Animali Notturni e la dualità transmediale | Una riflessione

Animali Notturni e la dualità transmediale | Recensione

Animali Notturni e la difficoltà dell’adattamento

La storia del cinema è sempre stata ricca di esempi di adattamenti di testi letterari attraverso la trasposizione cinematografica. Tuttavia, nel mondo accademico, letteratura e cinema sono essenzialmente due mondi separati e la questione del “discorso tra arti sorelle” è ancora un dibattito aperto: molti studiosi sostengono che le diverse arti comunicano tra loro, mentre altri sostengono l’opposto, e cioè che sono diverse e che ognuna di loro comunica con linguaggi diversi. Pertanto, se da un lato è importante distinguere sempre le arti, dall’altro è interessante anche cercare di esplorare i possibili punti di contatto tra le arti nella società contemporanea. Questo non solo perché molti film sono tratti da romanzi e perché chi scrive romanzi spesso scrive anche film, ma soprattutto per la natura di queste due arti, che sono essenzialmente due espressioni narrative. Infatti, entrambe si occupano di narrazione, personaggi, ambientazioni, conflitti e risoluzioni.

Quando parliamo di adattamento letterario, ci riferiamo quindi alla trasposizione di un’opera letteraria in un’altra forma d’arte, come il cinema, il teatro, la televisione o la musica e questo, presenta diversi aspetti che possono essere analizzati nella disciplina della “letteratura comparata”. Lo studio della letteratura comparata quindi, non solo distingue tra la comunicazione nel mondo occidentale e orientale attraverso lo scambio letterario, ma si concentra anche sullo studio della medialità e della transmedialità, ossia di come un linguaggio artistico possa influenzarne un altro. L’adattamento letterario può essere visto come un processo di traduzione intermedia, nel senso che l’opera viene trasferita da una forma di espressione a un’altra. In altre parole, quando un’opera viene adattata, l’adattatore si trova di fronte al problema di prendere decisioni creative che influenzano la forma e il contenuto dell’opera originale (a volte tendendo a modificarla a causa del linguaggio diverso), deve essere in grado di mantenere l’integrità dell’opera originale e allo stesso tempo di adattarla a nuove forme d’arte e a un nuovo pubblico. Nel caso di Animali Notturni, quest’opera nasce inizialmente come un prodotto letterario, infatti è un romanzo scritto da Austin Wright, sotto il titolo di ‘’Tony&Susan’’, pubblicato nel 1993 e riadattato dal regista, sceneggiatore e stilista americano Tom Ford nel 2006.

Dualità transmediale in Animali Notturni

Una delle caratteristiche di Animali Notturni di Austin Wright è che, come già accennato precedentemente, si tratta di due storie parallele, che si intrecciano tra loro: la prima, è quella di un romanzo intitolato “Animali Notturni”, scritto da un uomo di nome Edward Sheffield. Questa prima storia, ci narra a proposito di Tony Hastings, un uomo in viaggio per il Texas con la moglie e la figlia, che viene coinvolto in un tragico evento che cambia per sempre la sua vita. La seconda storia è quella di un “film nel film” che racconta la vita della protagonista, Susan Morrow, che è anche l’ex moglie di Edward Sheffield, che legge il romanzo (noi spettatori vediamo la trasposizione sullo schermo di entrambe le storie). La difficoltà per il pubblico, quindi, è quella di capire se si stia guardando un film nel film o se stia seguendo la storia di un romanzo scritto dal protagonista, interpretato da Edward Sheffield. Il film nel film è mostrato attraverso una serie di flashback, mentre la storia del romanzo è raccontata attraverso i pensieri e i sentimenti della protagonista Susan, che legge il romanzo durante la sua vita quotidiana. Questa dualità narrativa, che potrebbe confondere il pubblico, è in realtà una delle caratteristiche peculiari sia del romanzo e del film. Infatti, questo effetto di estraniamento da parte di noi spettatori è intenzionale e serve proprio a creare una tensione emotiva, in quanto il pubblico deve decidere su quale delle due narrazioni concentrarsi, cioè se immedesimarsi nella storia del romanzo o nella vita della protagonista Susan. Questa dualità transmediale è anche una riflessione sull’interesse dell’autore, sul mestiere di essere scrittore, sul potere della finzione stessa e per il modo in cui le storie che leggiamo e guardiamo influenzano la nostra percezione del mondo e della realtà.

L’estetica di Tom Ford e l’adattamento dal romanzo

Come già ribadito in precedenza, Tom Ford è noto come stilista e regista, e il fatto di essere uno stilista, contribuisce particolarmente a creare un’estetica e un impegno interessante e distintivo nei suoi film. La sua passione per la moda, si riflette nei suoi film attraverso una fotografia elegante, un’attenzione meticolosa all’illuminazione e una tavolozza di colori audaci e vibranti (per Tom Ford, in particolare, il rosso simboleggia la passione e il dolore profondo).

Tom Ford ama raccontarci storie realistiche, ma per renderle più brutali le filtra attraverso un velo di bellezza e crudeltà, di essenza e decadenza. Susan, ricca direttrice di una galleria d’arte, vive una vita comoda e vuota con il marito spesso infedele, adornando il suo guscio vuoto con capelli rossi e accessori lussuosi e costosi. Susan è ormai un “Gatsby” che ha smesso di sognare l’amore e la sua vita glamour viene interrotta da un pacco contenente “Animali Notturni”, un romanzo scritto dal suo ex marito, l’artista Edward. Susan aveva scelto proprio Edward come marito iniziale, un uomo sgradito e senza convinzioni, che ha lasciato per questi motivi per un nuovo marito ricco e già all’apice della carriera, perché Edward non poteva garantirle la sua sicurezza personale. Non c’è amore negli scatti di Tom Ford, e la solitudine del cuore di Susan, le notti solitarie in cui non riesce a dormire come un animale notturno, riflette perfettamente la storia del romanzo di Edward, in cui il protagonista non riesce a proteggere la moglie e la figlia dagli attacchi di un serial killer. Sempre nel romanzo che legge Susan, con l’aiuto di un detective morente di cancro (interpretato da Michael Shannon), uccide il colpevole (Aaron Taylor-Johnson) che viene ritrovato. Questa audacia e complessità emotiva si riflette anche nei personaggi di Tom Ford, che sono così complessi e sfaccettati che le loro vite interiori vengono esplorate in profondità, così come i loro sentimenti, le loro paure e le loro debolezze. Grazie alla narrazione non lineare, in cui sono presenti, per così dire, salti temporali ed enigmi narrativi, il pubblico ha bisogno di tempo per riflettere ancora e ancora su quale sia la vera realtà dei fatti.

Adattare un romanzo come Animali Notturni in un film è stata una sfida enorme sia per Tom Ford che per i suoi attori. Il film è uscito nelle sale statunitensi nel 2016 e ha come protagonisti Jake Gyllenhaal nel ruolo di Edward Sheffield e Amy Adams in quello di Susan Morrow, i due protagonisti principali dell’opera. Riprendendo il discorso transmediale, nel caso di un romanzo, l’autore ha a disposizione molte pagine per sviluppare i personaggi, creare l’atmosfera e costruire la trama, mentre in un film, il tempo è molto più limitato e bisogna decidere cosa tagliare e cosa modificare per adattarlo alla lunghezza adeguata. In Animali Notturni, Tom Ford ha infatti cambiato la struttura narrativa del romanzo e per questo motivo ha deciso di concentrarsi principalmente sulla storia di Susan e presentando il manoscritto di Edward come un “film nel film“. Sebbene l’adattamento cinematografico di Animali Notturni sia stato ben accolto dal pubblico e dalla critica, è stato anche criticato da coloro che hanno amato il romanzo perché era stato “riscritto”; alcuni lettori, in particolare, hanno affermato che il film ”non rendeva giustizia alla complessa struttura narrativa del romanzo”.

Estetica anche musicale, il magistrale contributo di Abel Korzeniowski

La colonna sonora di Animali Notturni è stata composta dal meticoloso compositore polacco Abel Korzeniowski. Anche la sua musica svolge un ruolo importante nel film, arricchendo ancora una volta il discorso delle arti sorelle, poiché questa musica, in quanto arte, enfatizza l’intensità e la tensione delle scene conferendo loro un forte pathos. La colonna sonora contiene un totale di 13 composizioni originali per il film dalla durata di 33 minuti, con una orchestra magistrale che contribuisce a creare un’atmosfera di suspense e ansia, soprattutto nella prima sequenza di omicidio che apre il film.

La prima scena in apertura è una sequenza particolarmente intensa e svolge un ruolo importante nel definire il tono e l’atmosfera di quello che noi spettatori andremo a guardare. Vengono mostrate una serie di immagini che sembrano installazioni artistiche, ma che in realtà sono volgari e violente agli occhi dello spettatore. All’inizio del film, c’è un fermo immagine di una donna obesa e nuda che balla lentamente e in modo sensuale, e nella scena successiva viene mostrata un’immagine estrema di un uomo grasso e nudo che balla nello stesso modo. Il film alterna poi immagini di grossi detriti appesi a linee elettriche, di cadaveri contorti in un paesaggio desertico e infine di una donna, che sembra essere stata violentata e uccisa. Questa prima scena, sembra essere un’espressione artistica che rivela l’orrore della condizione umana, e durante questa visione, noi spettatori ascoltiamo il primo brano di Abel che è “Wayward Sisters”.

Wayward Sisters è un brano che crea tensione fin dai primi secondi, con un’alternanza di archi che trasmettono immagini inquietanti e creano una forte sensazione uditiva e visiva. Il talento musicale di Abel Korzeniowski ha dato vita a diverse variazioni nella colonna sonora e si inserisce perfettamente nella narrazione non lineare del film. Le scene notturne, i colori vividi, l’eleganza e l’intenzionalità straziante esprimono in musica il dolore e la crudeltà profonda. La musica di Abel è sia classica che barocca e sembra addirittura uscire dalle partiture di Antonio Salieri. Wayward Sisters ricapitola, attraverso un processo del leitmotiv, tramite gli archi, in un’opera successiva, che è “Restless”. Questo primo passaggio tematico rimanda al personaggio di Susan, mettendo in musica la grave insonnia della protagonista. Restless si muove su corde musicali invisibili, come arpe nascoste e suonate da angeli, che accarezzano abilmente le guance truccate di Susan, sia ironicamente sia per confortarla dopo una notte insonne passata a leggere il terribile romanzo di Edward. In “City Lights” gli archi sono riprodotti con un ritmo e movimento diverso. Si deduce, da un ascolto più accurato, che le particelle compositive ripetute sono due, una in cui vi è questa grande preponderanza d’archi e l’altra, da un pianoforte che accompagna la tristezza e il pathos. Il pianoforte, che segue precisamente tre note, è riscontrabile in brani come “A Table For Two” e con gli archi in “The Field”.

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Fonte immagine: Wikipedia (tratta dal film diretto nel 2006 di Tom Ford “Animali Notturni”)

A proposito di Martina Barone

Laureata in Lingue e Culture Comparate presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale. Appassionata di cultura giapponese, letteratura, arte, teatro e cinematografia.

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