Serie tv LGBTQIA+: 4 da recuperare

4 serie tv LGBTQIA+

Serie tv LGBTQIA+: 4 da recuperare in occasione del Pride Month

Dal 1999 giugno è divenuto il Pride Month, la celebrazione dell’orgoglio dei membri della comunità LGBTQIA+. Onorare la storia di chi ha combattuto per la parità e per i diritti delle persone queer non avviene solo per le strade ma anche dando spazio e visibilità alle esperienze di vita queer sul grande e sul piccolo schermo. Ecco perché si propongono qui 4 serie tv LGBTQIA+ da recuperare in occasione del Pride Month.

Sebbene oggi non sia difficile individuare personaggi LGBT+ all’interno della maggior parte delle serie tv in catalogo di grandi e piccole piattaforme, non sempre i personaggi e le storyline risultano autentiche o approfondite all’interno del contesto narrativo generale. 

4 serie tv LGBTQIA+ da recuperare

Dear White People (Disponibile su Netflix) 
Numero di stagioni: 4 
Il creatore di questa serie tv LGBTQIA+, Justin Simien, decostruisce una parte importante del sogno americano: il college. L’Università di Winchester fa da sfondo a problematiche socioculturali che portano chi guarda a riflettere sulla disuguaglianza e le difficoltà degli studenti della Black Student Union. La trama non è incentrata sull’essere gay o meno: il vivere liberamente la propria sessualità viene inserito in maniera organica, viene posto come dato di fatto e non come sola caratteristica dominante di un unico personaggio.

Questa serie tv LGBTQIA+ nella sua interezza non mira a raggiungere alcuna quota di diversità, ma anzi smaschera il razzismo all’interno della stessa comunità.  Scegliere di guardare questa serie offre tanti spunti di riflessione sul fatto che il Pride Month è nato e verte tutt’ora sul lavoro instancabile di diverse attiviste afroamericane, una su tutte Marsha P. Johnson. Simien ci insegna che non esistono cause di serie A e serie B ed è importante lottare per l’uguaglianza all’interno della comunità stessa.

Inoltre, in questa serie tv LGBTQIA+ vengono denunciati gli standard di bellezza imposti alla comunità afrodiscendenti e in particolar modo si ha la possibilità di assistere a scene in cui i protagonisti affrontano l’approccio all’ HIV, alle relazioni sentimentali con persone bianche e anche al rifiuto iniziale di uscire con i membri della propria comunità per non sembrare “troppo nero”. Questa serie riflette quello che significa essere unx studentƏ universitariƏ alla ricerca di sé stesso, nel bene e nel male.  

 
The Ultimatum: Queer Love (Disponibile su Netflix) 
Numero di stagioni:2 
Dopo la prima stagione, Netflix rilancia il format del reality show applicato alla comunità LGBT+. Questa serie tv LGBTQIA+, totalmente adatta al binge watching, è composta da 10 episodi in cui 5 coppie queer affrontano il processo di rottura e di ri-innamoramento per scoprire se sono pronte o meno per sposarsi e metter su famiglia. Ad un primo impatto può sembrare l’ennesimo trash-scripted alla Temptation Island, e sebbene sia il gossip ad incuriosire gran parte degli spettatori, sono le discussioni e le dinamiche di gruppo a tener incollati tutti allo schermo: relazioni tossiche, stereotipi, identità e ruoli di genere sono solo alcuni dei temi trattati.

Questa serie tv LGBTQIA+ si presta ad essere vista in compagnia o ad essere discussa in una group chat: durante il Pride Month più che mai sharing is caring! Apprezzabile è il tentativo di eliminare tanti stigmi sul sesso e la sessualità lesbica: ciò avviene in un contesto non privo di dramma ma il tutto è bilanciato da piccoli momenti di comicità con dialoghi e liti che rispecchiano situazioni in cui è facile immedesimarsi. 

Queen of the Universe (Disponibile su Paramount Plus) 
Numero di stagioni: 2 (in corso)
Questa serie tv LGBTQIA+ ha tutti gli elementi di un classico talent applicati però ad un format che si ispira ad un modo di fare musica decisamente meno discografico e più orientato alla performance live. Adatta anche a chi non ha mai visto una drag queen in vita sua, a giudicare sono quattro giurati glamour e senza peli sulla lingua: il braccio destro di RuPaul, Michelle Visage, Trixie Mattel, drag queen da 359.1K ascolti mensili su Spotify, l’irriverente Mel B delle Spice Girls e la ex-Miss America Vanessa Williams.

A differenza di Drag Race, di cui viene considerato lo spin-off, la competizione di questa serie tv LGBTQIA+ è molto più genuina e semplificata, ma ha i suoi colpi di scena come i duetti e i meccanismi di eliminazione doppia che avvengono nei primi episodi. Se vi state chiedendo perché vederla, oltre che per divertimento, vi basti pensare che nel cast quest’anno c’è finalmente anche la drag queen palermitana Aura Eternal! 
D’altronde i festeggiamenti patriottici non si fermano solo al 2 Giugno ma proseguono per tutto il Pride Month.
 
Heartbreak High (Disponibile su Netflix) 
Numero di stagioni: 1 (seconda in lavorazione) 
In un mondo dominato dal cinema e dalla produzione americana, è una ventata d’aria fresca essere immersi grazie a questa serie tv LGBTQIA+ all’interno di un liceo di periferia in Australia. Per vivere un Pride Month che vi lasci col fiato sospeso, abbandonate stereotipi su ragni e serpenti: questa serie apre una finestra sulla sessualità in maniera incasinata e senza filtri. Reboot della serie omonima uscita nel 1994, questa serie tv LGBTQIA+ è pensata da e per la generazione Z con un linguaggio attuale, colorito ma soprattutto intersezionale.

Gli equilibri del liceo Heartley vengono sconvolti quando il primo giorno di scuola un collaboratore scolastico trova una mappa che svela i rapporti sessuali avvenuti tra gli studenti. In un primo momento solo una delle due autrici della mappa, Ameri, viene incolpata e ostracizzata per essersi immischiata nella vita dei compagni. Quest’ultima si trova immersa nel silenzio assordante della sua migliore amica Harper, la quale attraversa un periodo difficile sia dal punto di vista famigliare che individuale dopo aver vissuto un’esperienza traumatica ad un festival poco prima dell’inizio della scuola.

In questa serie tv LGBTQIA+, i triangoli amorosi, i momenti di stravagante ilarità e le maldestre lezioni sull’educazione sessuale a cui vengono sottoposti tutti i menzionati all’interno della mappa ci mostrano la complessità di un gruppo di teenager che cerca di confrontarsi con temi attualissimi come la cultura dello stupro, l’autismo, il genere, l’asessualità e il contatto con le proprie origini. 

Ora non avete scuse per iniziare nuove serie e godervi il Pride Month dalla comodità del vostro divano mentre fuori il sole ancora non ne vuol sapere d’uscire.

Immagine in evidenza: Pixabay

 

A proposito di Musco Francesca

Laureata in Mediazione Linguistica e Culturale, scrivo per dare sfogo alla mia loquacità e alle mie passioni. Quando non scrivo studio antropologia, guardo Drag Race e consumo mazzi di tarocchi.

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