Superstiti dell’Olocausto, 5 storie incredibili

superstiti dell'olocausto: 5 storie incredibili

I superstiti dell’Olocausto sono le persone che sono sopravvissute alle persecuzioni razziste e politiche che furono portate avanti dalla Germania e dall’Italia durante il ventennio nazista e fascista.

Salito al potere, Hitler nel 1933 iniziò subito la sua grande opera di isolamento e dopo eliminazione di tutte quelle persone che non considerava degne di vivere. Il suo primo obiettivo furono i disabili, poi la comunità rom e infine gli ebrei.

Nel 1935 vennero promulgate le leggi di Norimberga. Le leggi erano tre, delle quali due erano leggi razziste. La prima legge di Norimberga era intitolata: legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi. Per preservare la purezza del sangue e di conseguenza dell’onore tedeschi, venivano introdotti tutta una serie di divieti che riguardavano la sfera dei rapporti privati. Con questa prima legge si stabiliva che erano vietati i matrimoni misti, cioè i matrimoni tra i tedeschi e gli ebrei. Si stabiliva una rigorosa casistica su che cosa significasse essere ebrei, geneticamente parlando.

La seconda legge era la legge sulla cittadinanza del Reich, la quale stabiliva chi potesse godere della cittadinanza del Reich con tutti i diritti che ne conseguono. Per cui sia gli ebrei sia i mezzi ebrei, i cosiddetti mischlingen, erano esclusi dalla cittadinanza del Reich. Queste due leggi costituirono l’ossatura attorno alla quale, negli anni successivi, furono elaborate tutta una serie di leggi che tolsero tutti i diritti civili agli ebrei.

Il passo ulteriore si ebbe poi in piena guerra mondiale, il 20 gennaio 1942, quando si tenne la Conferenza di Wanssee, un quartiere residenziale alla periferia di Berlino, e in una villa si tenne questa conferenza nel corso della quale fu pianificato scientificamente l’eliminazione degli ebrei d’Europa. Fu stilato un elenco, paese per paese, di tutti gli ebrei che si trovavano nei vari distretti territoriale dell’Europa e che ammontavano a 11 milioni di persone.

Nel 1945 la Seconda Guerra Mondiale terminò con la sconfitta della Germania, che non riuscì nel suo intento di sterminio totale degli ebrei.

Tra i sopravvissuti all’Olocausto ci furono anche personaggi che riuscirono a realizzarsi e a distinguersi in vari ambiti.

Ecco 5 storie incredibili dei superstiti dell’Olocausto

Ingrid Pitt, pseudonimo di Ingoushka Petrov. Nacque da padre tedesco e da madre ebrea polacca. Quando scoppiò la guerra, fu deportata insieme alla famiglia campo di concentramento di Stutthof, al quale però riuscì a sopravvivere. Finita la guerra, si trasferì a Berlino dove conobbe un militare americano che sposò. Con lui la Pitt si trasferì in America, precisamente in California dove la ragazza conobbe il mondo del cinema e della televisione, tant’è vero che di lì a poco ottenne un piccolo ruolo nel film Il dottor Zivago del 1965. Dopo questo film, ottenne successo recitando in alcuni film horror e diventò un’icona per gli appassionati del genere.

Primo Levi, forse tra i più famosi sopravvissuti all’Olocausto. Levi nacque in una famiglia di ebrei piemontesi di ceto medio alto. Durante la sua giovinezza si avvicinò a gruppi di partigiani antifascisti tant’è vero che dopo l’8 settembre 1943 fu costretto alla latitanza, ma ben presto fu catturato e condotto presso il campo di Fossoli. L’anno dopo fu trasferito nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia dove rimase fino al 1945, quando i russi non liberarono i prigionieri e riuscì a sopravvivere grazie alla sua spiccata intelligenza e vari aiuti che riuscì ad ottenere da altri prigionieri. Tornato poi a Torino non riuscì mai a riprendersi psicologicamente dall’inferno che aveva vissuto, e nonostante questo riuscì comunque a concepire capolavori della letteratura internazionale come Se questo è un uomo, in cui si raccontano gli anni trascorsi nel campo di concentramento. Scrisse anche molti libri di chimica, in cui lui era laureato e ottenne numerosi riconoscimenti, divenendo una delle personalità di spicco del periodo sia un ambito letterario che scientifico, ma anche politico sociale. Purtroppo però, gli anni passati ad Auschwitz non smisero mai di tormentarlo, tant’è vero che l’11 aprile del 1987 fu trovato morto nella sua abitazione di Torino, molto probabilmente la causa fu il suicidio.

Liliana Segre, anche lei come Primo Levi, è uno dei sopravvissuti più noti dell’Olocausto e ancora oggi dopo 80 anni è ancora una dei pochi testimoni della Shoah. In realtà Liliana Segre apparteneva ad una famiglia laica, di origine ebraica, infatti, come da lei affermato più volte, si rese conto di essere ebrea solo dopo la promulgazione delle leggi razziste del 1938 che la espulsero dalla scuola. Nel 1944 cercò di scappare verso la Svizzera con la sua famiglia, ma non riuscì a superare il confine per cui tutta la famiglia venne catturata e condotta ad Aushwitz dove perse tutti. Lei però riuscì a sopravvivere, infatti fu liberata nel maggio del 1945. Una volta tornata a casa si dedicò per molto tempo a vita privata, ma a partire dagli anni ’90 si impegnò per ricordare sempre l’orrore che è stato la Shoah e sensibilizzare le nuove generazioni su questo argomento. Nel 2018 è stata poi nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.

Viktor Frankl, è stato un neurologo e psichiatra austriaco. Nacque da una famiglia ebrea agiata. Fin da piccolo mostrò interesse per il pensiero, la medicina e la conoscenza, tant’è vero che veniva considerato dalla famiglia un bambino pensieroso. Al liceo iniziò a mostrare interesse per la psicanalisi, infatti fu proprio psicologia il corso che scelse di frequentare all’università distinguendosi particolarmente tanto da intrattenere un carteggio con Freud in persona che aveva notato le sue doti. Quando, nel 1938, si realizzò l’Anschluss, ovvero l’annessione dell’Austria alla Germania, Frankl, non potendo fuggire, decide di chiudersi nel reparto di neurologia dell’ospedale in cui lavorava e iniziò ad ostacolare Aktion T4, il programma di “eutanasia” che stava portando avanti Hitler nei confronti dei malati psichiatrici di Germania e Austria. Nel 1942, Frankl fu deportato insieme a tutti i suoi familiari ad Aushwitz e nel corso di tre anni trasferito in altri vari centri di concentramento. Nonostante, chiaramente, la sua esperienza nei campi fu terribile, durante quegli anni, arrivò ad una delle sue conclusioni più significative, ovvero la ricerca di un senso all’interno del proprio vissuto. Nel 1945, dopo la liberazione, ritornò a Vienna e ottenne la carica di primario del policlinico neurologico che conservò per 25 anni.

Elisa Springer fu una scrittrice ungherese. Nacque da una famiglia austriaca di origine ebraica e visse gran parte della sua infanzia e adolescenza a Vienna, fino a quando la sua famiglia non fu arrestata dalle truppe naziste. Rimasta da sola, decise di trasferirsi a Milano, nel 1940, e intraprese la carriera di traduttrice privata. Nel 1944, fu però tradita da una spia fascista, arrestata e condotta ad Aushwitz, dove conobbe personalmente Anna Frank. Nel 1945, fu poi finalmente liberata e si trasferì in Italia dove visse tutta la sua vita non facendo mai riferimenti al periodo trascorso nel campo di concentramento, fin quando non decise di pubblicare un libro chiamato, appunto, Il silenzio devi vivi in cui narra degli orrori del nazifascismo.

Fonte immagine: Wikipedia 

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