Il rapporto tra Yakuza e tatuaggi è uno degli aspetti più iconici e analizzati quando si parla della criminalità organizzata giapponese. I vistosi tatuaggi, chiamati irezumi, sono un potente simbolo di potere e onore per il singolo membro, ma rappresentano anche un netto rifiuto delle norme sociali. Ancora oggi, in Giappone i tatuaggi sono mal considerati e spesso vietati in luoghi pubblici, ma gli yakuza li sfoggiano fieramente come marchio della loro scelta di vita irreversibile.
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Simbologia dei tatuaggi yakuza: i motivi principali
Soggetto del tatuaggio | Significato simbolico |
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Drago (Ryū) | Simbolo di forza, saggezza, rispetto e coraggio. Spesso scelto da membri di alto rango. |
Carpa Koi | Rappresenta perseveranza, fortuna e successo. Simboleggia la capacità di superare le avversità. |
Tigre (Tora) | Invocata per avere forza e coraggio, è un simbolo di protezione contro il male e la sfortuna. |
Oni (Demone) | Rappresenta la brutalità e l’applicazione di un codice spietato. Un simbolo di vanto per chi si pone al di fuori delle regole umane. |
La storia dell’irezumi: da onore a marchio criminale
L’arte del tatuaggio giapponese, o irezumi (“inserire inchiostro nero”), ha radici secolari. Il primo riferimento si trova nel Kojiki, la cronaca più antica del Giappone (VIII secolo), dove la pratica ha un valore ambivalente: da un lato è un simbolo di alto rango sociale, dall’altro è un marchio per i criminali. Proprio come i bovini, i condannati venivano marchiati (bokkei) per essere per sempre riconoscibili e esclusi dalla società. Questo dettaglio è il fulcro del futuro legame tra yakuza e tatuaggi.
Questa connotazione negativa si radicò nel tessuto sociale. In opere artistiche e letterarie, come il famoso romanzo Suikoden (tradotto come I Briganti), i personaggi malavitosi sono descritti con i corpi decorati da maestosi animali e figure mitologiche: dragoni, carpe koi, tigri e serpenti erano i soggetti più frequenti, creando un immaginario che le future generazioni di criminali avrebbero adottato.
La scelta della yakuza: un simbolo di sfida e appartenenza
Quando, in età moderna, i tatuaggi vennero banditi, la pratica divenne clandestina. È in questo periodo che il rapporto tra yakuza e tatuaggi si consolida come atto di sfida allo stato e prova d’onore. I membri della yakuza riprendono il concetto di marchio criminale e lo rovesciano: trasformano quello che era un segno di vergogna imposto dalla società in un simbolo volontario di protesta, potenza e appartenenza. Scegliere di tatuarsi diventa una dichiarazione irreversibile di lealtà alla causa yakuza, in una società che ripudia fortemente tale pratica.
Il significato profondo dei tatuaggi
Gli irezumi sono veri e propri test di coraggio, dato che la tecnica tradizionale è estremamente dolorosa e richiede anni per essere completata. Ogni tatuaggio ha un valore simbolico che il membro sceglie in base alla sua personalità o al suo ruolo. La carpa koi, ad esempio, simboleggia ricchezza e fortuna, ma può assumere significati diversi in base al colore. È spesso scelta da chi ha ruoli più strategici e simboleggia l’amore per i “fratelli” del clan.
Al contrario, il dragone, simbolo di forza e rispetto, è spesso portato dai membri più importanti. Un esempio celebre nella cultura di massa è Kazuma Kiryu della serie di videogiochi Yakuza, che porta sulla schiena un drago ascendente.
Altri yakuza scelgono figure del folklore giapponese. I tatuaggi di Oni, ad esempio, sono molto frequenti. Gli Oni sono demoni che, secondo la tradizione, sono reincarnazioni di uomini malvagi. Tatuarsi un Oni è un grande motivo di vanto, un modo per definirsi brutali e al di là della comprensione umana.
Altre informazioni sui tatuaggi yakuza
Perché i tatuaggi sono ancora visti male in Giappone?
La percezione negativa deriva direttamente dalla loro associazione storica con la criminalità. Durante il periodo Edo, i tatuaggi venivano usati come “bokkei”, un marchio punitivo per rendere i criminali riconoscibili a vita. Questa connessione con la malavita e, successivamente, con la yakuza, si è radicata nella cultura, portando a divieti in molti luoghi pubblici come palestre, piscine e soprattutto onsen (le terme tradizionali).
Cos’è la tecnica tradizionale tebori?
Il tebori (letteralmente “scolpire a mano”) è il metodo di tatuaggio manuale giapponese. A differenza delle macchinette moderne, l’artista utilizza un’asticella di bambù o metallo (nomi) alla cui estremità è fissato un fascio di aghi. L’inchiostro viene inserito sotto la pelle con un movimento ritmico di spinta e trazione. Il processo è molto più lento, doloroso e costoso di quello moderno, ma si dice che produca gradazioni di colore più ricche e durature.
Fonte immagine: Wikipedia, Flickr: elmimmo
Articolo aggiornato il: 03/09/2025