Sutoku: la storia dell’ex Imperatore in Shiramine

Sutoku: la storia dell'ex Imperatore in Shiramine

Sutoku è il personaggio perno del racconto Shiramine (白峯, Il picco bianco), contenuto nell’Ugetsu Monogatari (雨月物語, Racconti di Pioggia e di Luna), ad opera dello scrittore Ueda Akinari. Shiramine è sicuramente tra i racconti con più elementi realistici, grazie alla presenza del narratore Saigyō, poeta realmente esistito, e Sutoku, la cui storia funge da punto di partenza della narrazione.

L’antefatto storico

Quando suo padre, l’Imperatore Toba, abdicò in suo favore, Sutoku aveva solo quattro anni. Raggiunta la maggiore età e la possibilità di governare, però, egli fu costretto ad abdicare in favore di suo fratello minore, Konoe, figlio di una concubina del padre. Anche dopo la morte prematura del fratello, Sutoku non poté nominare erede suo figlio. Toba, infatti, decise di cedere il trono al suo quartogenito, scatenando l’ira del primo. Fu il complotto organizzato da Sutoku a dare inizio alla guerra civile a cui avrebbero partecipato le due casate militari dei Taira e dei Minamoto, il cui esito portò all’istituzione del bakufu, il governo militare dello shōgun. Sutoku, in ogni caso, fu esiliato a Matsuyama, luogo in cui morì.

L’apparizione di Sutoku in Shiramine

Il racconto inizia con Saigyō che, durante un pellegrinaggio, si imbatte nella tomba di Sutoku e, commosso, decide di passarvi la notte a pregare per il suo spirito. Apparsa la luna, entra in scena il fantasma dell’ex Imperatore, il cui odio lo teneva ancorato alla vita. Saigyō cerca di convincerlo a distaccarsi dal mondo delle passioni (nel suo caso negative) ed anteporre il bene del paese all’individuo, ma Sutoku si appella alla possibilità di ribellarsi al proprio sovrano, nel caso in cui si rivelasse incapace. Inoltre, egli racconta di ciò che era avvenuto durante il suo esilio: Sutoku, in un atto conciliatorio, aveva mandato dei sutra all’Imperatore, che furono, però, rifiutati dal suo consigliere, il quale temeva fossero delle maledizioni. Credendo di esser stato rifiutato dall’Imperatore, Sutoku si sentì umiliato e consacrò i suoi sutra al male. Il poeta non riesce in alcun modo a fargli cambiare idea e lo vede trasformarsi in un demone, accompagnato da un uccello con sembianze mostruose. Saigyō, terrorizzato e dispiaciuto al punto da versare numerose lacrime, inizia nuovamente a recitare una poesia, nella speranza di calmare l’ira dell’ex Imperatore. Il volto di quest’ultimo sembrò rasserenarsi, per poi dissolversi. Poiché Sutoku lo aveva informato sulle sorti della guerra in corso, Saigyō decise di tenere il segreto per sé.

Il finale del racconto si ricollega ad alcuni eventi storici: tutti gli avvenimenti predetti da Sutoku si avverarono e, per placare la sua ira, la sua tomba fu adornata di doni. In seguito, dunque, egli divenne una divinità temuta e rispettata.

Particolarmente interessante è la maestria con cui Ueda Akinari riesce a mescolare eventi storici ad elementi fantastici, creando storie di un’originalità sopraffina.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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