Stanza di Eliodoro: l’arte e la magia di Raffaello nei Musei Vaticani

Stanza di Eliodoro

La Stanza di Eliodoro è una delle quattro Stanze di Raffaello presenti nei Musei Vaticani in Vaticano, chiamate così poiché affrescate dal grande pittore urbinate e dagli allievi della sua bottega. Queste stanze sono state affrescate dal 1508 al 1524 e, oltre alla Stanza di Eliodoro, vi sono anche la Stanza della Segnatura, la Stanza dell’Incendio di Borgo e la Sala di Costantino. Da ovest a est si susseguono una serie di ambienti di forma rettangolare, che presero il nome dagli affreschi situati. La Stanza della Segnatura, la Stanza dell’Incendio e la Stanza di Eliodoro sono coperte da volta a crociera e misurano circa 7 m per 8 m, mentre la Sala di Costantino 10 m per 16 m.

Stanza di Eliodoro:  tra arte e magia di Raffaello

Mentre era in completamento la Stanza della Segnatura, nell’estate del 1511 Raffaello iniziò ad elaborare i disegni per la decorazione della stanza successiva, destinata a sala delle udienze. La decorazione ebbe luogo tra la seconda metà del 1511 e il 1514 e è costituita da quattro affreschi su ogni parete:

  • Cacciata di Eliodoro dal tempio (1511-1512);
  • Messa di Bolsena (1512);
  • Liberazione di san Pietro (1513-1514);
  • Incontro di Leone Magno con Attila (1514).

Sul soffitto sono rappresentati quattro episodi biblici che evocano la protezione di Dio al popolo di Israele, legati alle scene sottostanti.

Ecco un’analisi nel dettaglio delle opere presenti nella Stanza di Eliodoro:

  • Cacciata di Eliodoro dal tempio: mostra un miracolo che salva la Chiesa da un nemico interno. La scena ha una configurazione dinamica, con il cavaliere invocato dal sacerdote al centro, Onia, che irrompe a punire il profanatore Eliodoro, inviato dal re Seleuco IV Filopatore. Assiste alla scena a sinistra, sulla portantina, Giulio II in persona, proprio come si assisterebbe ad una presentazione teatrale. La pacata serenità della Scuola di Atene appare già lontana e la drammatica azione punta a coinvolgere emotivamente il riguardante. Se nella Stanza della Segnatura tutti i personaggi avevano movenze sciolte e naturali, qui iniziano a comparire quelle torsioni e quelle esasperazioni gestuali che, ispirate da Michelangelo Buonarroti, preannunciano il manierismo.
  • Messa di Bolsena: racconta il miracolo eucaristico di Bolsena, a cui il papato era storicamente molto legato, poiché avvenuto in un momento di forti conflitti dottrinali sul mistero dell’incarnazione del Corpus Domini. Raffaello creò una scena bilanciata con cura con una contrapposizione tra il tumultuoso gruppo di fedeli a sinistra, sottolineato da strappi luministici, e la pacata disposizione cerimoniale dei personaggi della corte papale a destra, dalle tonalità coloristiche calde e corpose.
  • Liberazione di san Pietro: composta da tre episodi concatenati, ma fortemente unitari, e tutta giocata sui contrasti di luce, tra l’ambientazione notturna e la visione luminosa dell’angelo divino. Il primo papa, soccorso e portato al trionfo nel momento più difficile delle sue tribolazioni, è raffigurato al centro nel carcere soccorso dall’angelo, mentre a sinistra un gruppo di guardie, nelle cui armature si accendono i riflessi dell’apparizione sovrannaturale e delle fiaccole, assiste impotente alla scena. A destra Pietro è già libero, condotto per la mano dall’inviato divino attraverso una scala dove tutte le guardie sono addormentate, in un’atmosfera irreale, tra sogno e realtà.
  • Incontro di Leone Magno con Attila: la rottura dello schema simmetrico e bilanciato in questa stanza è evidente poiché le due forze in campo si scontrano frontalmente. A destra si slanciano tumultuosi gli Unni, tra incendi e rovine sullo sfondo, arrestati dall’eloquente apparizione degli apostoli armati in cielo, mentre a sinistra procede ordinato e pacato nella sua infallibilità il pontefice col suo seguito, sullo sfondo della città eterna.

Fonte immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/Stanza_di_Eliodoro

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