Chen Jiang Hong è il primo ospite del Flip di Pomigliano d’Arco

Chen Jiang Hong è il primo ospite del Flip di Pomigliano d'Arco

Chen Jiang Hong è il primo ospite a partecipare alla nuova edizione del Flip-Festival della Letteratura indipendente di Pomigliano d’Arco

Il Flip-Festival della Letteratura indipendente di Pomigliano d’Arco è una manifestazione culturale promossa dal comune di Pomigliano d’Arco (una città situata nella provincia di Napoli), dalle librerie locali Wojtek e Mio nonno è Michelangelo e dal blog letterario Una banda di cefali.

Il primo ospite presentato  è l’artista e illustratore di libri Chen Jiang Hong (autore dei volumi Io e Mao, Piccola aquila, Tensin e l’orchessa, Il demone della foresta e il Principe tigre), che ha incontrato il pubblico nel Parco Giovanni Paolo II assieme a Filomena Grimaldi e Francesca Archinto (rispettivamente la proprietaria della Libreria Controvento di Telese Terme, in provincia di Benevento, e una rappresentante della casa editrice Babalibri).

L’Assessore alla Cultura Giovanni Morra inaugura il primo evento del Flip di Pomigliano d’Arco

L’evento è stato inaugurato dall’Assessore alla cultura Giovanni Russo, il quale ha ringraziato gli organizzatori per l’invito (da parte della neoeletta giunta comunale) e ha sottolineato l’importanza della lettura:

«[..]  Allora io voglio soltanto farvi perdere un minuto per evidenziare l’importanza e la centralità di questo progetto del Flip. Noi dobbiamo molto a loro, a questo spirito (veramente pioneristico) di insistere [..] sulla necessità di leggere e sulla necessità di trovare occasioni di questo genere per avvicinare artisti e scrittori e persone impegnate in prima fila. Io voglio solo richiamare all’accenno di questo tema centrale dell’assessorato. Noi abbiamo cercato di proporvi una serie variegata di stimoli. All’interno di questi stimoli, un’importanza notevole assume la lettura. [..], il libro nelle sue più svariate manifestazioni, appunto, editoriali. Noi dobbiamo metterci nelle condizioni di suffragare, sostenere fortemente iniziative di questo genere. Leggere è necessario, è fondamentale (dico spesso), soprattutto la necessità della lettura va estesa ai nostri giovani e ai giovanissimi. Sono responsabile dell’Istituto Nazionale del Sistema di Istruzione in Italia e nel Mezzogiorno in particolare, e se noi andiamo a leggere questi dati della lettura dei giovanissimi, i problemi prendono corpo. Sei ragazzi su dieci non intendono pienamente un testo in italiano e quattro su dieci non lo capiscono proprio. Tutto passa attraverso la lettura. La lettura significa amplificare il lessico, significa ragionare: più il mio lessico è vasto e più ho la capacità di riflettere, di ragionare e di approfondire. Purtroppo. i dati e gli stimoli che provengono da altri settori (come i media [..]) portano i nostri ragazzi molto spesso a semplificare troppo il linguaggio. Un linguaggio più complesso è sinonimo di capacità di pensiero, di approfondimento. [..] Ecco perché è fondamentale leggere [..]».

Chen Jiang Hong porta i lettori nel suo mondo fantastico per fargli conoscere una nuova cultura

Dopo la presentazione curata da Maria Carmela Polisi (la proprietaria di Mio Nonno è Michelangelo) è iniziato l’incontro con l’autore cinese. 

In primis, Filomena Grimaldi ha descritto il mondo di Chen al pubblico presente, quel mondo immaginario rappresentato dalla Cina con il suo folklore e le sue leggende, un luogo lontano e colorato che ama disegnare sia per adulti che per bambini. Si tratta di un’immagine della Cina ben diversa da quella che vediamo nei film e nei cartoni animati: i monaci shaolin che meditano nei templi buddisti, le foreste di bambù o i simpatici panda, si tratta di «un immaginario estremamente limitato e rigido». 

Secondo il parere della libraia beneventana, chiunque voglia avvicinarsi ad un albo illustrato non deve subito leggere la storia, bensì deve «entrare dentro, fare un salto come quello di Mary Poppins che entra dentro il libro». Insomma, anziché catapultarci subito nella vicenda narrata, dobbiamo esplorare quel mondo illustrato come fanno i bambini. 

Chen Jiang Hong (avvalendosi della lingua francese  per comunicare con Francesca Archinto, nonostante lei non lavori come traduttrice) illustra la sua idea dietro il raccontare la sua cultura e la sua madrepatria: 

«Il mio mestiere è il pittore e, quando faccio un libro per bambini, voglio invitare i bambini nel mio paese e voglio invitarli a conoscere la mia cultura e voglio viaggiare insieme a loro per presentargli una cultura, che è la cultura cinese che (attenzione) non è solo dei cinesi, perché c’è ovviamente una grande contaminazione di cultureLui dice che (quando studiava all’Accademia di Pechino) la cultura italiana è stata molto presente nella sua formazione;«per cui, la cultura cinese non è solo dei cinesi, ma voglio presentarla e farla la cultura di tutti. [..]» Non vuole raccontare delle storie cinesi, vuole raccontare delle belle storie, delle storie che raccontano la vita e l’umanità. «Non c’è necessariamente la divisione di quello che siamo noi e quello che è dall’altra parte del mondo. Tutti facciamo parte dell’umanità e il suo desiderio è quello di raccontare questa cosa qua. [..] i miti greci non sono così diversi dai miti cinesi, facciamo parte (veramente) di tutta questa narrazione che è una narrazione universale, l’importante è fare delle belle storie. L’universalità deve stare alla base, ma poi non dobbiamo dimenticare il fatto che bisogna mantenere l’identità di ciascuno. Ogni lettore, ogni bambino lettore ha una sua identità per cui è necessario preservarla. È necessaria nutrirla quasi singolarmente quasi da una base universale [..].»

L’illustratore afferma che molti libri cinesi non sono mai stati tradotti in Occidente. Secondo il suo parere, se una «storia non può essere tradotta in tutte le lingue», allora significa che quella storia ha un problema che la rende difficile da leggere o comprendere. 

Quale legame c’è tra Chen Jiang Hong e i bambini? L’autore esprime il suo punto di vista

Grimaldi ha affermato di aver notato un dettaglio nelle storie di Chen: i protagonisti sono “bambini eroici con un grande cuore e molto coraggio“. Alla domanda se abbiamo a che fare con un unico bimbo protagonista (che viaggia da una storia all’altra) o un alter ego dell’autore, l’artista (tramite la traduzione della Archito) ha espresso il suo punto di vista.

Cosa ha vissuto è quello che ha raccontato in Io e Mao, che è la sua infanzia in una grande città cinese a Nord di Pechino. [..] come lui ha iniziato a fare l’autore di libri per bambini, è stato quasi un caso. [..] Dice che c’è qualcuno che gli ha dato la forza e il coraggio di diventare quello che è partendo da un bambino che non aveva i soldi per comprarsi la carta e le matite. [..] lui è convinto che [..] questa forza (che gli è stata data) deve essere restituita, o comunque, data ai bambini di adesso. [..] è per questo che lui è diventato illustratore di libri per bambini. «Io non avrei mai pensato di fare, scrivere e illustrare libri per bambini. Ancora adesso mi stupisce che io abbia scritto e illustrato libri per bambini, ma (in fondo) [..]  illustro libri per bambini? Io voglio scrivere delle belle storie, io voglio regalare delle belle storie e questo mi viene da un’infanzia che è ancora in me. Un’infanzia di fantasia, di creatività e di immaginazione e io questa cosa [..] la voglio regalare ai bambini, affinché possano raccogliere la mia infanzia e creare una relazione con loro, crearla di persona e non mediata. Quando i miei studenti mi dicono: “Voglio diventare un illustratore per libri per bambini”, per cui iniziano a fare dei disegnini e disegnano come dei bambini, fanno delle cose carine (un po’ caricaturali), hanno sbagliato. È completamente sbagliata questa impostazione. Io scrivo libri per tutti e non solo per bambini, ma se poi i bambini, che leggono i miei libri, riescono a trovare la forza per crescere e a trovare l’energia per andare avanti e per creare un loro mondo, questo è quello che mi pongo ogni qualvolta che devo raccontare una storia.»

Fonte immagine di copertina: Archivio personale 

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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