Tatuaggi dispari: perché portano fortuna?

Tatuaggi dispari: perché portano fortuna?

Per i più superstiziosi è una legge: avere tatuaggi in numero pari porta sfortuna. Ma perché? Da cosa deriva la superstizione dei tatuaggi dispari? A quanto pare tutto nasce da una leggenda marinaresca.

Tatuaggi dispari. La storia

Durante l’Ottocento si diffuse tra i marinai europei l’arte del tatuaggio, interpretato come “buon auspicio” e protezione durante i lunghi viaggi.
In realtà però questa pratica non era natìa dell’Europa: fu infatti il celebre esploratore britannico James Cook che, approdato a Tahiti, osservò le tradizioni della popolazione locale e trascrisse l’espressione “tattaw”, che significa “incidere, decorare”, e stava proprio ad indicare i segni che quegli uomini portavano sulla pelle.

Esportati così nel Vecchio Continente e diventati pratica tipica di marinai e navigatori, i tatuaggi non venivano fatti casualmente, bensì secondo una logica precisa. Il primo veniva fatto prima della partenza, in patria, mentre il secondo una volta giunti a destinazione. Al momento del ritorno a casa, infine, veniva fatto un terzo tatuaggio.
E così via, un tatuaggio per ogni partenza e ogni ritorno.

Storia del tatuaggio: dalle origini alle tendenze più moderne

In questo modo, ogni qual volta il marinaio avesse avuto un numero dispari di tatuaggi, si sarebbe trovato nella sua terra, circondato dai propri cari e lontano dai pericoli del mare. Mentre avere i tatuaggi pari voleva dire non essere ancora riuscito a fare ritorno.
Questa usanza ha lasciato le sue tracce nelle credenze popolari di oggi, che l’hanno riassunta in “fortuna” per i tatuaggi dispari e “sfortuna” per quelli pari.

Tatuaggi marinareschi. Il significato

Ovviamente, anche le figure che i marinai si tatuavano non erano casuali, ma scelte per un loro significato preciso. Alcuni di questi simboli, che ovviamente ricordano il mondo del mare, sono ancora diffusissimi al giorno d’oggi. Tatuarsi l’àncora, per esempio, stava a significare di aver attraversato l’Oceano Pacifico. Lo squalo invece veniva tatuato proprio per scongiurare eventuali attacchi di squali durante il viaggio. Ci si tatuava un drago quando si era arrivati a navigare in Cina, e una tartaruga quando si attraversava l’equatore.

Non è difficile quindi notare come il passato abbia influenzato questa particolare arte fino ai giorni nostri, in cui il tatuaggio vive un momento di grande rinascita, soprattutto tra i più giovani.
Che abbia valenza puramente estetica, che sia collegato ad un ricordo o ad un momento importante della nostra vita, che sia interpretato come moda o che rappresenti un particolare modo di pensare, il tatuaggio si è finalmente quasi del tutto liberato da pregiudizi e tabù che per anni lo avevano intrappolato ed è ormai diventato una caratteristica molto comune.

Tabù e falsi miti sui tatuaggi: superstizioni e realtà

Oltre alla credenza dei tatuaggi dispari, esistono molti altri tabù e falsi miti legati ai tatuaggi che hanno radici antiche e sono tuttora diffusi. Ad esempio, un falso mito comune riguarda la possibilità che i tatuaggi, specialmente quelli colorati, impediscano di sottoporsi a esami medici come la risonanza magnetica. In realtà, pur essendo vero che alcuni pigmenti metallici presenti nei tatuaggi vecchi possono causare una leggera sensazione di calore durante la risonanza, la tecnologia moderna ha ridotto molto questo effetto. Questo tabù continua, però, a circolare, creando preoccupazioni infondate tra coloro che vorrebbero tatuarsi.

Un altro tabù diffuso è l’idea che tatuarsi il nome del partner sia di cattivo auspicio per la relazione. Questa credenza, che ha origini più moderne, suggerisce che imprimere sulla pelle il nome di una persona amata possa portare a una rottura. Sebbene non ci sia alcuna prova che confermi questa superstizione, molti tatuatori riferiscono che le richieste di copertura o modifica dei tatuaggi con i nomi di ex-partner sono piuttosto frequenti!

Tatuaggi in estate: come curarli

Infine, vi è il falso mito che i tatuaggi non possano sbiadire nel tempo. Al contrario, con l’esposizione al sole e il naturale invecchiamento della pelle, i tatuaggi tendono a perdere definizione e vivacità dei colori, richiedendo eventuali ritocchi. Conoscere questi tabù e sfatare questi miti è importante per chi desidera avvicinarsi al mondo dei tatuaggi in modo consapevole, lasciando da parte credenze infondate e godendo appieno della bellezza e del significato di questa forma d’arte.

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Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Carlotta Graziano

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