Negli studi sulla linguistica, la classificazione tipologica è un metodo che raggruppa le lingue in base alle loro caratteristiche strutturali interne. A differenza della classificazione genealogica (che le divide in famiglie) o di quella areale, questo approccio non considera legami di parentela o vicinanza geografica. All’interno della tipologia linguistica, si distinguono principalmente due modelli: quello morfologico e quello sintattico. Analizziamo qui il primo.
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Cos’è la tipologia morfologica delle lingue
In linguistica, la morfologia analizza la struttura interna della parola, composta da morfemi, ovvero gli elementi minimi dotati di significato. In base a come le parole sono costruite, le lingue vengono raggruppate in tre tipi principali: isolante, fusivo e agglutinante. È importante ricordare che tipi puri di lingue non esistono; la maggior parte presenta caratteristiche miste, ma viene classificata in base al tipo prevalente.
Tipo morfologico | Caratteristiche principali ed esempi |
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Isolante | Le parole sono invariabili e formate da un solo morfema. il rapporto tra le parole è dato dalla posizione. esempio: cinese, vietnamita. |
Fusivo (o flessivo) | Le parole sono formate da più morfemi, e un singolo morfema grammaticale “fonde” più significati (es. genere e numero). esempio: italiano, latino, russo. |
Agglutinante | Le parole sono formate da più morfemi “incollati” in sequenza, dove ogni morfema ha un solo significato. esempio: turco, giapponese, ungherese. |
I tre tipi morfologici in dettaglio
Lingue isolanti
Queste lingue non hanno flessione; le parole non sono modificabili. La struttura della parola è molto semplice, e ad ogni morfema corrisponde una parola. Ad esempio, la lingua cinese e il vietnamita sono isolanti. Nella frase cinese wǒ kàn shū (io leggo il/i libro/i), ogni parola è un blocco unico e non può essere scomposta né modificata nella sua struttura interna.
Lingue fusive
In queste lingue, le parole sono formate da due o più morfemi (uno lessicale e uno o più grammaticali). Il morfema grammaticale fonde in sé più significati. Questa è la tipologia più diffusa tra le lingue europee. L’italiano ne è un esempio perfetto: nella parola ‘chiaro‘, la -o è un morfema grammaticale che indica contemporaneamente sia il genere “maschile” sia il numero “singolare”. Queste lingue sono chiamate anche flessive perché usano la flessione per creare nuove forme (es. ‘chiara‘).
Lingue agglutinanti
Le lingue agglutinanti presentano parole formate da tanti morfemi, dove ogni morfema apporta un solo significato. Questi morfemi vengono “incollati” (agglutinati) uno dopo l’altro, creando parole potenzialmente molto lunghe. L’esempio più comune è il turco. Anche il tedesco presenta alcuni aspetti agglutinanti: dal maschile Freund (amico), per formare il femminile si aggiunge il morfema -in (che significa solo “femminile”), ottenendo Freundin (amica).
Speriamo di esservi stati d’aiuto con questo articolo sulla tipologia morfologica delle lingue, e vi auguriamo buona fortuna nel caso in cui stiate preparando il temuto esame di linguistica generale.
Fonte dell’immagine: Freepik
Articolo aggiornato il: 11/09/2025