Poesie sull’autunno, le 5 più belle

Poesie sull'autunno

Le poesie sull’autunno sono una bellezza inesorabilmente maestosa, che oscilla tra una molteplicità di componenti e la musicalità che li caratterizza; grazie alle celebri liriche (italiane e non) si può identificare pienamente la peculiarità di tale stagione, tra le preferite soprattutto dagli scrittori. Qualcuno è solito dire: “L’autunno è uno stato d’animo”, può sembrare una frase fatta, una banalità, ma in realtà dietro di essa si cela proprio l’essenza di quanto si prova durante questo periodo.
L’autunno può suscitare malinconia, ad altri nostalgia, ad altri ancora romanticismo, insomma, emozioni contrastanti come è giusto e normale che sia, spesso espresse proprio attraverso le poesie.
Leggendo i grandi autori non solo italiani, si possono scorgere raccolte poetiche il cui tema predominante è proprio l’autunno, descritto tra fascino e bellezza, malinconia ma anche suggestione.

Le poesie sull’autunno spesso possono essere considerate delle vere e proprie metafore di vita e di quanto quotidianamente accade.
Simbolo dell’autunno sono tra le altre cose, le foglie che cadono, gialle, marroni, beige, tonalità diverse che esprimono bellezza senza tempo. Proprio le foglie sono il fulcro di una nota poesia di Trilussa, intitolata Foglie gialle. Si tratta di una lirica celebre e popolare, in linea con lo stile del poeta romano che faceva della semplicità lo strumento cardine della propria scrittura. La poesia rievoca immagini malinconiche alternando rime baciate e una alternata che conferiscono musicalità a quanto si legge. La bellezza delle foglie gialle è paragonata al volo delle farfalle, con una dolce metafora che lascia spazio all’immaginazione.

“Ma dove andate,
povere foglie gialle,
come tante farfalle spensierate?
 Venite da lontano o da vicino?
 Da un bosco o da un giardino?
 E non sentite la melanconia
del vento stesso che vi porta via?”
L’atmosfera autunnale, solitamente richiama un leggero senso di tristezza ma solo perché ci si allontana dall’estate, per eccellenza considerata “la bella stagione”. Grazie alle poesie sull’autunno, poeti, autori e anche cantanti, hanno trasformato quello spirito di transizione spesso interpretato come negativo, in qualcosa di speciale, descrivendo la bellezza della stagione che precede l’inverno. A tal proposito si può menzionare un’altra poesia di Vincenzo Cardarellli, nella quale si legge: “Autunno. Già lo sentimmo venire / nel vento d’agosto”.
All’interno del componimento il celebre autore analizza lo stato d’animo di una mattina qualsiasi, quando sente l’aria fresca sul proprio viso, ma anche il colore delle foglie, prendendo consapevolezza che l’estate sia ormai finita “trascinandosi dolcemente ed improvvisamente”, come fanno le rondini.
Anche in questo caso, così come per la lirica in generale, il messaggio è chiaro, così come cambia il colore delle stagioni, nello stesso modo si trasforma anche lo stato d’animo e il pensiero delle persone che vivono momenti diversi, apprezzando momenti, elementi, caratteristiche, identità di un’esistenza in continuo mutamento. Secondo Cardarelli, l’estate, che sembrava eterna, va via lasciando spazio all’autunno.

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Con l’autunno sembra quasi che la vegetazione si lasci andare e che tutto in qualche modo di lasci andare a ciò che sarà. Il vento non è forte, ma spesso smuove non solo gli alberi, ma anche gli animi, proprio come nel caso delle poesie che contraddistinguono il panorama letterario italiano.
Il cosiddetto – foliage – è un vero e proprio fenomeno ciclico che accompagna la società da sempre; una volta all’anno, in un processo che nel corso dei secoli ha affascinato poeti, pittori, musicisti. La caduta delle foglie, ma anche i colori, l’atmosfera cupa, gli alberi che si spogliano, gli elementi della natura, gli animali che piano piano si preparano al letargo, rappresentano sin da sempre, una spinta al raccoglimento e alla riflessione.
Per quanto riguarda la diffusione delle poesie sull’autunno, nell’ambito specifico della poesia italiana,  la stagione di cui parliamo sembra che fosse molto cara anche al celebre poeta Salvatore Quasimodo, che ne faceva perfetta metafora della propria esistenza, apprezzandone però, colori e alcune caratteristiche; la ricerca di una verità metafisica si fa più urgente nella luce calante che sembra travolgere il mondo in un tramonto precoce.
La famosa poesia sull’autunno scritta dal poeta ermetico si intitola appunto: Autunno, e riporta:
“Autunno mansueto, io mi posseggo
e piego alle tue acque a bermi il cielo,
fuga soave d’alberi e d’abissi”.
Nella prima terzina l’attenzione del poeta è concentrata sulla descrizione accurata del paesaggio, o meglio sull’atmosfera autunnale che però sfuma in una dimensione aleatoria della visione mentale.

L’autunno è la stagione di una “fuga soave”, dunque della morte dolce e inevitabile di tutte le cose: gli alberi perdono le loro foglie e si avviano verso la svestizione invernale. Quasimodo descrive un sentimento di abbandono, cui anche lui stesso si piega con la sua persona con docilità.
Nella morte delle foglie che cadono e si rinnovano il poeta sembra trovare consolazione, come qualcosa che risana le ferite con la promessa di una resurrezione.
Come si può notare, anche con Salvatore Quasimodo, l’autunno si avviluppa di un’identità culturale e anche di tipo naturalistico. È come se la stagione si “umanizzasse”, attraverso le attività proprie delle persone, ma anche grazie alle liriche che tengono compagnia durante i pomeriggi di relax. Le poesie dell’autunno rappresentano un universo collettivo nel quale ognuno si può riconoscere.

Le poesie sull’autunno quindi rappresentano veri e propri estratti di vita e non richiamano esclusivamente ad episodi o stati d’animo malinconici. 
La scrittura in questo senso rappresenta la carta vincente. Ogni componimento rappresenta un bagaglio culturale, personale, sociale, identitario, all’interno del quale si condensano una serie di caratteristiche che evocano una forte emotività.
Ultima poesia, non di certo per importanza, è di Giuseppe Ungaretti, essa recita:
“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Breve, coincisa ma di forte impatto, soprattutto perché descrive lo stato di precarietà vissuto dal poeta mentre scrisse la poesia, tra le più studiate tra i banchi di scuola.
La poesia, Soldati, racconta dell’esperienza di vita del poeta soldato in trincea verso la fine della Grande Guerra ed è stata composta nel Bosco di Courton, in Francia. Luogo e data sono indicati proprio sotto il testo della poesia stessa, usanza ricorrente per dare alle poesie l’aspetto di un diario.

Infondo si può dire che l’autunno metaforicamente rappresenti proprio tutto ciò, il senso di smarrimento che talvolta può caratterizzare l’animo umano. E’ autunno quando si prova tristezza, ma è autunno anche il rumore della pioggia, il fuoco della legna che arde, una tisana calda, e la bellezza scarna che insegna ad apprezzare le piccole cose.

Fonte immagine: Pixabay

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