Amado mio di e con Rosalba Di Girolamo (TIN) | Recensione

Amado Mio di e con Rosalba Di Girolamo

L’antichissimo ambiente del teatro Instabile di Napoli, diretto da Gianni Sallustro, ha ospitato lo spettacolo Amado mio di e con Rosalba Di Girolamo. Si tratta di un prezioso omaggio all’intramontabile intellettuale Pier Paolo Pasolini, a pochi giorni dall’anniversario della nascita, il 5 marzo 1922. 

Per una produzione Baba Yaga Teatro, l’attrice e regista costruisce con attenzione e cura questo testo, che, ribadendo l’inestimabile valore dell’eredità culturale lasciatoci dall’immenso letterato e cineasta, indaga quanto di più intimo si cela tra le pagine dei suoi scritti inediti, le canzoni a cui era affezionato e le parole dolci e sicure impresse sulle lettere destinate alle persone care. Nello spettacolo Amado mio di e con Rosalba Di Girolamo, la figura di Pier Paolo Pasolini assume forme diverse da quelle con le quali siamo abituati a vederla: libera da fraintendimenti e profondamente radicata nella nostra contemporaneità

Il poliedrico artista in equilibrio tra le proprie contraddizioni 

Sulle note di alcune celebri sinfonie di Bach e Beethoven (compositori cardine per la crescita di Pasolini), la recitazione potente di Rosalba Di Girolamo permette allo spettatore (non senza la meticolosità di Rosa Ferrara nell’ideazione dei costumi) di trasferirsi con l’immaginazione nei luoghi più amati, vissuti e descritti dall’artista: prima le campagne friulane, poi la borgata romana. In questo modo, Amado mio di e con Rosalba Di Girolamo riesce a far emergere la componente più autentica di Paolini, differenziandosi da quanto succede nel panorama teatrale, dove il suo personaggio viene oltremodo trattato e discusso. Tutti noi siamo a conoscenza di quanto egli abbia dovuto subire le imposizioni di una società ceca verso la comprensione, le posizioni audaci e lungimiranti che ha assunto nell’esprime idee rivelatesi indispensabili ed universali, le contraddizioni che hanno fatto di lui un grande pensatore, ebbene, tutto ciò è il fulcro portante di questa narrazione.  

Pier Paolo Pasolini nella sua veste più sincera di figlio e amico in Amado mio di e con Rosalba Di Girolamo

La scena è allestita da due leggii, uno dei quali occupato da una rosa (come a simboleggiare lo stesso Pasolini, oppure la madre, o piuttosto la passione profondissima che lo ha da sempre contraddistinto). Le luci variano sul volto dell’attrice dando colore alle emozioni che trapelano dagli scritti. La lettura si articola su una serie di argomenti il cui denominatore comune è proprio l’amore: le tenere parole nelle lettere alla madre, per la quale lo scrittore nutriva un intenso affetto, i pensieri di sconforto tra le righe dei diari, quando non veniva compreso e, infine, l’espressione di un saldissimo attaccamento alla verità, come solo un «ragazzo di vita (violenta)» sa essere. 

Infine, lo spettacolo Amado mio di e con Rosalba Di Girolamo si conclude in modo emblematico: la voce di Pier Paolo Pasolini che legge Strappa da te la vanità di Ezra Pound è la rappresentazione di quanto l’arte  possa rivelarsi un punto di incontro tra uomini dagli ideali tanto distanti. «Quello che veramente ami, rimane» recita la poesia, facendo, in effetti, della filosofia di Pasolini, un manifesto.  

Fonte immagine: ufficio stampa del sito ufficiale Teatro Instabile

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