,
finché
dura,
un fottutissimo scrittore
che rende possibile
l’impossibile,
scrivendo parole,
scrivendole,
scrivendole.

Fonte immagine per l’articolo sulle poesie di Charles Bukowski: Pixabay

 

A proposito di Rosalba Rea

Sono Rosalba, amo leggere e imparare cose nuove. Scrivere poesie è sempre stata la mia passione più grande.

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