Samon e Akana: la fedeltà nel Giappone feudale

Samon e Akana

Samon e Akana sono i due protagonisti del racconto intitolato Kikka no chigiri (菊花の約, L’appuntamento dei crisantemi), appartenente all’opera Ugetsu Monogatari (雨月物語, Racconti di Pioggia e di Luna) di Ueda Akinari. Come per altri racconti della raccolta, anche L’appuntamento dei crisantemi prende spunto da un racconto cinese, adattandolo al contesto giapponese. Motivo per cui troveremo, ad esempio, un samurai al posto di un mercante come protagonista.

I valori confuciani fanno spesso da sottotesto e, in modo particolare, la storia di Samon e Akana si contraddistingue per l’esaltazione di virtù tipiche dei samurai come fedeltà, lealtà e senso del dovere.

La storia di Samon e Akana

Hasebe Samon viveva nella provincia di Harima (l’attuale prefettura di Hyōgo) con sua madre in condizioni economiche precarie. Egli era un samurai non belligerante che aveva deciso di dedicare la sua vita allo studio. Un giorno, recatosi da un suo conoscente, Samon incontra per la prima volta Akana Sōemon, estremamente malato, al punto da non riuscire a parlare. Il protagonista decide, dunque, di aiutarlo e visitarlo ogni giorno finché non si fosse ripreso. Così, Samon e Akana diventano amici e il secondo racconta di essere un esperto di trattati militari proveniente da Izumo. Il suo signore era stato ingannato ed assassinato da un altro signore feudale di nome Amako; dunque lui, riuscendo a scappare, si era ammalato durante il viaggio. Nonostante le difficoltà economiche, Samon e sua madre decidono di ospitarlo a casa loro, dimostrando enorme generosità. Nasce così un legame fraterno tra i due. Akana, però, sente il bisogno di tornare indietro e vendicare il suo signore, promettendo di ritornare il giorno della festa dei crisantemi. Samon aspetta impaziente quel giorno e, nel momento in cui sta perdendo le speranze, vede Akana apparire al chiaro di luna. Quest’ultimo, però, gli svela di essere un fantasma: era stato ingannato e incatenato da suo cugino Tanji e aveva deciso di suicidarsi per mantenere la sua promessa, giungendo dall’amico sotto forma di spirito, per poi dissolversi. Samon decide di riprendere la sua spada e si reca ad Izumo per onorare il gesto di Akana e vendicarlo: giunto da Tanji, lo rimprovera e lo uccide, per poi andarsene. Amako, commosso dal senso di fedeltà emanato da Samon e Akana, decide di lasciarlo fuggire.

Possiamo notare come i valori confuciani siano elogiati dall’antagonista stesso che, nonostante si sia macchiato di un assassinio, è capace di riconoscere la bellezza di un legame sincero.

Il racconto termina con una frase che lamenta l’incostanza delle persone, anche se ciò contraddice il contenuto della storia. Sia Samon che Akana incarnano alla perfezione tutte le virtù di un prototipo di uomo che di lì a poco sarebbe gradualmente scomparso con l’avanzare della modernità. La nota tragica finale contribuisce alla resa di un legame che va oltre i confini della morte.

 

Fonte immagine: Wikipedia

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