Le avventure di Dioniso, il dio più pazzo dell’Olimpo

Le avventure più divertenti di Dioniso, il dio più pazzo dell'Olimpo

Dioniso è il famosissimo dio del vino, uno stravagante, vitale, perennemente ebbro, festaiolo e scapestrato playboy. 
La sua figura è legata profondamente alla natura e allo stesso tempo è esponente delle pulsioni più profonde degli esseri umani; il dio ne incarna, infatti, la parte selvaggia, irrazionale, animalesca e frenetica. Libero da ogni vincolo morale, è impegnato in una perenne ricerca edonistica che si compie in un delirio mistico di eventi curiosi e povero di sobrietà. D’ispirazione per qualsiasi party movies, alla “Project X” o “Una notte da leoni”, la vita del dio del vino è disseminata di accadimenti buffi, storie osé e feste scalmanate. Scopriamo insieme quali furono le avventure più divertenti di Dioniso!

Il bambino nato due volte

Dioniso venne partorito prematuramente, prima dallo sfortunato grembo materno e poi crebbe nel polpaccio del padre Zeus, dove completò il suo sviluppo prima di essere infine affidato alle cure delle ninfe. Fin da piccolo, Dioniso fu afflitto da un fato tormentato. Rimasto orfano di madre a causa del tranello della malefica Era, poi costretto a vagabondare per sfuggire da quest’ultima, fu infine ridotto alla follia dalla moglie di Zeus che proprio non riusciva a perdonargli il frutto della sua ennesima scappatella. 

La scoperta del Vino

Le avventure di Dioniso iniziano già da quando, portato in fasce da Ermes in Tracia, viene affidato alle cure delle ninfe e del vecchio satiro Sileno, grazie ai quali crebbe forte e spensierato. Con il passare degli anni, sviluppò un rapporto sempre più fusionale e panico con la natura, tanto che amava trascorrere giornate intere ricoperto da tralci di vite. Un giorno d’estate, all’ombra di una grotta, mentre con quei tralci si trastullava, il giovane dio notò un liquido singolare sgorgare dai chicchi d’uva, dalla fragranza inebriante e  dal gusto meravigliosamente saporito. E così, quasi per gioco, iniziò a offrire la bevanda a tutte le creature dei boschi. Ecco che avvenne il finimondo: tutti iniziarono a essere rinvigoriti dalla bevanda e si diedero alle danze, chiassosi, felici, ricolmi di gioia, tra chi cantava e chi suonava animatamente cembali e timpani, in una magnifica celebrazione orgiastica della vita.

In ostaggio dei Pirati

La natura istrionica di Dioniso lo portò a voler diffondere la sua scoperta in tutto il mondo. Desideroso di condividere gli effetti di tale bevanda con gli dei ma anche con gli uomini, iniziò un lungo peregrinare, che lo vide toccare persino le coste dell’Egitto e dell’India. Proprio durante uno di questi viaggi, la sua nave venne assaltata dai pirati. Il dio più pazzo dell’Olimpo, per tutta risposta, trasformò l’intera imbarcazione in un vigneto gigante, abitato da animali ferocissimi con i quali spaventò i pirati, che terrorizzati si gettarono in mare. Per divertimento poi, tramutò quei furfanti in delfini.

La competizione con Ercole

In una comitiva di amici, c’è sempre quello un po’ sbruffone che si vanta delle proprie doti di resistenza alcolica, e che poi finisce per fare sempre la figura del pollo. In questo caso, lo sbruffoncello di turno fu niente poco di meno che il grandissimo Ercole, il quale, oltre a essere il più forte tra gli eroi, si era proclamato, in qualche occasione, il più grande bevitore di vino di sempre. Per tutta risposta, il dio delle viti lo invitò ad una gara di bevute. I due avevano un rapporto tendenzialmente competitivo, che vedeva solitamente stravincere il figlio di Zeus e Alcmena; per una volta, però, il fato sorrise a Dioniso, il quale stravinse la competizione alcolica rimanendo sobrio molto più a lungo di Ercole, che invece stramazzò al suolo vinto dal vino. 

Il rapimento delle Ninfe

Tra le avventure di Dioniso vi era il rapimento di ninfe e donzelle, una delle pratiche preferita dal dio della vitalità che, in preda alla solita frenesia estatica, non riusciva mai a placare i propri bollenti spiriti. Quasi sempre, le molestie di Dioniso nei confronti delle custodi dei boschi erano talmente ripetute e fastidiose da dover far intervenire il padre degli dei in persona, il divino Zeus

Il nascondiglio dei vitigni 

Le avventure di Dioniso spesso lo vedono in contrasto con gli esseri umani, e soprattutto con vecchi ubriaconi dal fegato d’acciaio. Una di queste lo vide impegnato nell’attività del nascondiglio dei vitigni, preoccupato dalle incursioni di uccelli e altri animali, ma soprattutto infastidito da certi ladroni che spesso si appropriavano indebitamente della sua bevanda sacra. Uno di questi era un vecchio ubriacone che, spiandolo giorno e notte, riuscì a scoprire l’ubicazione dei vitigni e in seguito la andò a spifferare ai quattro venti. Quando Dioniso lo venne a sapere, adirato, decise di trasformarlo per punizione in un bruciatore di carbone.

Il matrimonio con Arianna

L’ultima tra le strabilianti avventure di Dioniso riguarda le sue nozze. La povera Arianna, abbandonata sull’isola di Nasso da quel “fetente” di Teseo, avvezzo a comportamenti poco signorili, se ne stava ribollente di rabbia e col cuore spezzato sulle rive del mare, intenta a togliersi la vita. La giovane donna non poteva sapere che in realtà Teseo la abbandonò proprio per volere del dio strabico Dioniso, il quale comparve in sogno al guerriero ateniese, comunicando il suo amore per la bella Arianna e intimandogli di abbandonarla. Fu così che Dioniso si presentò sulla spiaggia deserta e trasse in salvo la giovane dal suo destino, prendendola in sposa nonostante fosse ormai impazzita per amore. Probabilmente, al più pazzo degli dei, piaceva molto di più così. 

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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