Sculture di Michelangelo: le 6 opere da conoscere

Sculture di Michelangelo: le 6 opere da conoscere

Uno dei più importanti artisti della storia dell’arte, Michelangelo ha mostrato la sua genialità in tanti campi: pittura, architettura, scrittura e scultura. Analizziamo 6 tra le più belle sculture di Michelangelo.

Michelangelo Buonarroti è considerato il più grande scultore di tutti i tempi. Dal carattere burrascoso e solitario, ha sempre dato prova della sua incredibile sensibilità nella raffinatezza delle sue opere.

Analizziamo insieme il genio di Michelangelo in 6 delle sue più importanti sculture:

1. David (1501-1504)

Considerato «l’oggetto artistico più bello mai creato dall’uomo», il David è certamente una tra le sculture di Michelangelo più conosciute ed amate. Proprio come la Venere di Botticelli è considerata l’emblema della bellezza femminile nell’arte, così il David è ritenuto il simbolo della bellezza maschile. L’opera, alta 520 cm, è conservata presso la Galleria dell’Accademia a Firenze e rappresenta l’eroe biblico Davide nel momento in cui si prepara ad affrontare il gigante Golia. Il David di Michelangelo, a differenza delle numerose e precedenti rappresentazioni dello stesso soggetto nel momento successivo all’uccisione di Golia, presenta il personaggio nel momento che precede la battaglia. Davide ha lo sguardo accigliato e penetrante, l’espressione di una forte concentrazione mentale. I muscoli, invece, sono a riposo pur trasmettendo una forte potenza e nella mano destra Davide stringe il sasso con il quale sconfiggerà poco dopo Golia. Il corpo giovane ed atletico del personaggio è mostrato attraverso un accurato studio dell’anatomia, come il collo in cui è ben visibile una vena; la struttura dei tendini e, non per ultima, la perfetta venatura delle mani e dei piedi.

Sculture di Michelangelo: le 6 opere da conoscere 
Fonte immagine: Wikipedia

2. Bacco (1497)

Il Bacco è una delle poche sculture di Michelangelo con un soggetto profano. Essa fu commissionata all’artista dal cardinale Raffaele Riario nel 1496, dopo essere stato vittima di una truffa. Il cardinale, infatti, da collezionista di opere antiche, acquistò per la somma di duecento ducati un Cupido dormiente, artificiosamente reso antico e fintamente sotterrato, spacciato per reperto archeologico e venduto sul fiorente mercato di opere d’arte a Roma. In realtà il Cupido dormiente era una creazione di Michelangelo, ignaro della truffa, che il cardinale volle comunque incontrare e conoscere. Dopo questo incontro, a Michelangelo fu commissionata una statua all’antica, il Bacco, per l’appunto.
L’opera, alta 203 cm e conservata presso il Museo nazionale del Bargello a Firenze, raffigura il mito pagano del dio del vino, qui rappresentato ebbro e barcollante con in mano una coppa. Dietro di lui è rappresentato un satiro che, con aria furba, assaggia l’uva che Bacco tiene con la mano sinistra. È una splendida scultura di un fanciullo espressivo, in grado di gareggiare con le opere di età ellenistica.


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3. Mosè (1513-1515; 1542)

Alta 235 cm, l’opera marmorea del Mosè è una delle sculture di Michelangelo più affascinanti. È oggi conservata nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, come parte del complesso statuario pensato come tomba di Papa Giulio II. All’interno del monumento formato da due parti, una superiore ed una inferiore, la statua del Mosè è posizionata al centro del registro inferiore. Il profeta dalla folta barba viene rappresentato seduto, con la testa rivolta verso sinistra. La posizione delle gambe, con quella sinistra sollevata con la sola punta del piede e il piede destro ben posato a terra, ricorda molto quella del Profeta Isaia di Raffaello. Nelle fonti, infatti, si dice che Michelangelo apprezzasse particolarmente quell’affresco.
Il braccio sinistro di Mosè, invece, è abbandonato sul grembo, mentre in quello destro si reggono le Tavole della Legge. Anche in questo caso, Michelangelo ha adoperato l’estremo realismo che lo contraddistingue, attraverso la rappresentazione di un’anatomia perfetta. Un aneddoto legato a questa scultura vuole, infatti, che Michelangelo, dopo aver portato a termine il Mosè abbia esclamato «Perché non parli?», data l’estrema realisticità del personaggio.


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4. Pietà vaticana (1497-1499)

Collocata presso la Basilica di San Pietro in Vaticano, la Pietà è tra le sculture di Michelangelo più monumentali. L’opera attira ogni anno numeri infiniti di visitatori ed è considerata il primo capolavoro dell’artista. Michelangelo, infatti, al tempo della composizione della Pietà aveva poco più di vent’anni; gli fu commissionata dal cardinale francese Jean Bilhères de Lagraulas destinata alla cappella di Santa Petronilla.
I gruppi scultorei raffiguranti la Pietà, prima di Michelangelo, erano realizzati su supporti di legno in quelle opere diffuse in area nordica con il nome di Vesperbild, collegati alla liturgia del Venerdì Santo e abbastanza rari in Italia. L’iconografia mostrava il busto eretto di Maria, la quale sosteneva il corpo rigido di Gesù. Michelangelo rompe con questa tradizione, raffigurando il corpo di Cristo morbidamente adagiato tra le braccia della madre. La Madonna sorregge il figlio e tiene lo sguardo verso il basso, mentre con la mano sinistra appena alzata, sembra voler mostrare il figlio morto agli osservatori.
La bellezza dell’opera risiede principalmente nell’estrema naturalezza dei corpi: Maria è rappresentata molto giovane, proprio per sottolineare la castità della Vergine; il corpo di Gesù, invece, messo maggiormente in risalto dalle abbondanti vesti della Madonna, dà un senso di morbidezza tanto naturale da poter quasi avvertirlo con mano.

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5. Schiavo morente (1513)

Lo Schiavo morente è una delle due sculture di Michelangelo conservate al Museo del Louvre di Parigi appartenenti al progetto dei due prigioni pensati per la tomba di Giulio II. Alta 229 cm, lo Schiavo morente è ispirato, nella sua posizione verticale piuttosto che orizzontale, al Niobide morente degli Uffizi. Il giovane schiavo è raffigurato nudo, a figura intera, ed in piedi. Il suo corpo, di straordinaria bellezza, è levigato e posizionato sinuosamente nello spazio, nell’esatto momento in cui la morte lo afferra. Tuttavia, l’espressione è languida, calma, come se dormisse profondamente. Il bacino è spostato verso sinistra, per la posizione delle due gambe: quella destra è tesa, mentre quella sinistra è poggiata in terra con la punta del piede.
Molto interessante è la raffigurazione di una scimmia proprio dietro le gambe dello schiavo. In modo pratico essa aveva lo scopo di sorreggere il peso della statua, ma la sua iconografia poteva permettere di leggere la figura dello schiavo, come la personificazione della pittura, in quanto essa veniva definita ars simia naturae (‘arte scimmia della natura’).


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6. Tondo Pitti (1503-1505)

Tra le numerose sculture di Michelangelo, annoveriamo anche il bassorilievo marmoreo del Tondo Pitti, risalente allo stesso periodo in cui l’artista stava scolpendo il David. Conservata presso il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, l’opera fu commissionata da Bartolomeo Pitti, un esponente della famiglia patrizia dei Pitti.
In questo splendido tondo, possiamo ammirare Maria leggere le Sacre Scritture da un libro poggiato aperto sulle sue ginocchia. La Vergine distoglie lo sguardo in lontananza, come meditante sulla sorte del figlio Gesù, appena letta nelle profezie. Il Bambino è appoggiato su di lei con un lieve contrapposto, con san Giovannino alle spalle, appena visibile.
Michelangelo dev’essere stato sicuramente influenzato dalla tecnica del non-finito leonardesco, osservato dal cartone perduto della Sant’Anna di Leonardo da Vinci, esposto proprio in quegli anni; due opere che condividono gli stessi contorni non levigati.


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A proposito di Ottavia Piccolo

Sono una studentessa dell'Università L'Orientale di Napoli. Appassionata di lingue straniere, amo soprattutto conoscere nuove culture, osservare e... scrivere! Fondo la mia vita sull'arte: la musica e la fotografia in cima alla lista!

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