Film psicologici da non perdere: la nostra top 10!

Film psicologici da non perdere: la nostra top 10!

La top 10 dei film psicologici da non perdere!

I film fanno ormai parte della nostra esistenza e riflettono, divertono, indagano, commuovono, turbano lo spettatore che, incollato allo schermo, non cessa di scegliere le pellicole cinematografiche per trascorrere il proprio tempo, coccolarsi, divertirsi, crescere. La psiche umana, e in particolare i suoi meandri più nascosti, sono da sempre fonte di inesauribile curiosità e fascino, non solo per gli specialisti del settore ma anche per tutta una serie di appassionati e curiosi. E, nell’indagare proprio la psiche umana, dove non arrivano gli studi accademici, arriva il cinema che, con i suoi film psicologici, arricchisce la trama con ingredienti narrativi che spesso creano capolavori. In alcuni di questi film è proprio la psiche ad essere protagonista, mentre in altri la vicenda si svolge intorno a personalità complesse, difficili,  spesso controverse o con proprio disturbi.

Ecco dieci fra i migliori film psicologici, assolutamente da vedere!

1) Il silenzio degli innocenti

Il silenzio degli innocenti è uno dei film psicologici più famosi della storia del cinema. Diretto nel 1991 da Jonathan Demme, vinse cinque premi Oscar, narrando la storia di Clarice Starling (Jodie Foster), una studentessa modello che vorrebbe entrare nell’FBI, che viene mandata dal suo capo a parlare con il dottor Hannibal Lecter (Anthony Hopkins), segregato in una cella di massima sicurezza per aver aggredito e divorato alcuni suoi pazienti. Clarice deve convincere il dottore a darle indizi su un caso che terrorizza il paese: Buffalo Bill, un misterioso serial killer, uccide e scuoia delle ragazze per poi abbandonarne i cadaveri. Intuendo le sofferenze passate della giovane agente, tuttavia, Lecter fa un patto con lei: l’aiuterà con l’indagine in cambio di un viaggio nei suoi ricordi più intimi e tormentati. Tra i due si verrà quindi a creare una forte intimità psicologica, comunicata soprattutto attraverso lo sguardo, vero protagonista della pellicola. Questo ambiguo legame se da un lato conquista ed incuriosisce lo spettatore, dall’altro lo turba per la sua stranezza.

2) Arancia meccanica

Considerato da molti come il “film psicologico per eccellenza”, questa pellicola del 1971 di Stanley Kubrick è basata sull’omonimo romanzo di Anthony Burgess, scritto nel 1962. Non è per tutti i gusti ma, ad oggi, risulta scioccante esattamente come negli anni della sua uscita. Ambientato in una società distopica segnata da un’escalation di violenza giovanile, Arancia meccanica nasconde la satira sociale dietro oscenità di ogni genere, polemizza con lo Stato, accentua l’ossessione erotica, trasfigura l’arte e coinvolge numerosi disturbi mentali. Non è un caso che Buñuel abbia definito Arancia Meccanica come «l’unico film in grado di spiegare davvero cosa sia il mondo moderno».  Alex DeLarge (Malcolm McDowell) è il leader di una banda criminale, i Drughi, con i quali si diverte a compiere furti, gravi aggressioni e violenze anche di carattere sessuale. Quando viene arrestato, Alex sceglierà di sottoporsi ad un innovativo programma di “rieducazione” della durata di due settimane: il trattamento Ludovico, che però non sortirà l’effetto desiderato fino in fondo.

3) Shining

Shining, film di Stanley Kubrick del 1980, è un horror inquietante, che gioca tutto sulla pura psicologica, in un mito familiare-concettuale agghiacciante e glaciale, ricco di suspense. Jack Torrance (Jack Nicholson), ex insegnante disoccupato in cerca di ispirazione per il suo romanzo, accetta la proposta del direttore dell’Overlook Hotel, che lo vuole assumere come guardiano invernale, sebbene l’albergo sia stato teatro, dieci anni prima, di una tragedia compiuta dal predecessore di Jack che aveva perso la ragione, trucidando la sua famiglia.
Raggiungono il neo assunto la moglie Wendy (Shelley Duvall) e il figlio Danny (Danny Lloyd). Danny è un bambino speciale che, come il padre, ha delle visioni ma, a differenza del bambino, quelle di Jack spingeranno l’uomo ad incarnare il male in una discesa verso l’inferno psicologico e materiale che Wendy e Danny tenteranno di arginare senza ottenere risultati. Sarà lo “shining”, la luccicanza di Danny, a provare ad affrontare una terribile situazione, comunicando con la mente anche a migliaia di chilometri di distanza.

4) Memento

Memento è l’opera di un esordiente Christopher Nolan che, nel 2000, con un budget ridottissimo, riesce a creare un’esperienza psicologica particolarissima a partire dal racconto Memento Mori, scritto da suo fratello, Jonathan Nolan. Si tratta di un thriller che non segue il normale corso del tempo ma scorre al contrario, nel senso che le scene vanno piano piano a costruire a posteriori la storia del protagonista. Leonard (Guy Pearce), giovane affetto da amnesia anterograda, in seguito all’assassinio della moglie, non è più in grado di immagazzinare ricordi, trovando la sua memoria costantemente azzerata ogni 15 minuti. Attraverso una serie di biglietti, tatuaggi autoprodotti, promemoria e indizi, l’uomo cercherà di scovare omicidio ma chi si fiderà dello “smemorato”?

5) Il caso Thomas Crawford

Tra i film psicologici più noti, ancora uno splendido Anthony Hopkins interpreta un ingegnere aeronautico dotato di un’intelligenza fuori dal comune, invischiato in un delitto passionale. Nella pellicola del 2007 diretta da Gregory Hoblit, un eccellente gioco psicologico incatena lo spettatore e riesce a farlo schierare in momenti diversi sia dalla parte del protagonista sia da quella dell’antagonista. Questo aspetto crea una narrazione coinvolgente davvero particolare in cui il concetto di potere, il rapporto ambivalente che si crea tra i personaggi principali (Hopkins e un giovanissimo Ryan Gosling nella parte dell’avvocato che difenderà Thomas Crawford, impegnati in un duello psicologico intriso di una strana forma di attrazione reciproca, dettata dal desiderio di conoscere la natura del proprio avversario) e le sfumature controverse di un apparato linguistico perfetto che condiziona molto l’impianto narrativo di questo “delitto quasi perfetto” non fanno altro che arricchire due prove attoriali di tutto rispetto.

6) L’uomo senza sonno

The Machinist è uno di quei film sulla psicologia che turbano. L’operaio insonne Trevor Reznik  (un sorprendente Christian Bale che per interpretare questo ruolo è divenuto quasi scheletrico) è L’uomo senza sonno di Brad Anderson. Il film del 2004 è una discesa nell’abisso del protagonista, che non dorme da più di un anno. La percezione della realtà di Reznik risulta, quindi, alterata da questa inspiegabile insonnia e la sua vita prende direzioni volute dal suo subconscio, di cui l’uomo non risulta del tutto consapevole, in un cocktail di flashback da stress post-traumatico mescolati alla paranoia causata dalla mancanza di sonno, il tutto inquadrato in un disturbo dissociativo della personalità. Tutto ciò che circonda il protagonista potrebbe, in verità, essere solo un’allucinazione. O forse no? A poco a poco, questa incapacità di riposare, di cui alla fine si scoprirà la ragione, presenta il conto al protagonista, innescando una serie di sintomi psicotici che imprimono un ritmo vertiginoso al film in attesa di un finale azzeccatissimo.

7) Seven

Il titolo del film del 1997 di David Fincher rimanda ai peccati capitali, per punire i quali vengono compiuti altrettanti omicidi che i detective Somerset (Morgan Freeman, che pronuncia la frase-chiave del film «Ernest Hemingway una volta ha scritto: “Il mondo è un bel posto, e vale la pena lottare per esso”. Condivido la seconda parte») e Mills (Brad Pitt), appena arrivato in città (di cui non si saprà mai il nome), sono chiamati a risolvere. Tra Dante Alighieri che fa capolino con la sua Divina Commedia, un Kevin Spacey da urlo, un montaggio serrato nelle scene di tensione e più lento in quelle più concettuali, una pioggia angosciante che fa da cornice costante a tutta la pellicola tranne che nell’ultima parte e un raggelante finale (venti minuti di grande Cinema), questo film svela del tutto i fili della sua trama soltanto nelle ultime scene e mozza il fiato dello spettatore con uno shock brutale, decisamente inquietante.

8) Shutter Island

Film di Martin Scorsese del 2010, Shutter Island è ispirato al romanzo L’isola della Paura di Dennis Lehane. Questa pellicola racconta la storia di due ispettori federali, interpretati da Leonardo Di Caprio e da Mark Ruffalo, inviati in un ospedale psichiatrico su un’isola sperduta allo scopo di indagare sulla scomparsa di una pericolosa criminale. Nella misura in cui la trama si sviluppa, tuttavia, tutto sembra complicarsi ripresa dopo ripresa e i ricordi del passato riaffiorano alla mente del poliziotto interpretato da Leonardo Di Caprio, facendogli prendere coscienza di un’inaccettabile verità. Tuttavia, Di Caprio si rifiuta di accettare questa scomoda realtà e scaccia ciò che considera essere solo un sogno inquietante, in un crescendo di suspence.

9) Il Sesto Senso

Tra i film psicologici, quello del 1999 di M. Night Shyamalan è una storia drammatica, che racconta la vicenda di uno psicologo infantile (Bruce Willis) ed un bambino sociopatico e visionario (Haley Joel Osment), tormentato dalla sua capacità di «vedere la gente morta». Sorprendente, a tratti paurosa, interessante nel suo indagare tutto ciò che può generare la paura di un “dono” che rischia di condannare a un’esistenza tutt’altro che felice, la pellicola risulta essere un thriller paranormale e psicologico che colpisce e atterrisce, soprattutto grazie allo splendido finale a sorpresa e a una sceneggiatura originale, fatta di piccoli particolari taciuti più che vere e proprie bugie, per una storia che tocca tutti nel profondo e che parla di accettazione della propria identità e della propria realtà, per quanto tragica o difficile possa risultare.

10) Antichrist

Il discusso regista Lars von Trier, sicuramente provocatorio ma capace di cogliere aspetti dell’animo umano forse inediti nella cinematografia, con questa pellicola del 2009 narra la crisi di una coppia (Willem Dafoe e Charlotte Gainsbourg) che perde il proprio figlio. Lei svilupperà una sindrome psicologica caratterizzata da ansia e paura e, contro ogni deontologia professionale, il marito psicoterapeuta decide di accompagnare la donna nel luogo che lei ritiene la sua principale minaccia (l’Eden, ovvero un bosco nel quale hanno una casa). Il marito tenta di condurre sul posto una specie di “esposizione in vivo”, tipica tecnica cognitivo-comportamentale per il superamento delle fobie. Da lì inizia il ritiro nel bosco della coppia, volto a ritrovare se stessi e superare il lutto. Al contempo, però, inizia anche un’escalation di ambiguità, angosce psicotiche e orrore.

Foto in evidenza: scena del film Shining, tra i film psicologici più amati (https://tg.la7.it/spettacolo/in-arrivo-nel-2019-doctor-sleep-il-sequel-di-shining-04-02-2019-135806)

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