La cena perfetta (film) | Recensione

La cena perfetta (film) | Recensione

La cena perfetta è un film italiano uscito nel 2022 e diretto da Davide Minnella. Gli attori principali di questo lungometraggio sono Greta Scarano e Salvatore Esposito. Salvatore Esposito interpreta Carmine, un brav’uomo che non ha mai trovato il suo scopo nella vita ed è rimasto legato ad un boss della camorra. Carmine ha un debito di riconoscenza con lui ma non sa come servirsene, data la sua incapacità di compiere azioni criminali. Dopo l’ennesimo fallimento, Carmine viene mandato a Roma gestire un ristorante per riciclare il denaro sporco del boss.

Nel ristorante non bisogna fare niente, persino il cibo è solo da scongelare e servire, ma l’incontro con la grande chef Consuelo, che ricerca la perfezione in ogni piatto, unito alla grande passione di Carmine, cambierà il destino del locale e darà loro una seconda chance e la possibilità di riscattarsi.

Carmine Giordano, nonostante sia cresciuto in un ambiente malavitoso con a capo il boss Pasquale Rizzuto, ha mantenuto un animo buono. Il film anche se può sembrare abbia una storia violenta e drammatica, in realtà in molti momenti prende una direzione più ironica e meno seria. 

La protagonista di La cena perfetta è indiscutibilmente la cucina, che simboleggia l’unico posto in cui non si presentano dinamiche criminali. Il sogno di Carmine è però un’utopia, un qualcosa che a lungo termine non si potrà mai concretizzare. Carmine vuole agire da persona onesta, e cerca di fingere che quello che sta costruendo non lo sta facendo per coprire gli illeciti commessi dalla camorra. Difatti le difficoltà economiche del ristorante sono sempre più evidenti e sono la conseguenza del fatto che Carmine non può mantenere un locale di quelle proporzioni.  

La cena perfetta si muove perfettamente lungo le due direzioni sulle quali è costruito, da una parte il mondo criminale dal quale proviene Carmine, con la sua crescente tensione, e dall’altra parte l’apparente realtà splendente costruita dallo stesso Carmine, un uomo di indole buona. In tutto questo Salvatore Esposito si districa benissimo, riuscendo ad equilibrare al meglio queste due dinamiche, dimostrandosi calmo e spontaneo quando è al ristorante e terrorizzato quando pensa al destino negativo che lo attende se le cose non dovessero andare bene. La stessa Greta Scarano, nei panni di Consuelo riesce ad interpretare molto bene il suo personaggio, caratterialmente diverso da Carmine. Consuelo è una cuoca molto rigida ed ambiziosa, con un carattere impossibile, ma quest’incontro cambierà per sempre la vita di entrambi, che avranno anche una storia d’amore. 

Al di là della particolare storia d’amore tra i due, lui un brav’uomo che non ha nulla a che fare con il mondo della criminalità, lei una chef di grandissimo talento dal passato doloroso, questo film parla della ricerca di una seconda possibilità nella vita, cercando di creare e non distruggere, attraverso un progetto forte ma forse troppo ambizioso per quanto improvvisato. La forza di volontà per cercare di cambiare le cose è il segnale che vuole dare questa pellicola, oltre le difficoltà, perché la voglia di migliorarsi ed elevare la propria vita è più forte di qualsiasi ostacolo lungo il percorso. 

Al centro del film c’è la storia d’amore tra Carmine e Consuelo, un amore non scontato, che si fa strada lungo una vicenda difficile che nel film avrà un evoluzione inaspettata, con i due che sapranno fare squadra e ad essere tanto uniti nonostante le enormi differenze caratteriali che li contraddistinguono. Interessante è anche l’altro lato del film, ricco di umorismo e scene buffe, anche tra gli stessi protagonisti, momenti resi tali grazie alle interazioni con gli altri personaggi, come quello di Gianluca Fru, perfetta spalla comica.

 In La cena perfetta quindi troviamo un Salvatore Esposito in grande crescita, e totale sintonia con Greta Scarano, in una delle sue interpretazioni più convincenti. Menzione speciale per Gianfranco Gallo, che rappresenta il boss nel film e riesce a dare una bella interpretazione nelle vesti di Pasquale A’ Scimitarra. 

Il vero senso di La cena perfetta lo ritroviamo nel finale, nell’atto rivoluzionario di cucinare per riportare alla memoria i sapori e i profumi che hanno accompagnato i momenti belli della nostra vita. Carmine e Greta rielaborando in chiave moderna un piatto antico come la pastiera della nonna, vogliono conquistare il boss, severissimo critico culinario, e ci riescono addirittura commuovendolo. Questa parte finale del film è avvolta in un velo quasi fiabesco, perché sarebbe meraviglioso se nella vita fosse tutto così semplice e i problemi si potessero risolvere a tavola. Il finale mette in luce quanto sia bello ed importante voler cucinare per poter riassaporare attraverso il cibo i momenti più belli e significativi della vita. 

Fonte immagine in evidenza: YouTube trailer ufficiale

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