Fobie strane ed imbarazzanti: quali sono le più 30 inusuali?

Fobie strane ed imbarazzanti: quali sono le più 30 inusuali?

Non solo paura degli scarafaggi, del buio o dei più classici ragni. Oltre al ragno c’è di più, insomma. Il sottobosco delle cosiddette fobie strane è sterminato come la vasta prateria della psiche umana. È comune sentire parlare di fobia dell’acqua o dei piccioni, ma vi sono paure in apparenza inspiegabili e condivise da una piccola minoranza di persone, che si ritrovano spesso a scontrarsi col muro dell’incomunicabilità e delle prese in giro.

Cos’è una fobia specifica e perché non va sottovalutata

Prima di addentrarci nell’elenco, è importante capire che una fobia non è un semplice “non mi piace”. Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), una fobia specifica è un disturbo d’ansia caratterizzato da una paura marcata e persistente verso un oggetto o una situazione specifica. L’esposizione allo stimolo fobico provoca una risposta ansiosa immediata, che può sfociare in un attacco di panico. La persona riconosce che la paura è eccessiva, ma non riesce a controllarla e mette in atto comportamenti di evitamento che possono limitare significativamente la sua vita. Per questo, anche le fobie che sembrano “strane” meritano rispetto e, se necessario, un supporto professionale, come indicato anche dall’Istituto Superiore di Sanità.

Elenco delle fobie più strane e particolari

Le fobie strane sono spesso oggetto di scherno o condannate a scontrarsi col muro dell’incomunicabilità. Vediamone alcune tra le più insolite.

Fobie legate al corpo e alle sue funzioni

  • Peladofobia: la fobia dei calvi. Si manifesta sia nella paura di chi non ha capelli, sia nel terrore di perdere la “potenza” associata alla chioma e diventare calvi a propria volta.
  • Chaetofobia: il rovescio speculare della precedente, ovvero la paura dei capelli, propri e altrui, specialmente se trovati in giro.
  • Pogonofobia: la paura delle barbe, in particolare quelle lunghe e folte. Ai pogonofobici è sconsigliata la visione di serie tv come Vikings.
  • Anginofobia: la paura di deglutire per il terrore di soffocare col cibo. Chi ne soffre vive ogni pasto come un calvario, masticando all’infinito ed evitando cibi “pericolosi” come la mozzarella in favore di zuppe o brodi.
  • Omfalofobia: la paura dell’ombelico, sia del proprio che di quello altrui, e il timore di toccarlo. Qualcuno non potrebbe capirla, Jovanotti ad esempio.
  • Emetofobia: una paura intensa del vomito, di vomitare o di vedere altri farlo. Può portare a forti restrizioni alimentari e all’evitamento di luoghi pubblici.
  • Somnifobia: la paura di addormentarsi, spesso legata al timore che possa succedere qualcosa di brutto durante il sonno, di perdere il controllo o di fare incubi terrificanti.
  • Eritrofobia: la paura di arrossire in pubblico, legata a un profondo imbarazzo e al timore del giudizio altrui.

Fobie sociali e relazionali

  • Singenesofobia: la paura dei parenti. Sì, hai letto bene. Scommettiamo che anche tu avrai provato l’insopprimibile tentazione di scappare a Timbuctu ogni volta che si appropinquava un incontro col parentado, anziché sottoporti alla mitragliatrice di domande di zia Concetta o della prozia Carmelina. Ad oggi, nessuno studio è riuscito a trovare un antidoto, ma si confida nei progressi della ricerca futura.
  • Allodaxafobia: la paura delle opinioni altrui. Tanto strana non sembrerebbe, giacché si lega a doppio filo con la bassa autostima e l’insicurezza.
  • Anuptafobia: la paura irrazionale di rimanere single o di non trovare un partner, che può portare a legami disfunzionali pur di non restare soli. Ne sono spesso affetti gli utenti più fedeli di Tinder e app simili.
  • Geliofobia: la paura di ridere, sia di farlo in pubblico (per timore di perdere il controllo) sia di essere derisi.
  • Efebifobia: la paura o il fastidio irrazionale nei confronti degli adolescenti.
  • Papafobia: la paura del Papa. Sì, anche il mansueto Francesco può diventare oggetto di terrore per chi soffre di questa rara fobia.

Fobie legate a oggetti, numeri e situazioni

  • Tripofobia: una delle fobie strane più “popolari” sul web. È la paura dei buchi, o meglio, dei pattern composti da piccoli buchi o protuberanze ravvicinate. La vista di un’arancia, un favo o persino delle bolle di sapone può scatenare nausea, brividi e un’intensa sensazione di repulsione. Per saperne di più, leggi il nostro approfondimento sulla tripofobia.
  • Hippopotomonstrosesquipedaliofobia: prova a dirlo senza incrociarti gli occhi. È, ironicamente, la paura delle parole lunghe e complesse. Chi ne soffre non nutrirà certamente molto affetto per Seneca.
  • Hexakosioihexekontahexafobia: la paura specifica del numero 666. A chi ne soffre è assolutamente sconsigliato l’ascolto degli Iron Maiden.
  • Triscaidecafobia: la paura, ben più comune, del numero 13. Agli utenti che ne soffrono è sconsigliata la visione della serie 13 reasons why.
  • Ombrofobia: la paura della pioggia e di bagnarsi. Secondo fonti certe, ai venditori di ombrelli della stazione di Piazza Garibaldi a Napoli piace moltissimo quest’elemento.
  • Amaxofobia: la fobia di guidare un veicolo. Si crea un circolo vizioso in cui la paura stessa di avere un attacco di panico al volante rende la situazione ingestibile.
  • Globofobia: la paura dei palloncini, in particolare del suono che fanno quando scoppiano.
  • Tafofobia: il terrore ancestrale di essere sepolti vivi. Ha stimolato per secoli l’immaginario culturale e popolare.
  • Talassofobia: la paura del mare profondo e di ciò che si nasconde sotto la superficie.

Come affrontare le fobie strane: consigli pratici

Avere una fobia “bizzarra” può aggiungere un livello di imbarazzo alla già difficile gestione dell’ansia. Tuttavia, è fondamentale ricordare che qualsiasi fobia è un disturbo legittimo e curabile. L’approccio più efficace è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che include spesso la terapia di esposizione graduale. Questa tecnica consiste nell’avvicinarsi progressivamente allo stimolo temuto in un ambiente sicuro e controllato, con il supporto di un terapeuta, fino a quando l’ansia si riduce.

Il consiglio dello psicoterapeuta: “Nessuna fobia è troppo ‘strana’ per essere trattata”, spiega il Dott. Luca Rossi. “Il meccanismo di fondo è sempre lo stesso: un’associazione disfunzionale tra uno stimolo neutro e una reazione di panico. Il primo passo è riconoscere che non si è ‘sbagliati’ o ‘ridicoli’ e chiedere aiuto. La terapia permette di rompere questo legame e di riprendere il controllo della propria vita”. Per trovare un professionista, ci si può rivolgere a portali specializzati come GuidaPsicologi.

Reazione Fobica Comune Approccio Terapeutico Costruttivo
Evitamento completo dello stimolo (es. non andare alle feste per paura dei palloncini – globofobia). Esposizione graduale: prima guardare foto di palloncini, poi un palloncino sgonfio, poi uno gonfio a distanza.
Pensieri catastrofici (“Se deglutisco questo boccone, morirò soffocato” – anginofobia). Ristrutturazione cognitiva: analizzare e sfidare la logica di questi pensieri con l’aiuto di un terapeuta.
Ricerca di rassicurazioni costanti e rituali di controllo. Imparare tecniche di rilassamento (respirazione diaframmatica, mindfulness) per gestire l’ansia autonomamente.

Superare la vergogna è il primo passo

Le fobie strane possono essere isolanti, ma è importante sapere di non essere soli. Riconoscere la propria paura senza giudizio e comprendere che esistono percorsi efficaci per superarla è il primo, fondamentale passo per liberarsi dalla gabbia dell’ansia e dell’evitamento. Che si tratti della paura dei buchi, dei parenti o delle parole lunghe, ogni fobia merita di essere ascoltata e affrontata.

Fonte immagine: Pixabay

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A proposito di Monica Acito

Monica Acito nasce il 3 giugno del 1993 in provincia di Salerno e inizia a scrivere sin dalle elementari per sopravvivere ad un Cilento selvatico e contraddittorio. Si diploma al liceo classico “Parmenide” di Vallo della Lucania e inizia a pubblicare in varie antologie di racconti e a collaborare con giornali cartacei ed online. Si laurea in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli e si iscrive alla magistrale in Filologia Moderna. Malata di letteratura in tutte le sue forme e ossessionata da Gabriel Garcia Marquez , ama vagabondare in giro per il mondo alla ricerca di quel racconto che non è ancora stato scritto.

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