Telemaco, analisi del personaggio dell’Odissea

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Unico figlio di Odisseo e Penelope, Telemaco (dal greco antico Telémachos, “che combatte lontano”) è un personaggio dell’Odissea, tra i principali protagonisti dell’intero poema.

Contrariamente a quello che la maggior parte di noi, forse, potrebbe pensare, il personaggio di Odisseo non compare in prima persona nell’Odissea se non nel quinto libro ed è, invece, suo figlio Telemaco ad essere il protagonista dei primi quattro libri dell’opera omerica, che vengono infatti indicati proprio con il termine Telemachia, e che narrano del viaggio del figlio dell’eroe greco, partito ormai da un decennio per la guerra di Troia, alla ricerca del padre. Durante l’assenza paterna, raggiunta ormai la maggiore età, Telemaco si ritrova alle prese con i Proci che dilapidano i beni della sua famiglia e chiedono insistentemente la mano di sua madre Penelope per ottenere il regno lasciato orfano di una guida dalla partenza di Odisseo. Sentendo il regno minacciato, Telemaco decide di intraprendere un viaggio alla ricerca di informazioni su suo padre e sul suo viaggio dopo la guerra di Troia, spinto e supportato da Atena che, assunte le sembianze di Mentore (l’uomo a cui Odisseo affidò il piccolo Telemaco prima di partire), lo sostiene nella sua decisione di partire.

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Un viaggio, quello sopracitato, che lo porterà a Pilo da Nestore e a Sparta da Menelao, gli ultimi eroi della guerra di Troia ad aver avuto contatti con Odisseo, e che mette in evidenza un complicato complicato rapporto padre/figlio. Nel corso della Telemachia il giovane Telemaco compone, pezzo dopo pezzo, una fotografia del padre totalmente ignorata fino a quel momento. Un padre guerriero, eroe dalle gesta mitiche che generano nella mente del figlio un modello di vita a cui ispirarsi. Nonostante l’assenza fisica del genitore nei primi quattro libri, la ricerca sempre più carica di aspettative del padre eroe pone Ulisse ad ergersi come figura dominante all’interno del racconto nonostante non sia ancora effettivamente apparso in scena.

Deciso a partire da Sparta per far ritorno ad Itaca, il rientro in patria di Telemaco avverrà contemporaneamente a quello del padre che, trasformato dalla dea Atena in un vecchio mendicante per celare la sua identità ai Proci, troverà rifugio in casa di Eumeo, un porcaro che gli è rimasto fedele. Sarà qui che Telemaco, dopo essere sfuggito ad un tentativo di omicidio da parte Alcinoo, re dei Feaci, si ricongiungerà finalmente con il genitore tanto cercato e, insieme, progetteranno e metteranno in atto la tanto agognata vendetta per la riconquista del potere ad Itaca.

Un ragazzo alla ricerca del suo posto del mondo, che passa dall’adolescenza al diventare uomo prendendo la prima decisione avventata della sua vita, un figlio alla ricerca di suo padre, della grandezza paterna che brama e che sogna di emulare. Tutto questo è Telemaco, nell’Odissea e nella mitologia greca del Ciclo Troiano, tutto questo fa si che la Telemachia venga considerata il primo grande “romanzo di formazione” della letteratura occidentale.

 

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