Stili di tatuaggio, quale fa per te?

Stili di tatuaggio, quale fa per te?

A colori, gotici, realistici, divertenti o significativi, i tatuaggi sono una vera e propria forma d’arte, considerata l’undicesima espressione d’arte visiva sotto pelle, in cui noi siamo la tela bianca, l’inchiostro è il medium e il tatuatore è l’artista. Denigrati, proibiti e condannati, i tatuaggi hanno una storia antichissima, addirittura che risalirebbe all’Antico Egitto, nel quale in alcune pitture funerarie sarebbero visibili disegni sul corpo delle danzatrici e delle sacerdotesse, disegni che servirebbero per mostrare il proprio status sociale. Se per gli antichi egizi i tatuaggi servivano a mostrare la propria sensualità e il proprio coraggio, i romani li utilizzano invece per macchiare i criminali dato che credevano nella purezza del corpo. La religione islamica, per esempio, li proibisce perché considerati come “impuri” ma anche l’occidente guarda con scetticismo questo mondo, non tanto dal punto di vista religioso, ma lavorativo. Negli ultimi anni, si sono fatti grossi passi avanti, ma il tabù rimane ben radicato nella nostra società nonostante l’Italia sia tra i “paesi piu tatuati al mondo”. Vediamo quindi quali sono gli stili di tatuaggio.

Tribale

Caratterizzato da linee geometriche e simmetriche tra di loro, si tratta di uno degli stili di tatuaggio maggiormente in voga qualche decina di anni fa. Come ci suggerisce il nome, questo stile di tatuaggio deriva dalle tribù ed esiste una molteplicità di varianti provenienti dai diversi popoli indigeni, come i Maori, Aztechi, Egizi, e così via. Si tratta dello stile più antico di tutti, difatti sono stati ritrovati esempi di questo stile sul corpo congelato di un uomo vissuto circa 5300 anni fa.

Old School

Si tratta di uno degli stili di tatuaggio più classici, caratterizzato da contorni neri ben marcati e colori sgargianti, normalmente limitati però al giallo, rosso, verde e nero. Questo stile nasce negli anni ’20 grazie al padre dei tatuaggi old school, ossia Sailor Jerry Collins, un soldato della marina americana che viaggiò molto fino a raggiungere la Polinesia, luogo in cui l’arte del tatuaggio già era praticata da secoli. Ispirato dalla Polinesia, Jerry Collins aprì il suo primo studio di tatuaggi alle Hawaii, il quale divenne un po’ il punto di riferimento per soldati e marinai. Questo spiega il motivo delle tematiche trattate, l’old school infatti vede rappresentati principalmente soggetti della vita marinaresca, isole, pesci, ancore, sirene ma anche rondini e pin up, le quali venivano sognate dai marinari nei loro lunghi viaggi. Nel dopoguerra questo stile ebbe un calo di richieste, il che era legato soprattutto all’ascesa di un altro importante stile, ossia il tribale, in particolare il maori che spopolò negli anni ’50. L’old school torna in voga negli anni ’70 quando i tatuaggi diventano simboli di protesta e ribellione, mentre negli anni ’90, in seguito a tutta una serie di modernizzazioni delle tecniche e dei macchinari, iniziò a diffondersi un nuovo stile di tatuaggio, che mantiene i soggetti che caratterizzano l’old school, ma con un maggiore realismo e colori ancora più accesi: il New Traditional.

Blackwork

Si tratta di uno degli stili di tatuaggio in cui viene utilizzato prettamente l’inchiostro nero. Il Blackwork, come per molti stili moderni, deriva dagli stili più antichi, in questo caso è una reinterpretazione dei primissimi tatuaggi realizzati nelle antiche tribù, in cui si poteva usare solo il nero e disegni molto marcati.

Handpoke

Strettamente legato alle antiche tradizioni del tatuaggio, si tratta della tecnica “fatto a mano”, ossia la realizzazione di tatuaggi senza il classico elettrodermografo, ossia la macchinetta, ma solo con l’uso di aghi monouso. Nonostante questo stile si rifaccia alle forme di tatuaggio tradizionali, l’Handpoke è attribuito alla sottocultura skate e punk degli anni ’70, periodo in cui i tatuaggi fai da te, realizzati con aghi da cucito e inchiostro china, erano molto in voga.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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