Le case straordinarie di Padova è l’ottavo volume di una serie dedicata alla splendida città veneta, scritto da Silvia Gorgi, pubblicato come gli altri da Newton Compton Editori.
Un viaggio nella città da un punto di vista inedito e intimo: le dimore degli innumerevoli personaggi illustri che l’hanno abitata. Scrive l’autrice nei ringraziamenti: «Qual è il concetto di casa che voi avete? Dove vi sentite a casa? Ovunque nel mondo o solo in un posto specifico? Insieme a qualcuno o senza alcuno? […] Le persone che ho cercato di raccontare hanno lasciato molto di loro a noi che girovaghiamo per Padova, e possiamo trovare pezzi delle loro vite, spesso incredibili, che hanno segnato la storia e il futuro di molti.»
Case fuggite, case ritrovate, dimore: chi non si è mai chiesto, passeggiando per strada, cosa accada dietro una finestra illuminata? E cosa ha animato, in passato, una casa abbandonata ormai in rovina, o un sontuoso palazzo, che reca sulle sue mura, sui suoi pavimenti, le impronte di chi lo ha abitato?
Silvia Gorgi: Padova vista dalla serratura di casa
Quattro sezioni compongono Le case straordinarie di Padova di Silvia Gorgi: nella prima, “Padova anima le sue case”, incontriamo figure illustri del calibro di Petrarca, Donatello, Palla Strozzi e il Gattamelata. Petrarca scelse di vivere i suoi ultimi giorni in una dimora al riparo dalla mondanità sui colli Euganei, ad Arquà. L’autrice, oltre a raccontarci della vita del Petrarca e della composizione delle sue opere, intesse una serie di legami con le opere d’arte e non dedicate al poeta, guidandoci per le stradine della città: attraversando il centro arriviamo al battistero e alla Sala dei Giganti, quest’ultima «emblema di potere e mecenatismo, rappresentava il mondo classico con una serie di figure di uomini illustri, attraverso le quali veicolare un mondo di valori e di giustizia da ripristinare», dove è presente il ritratto di Petrarca nel suo studio nell’angolo sudoccidentale. Il poeta a Padova conosce numerosi intellettuali e uomini dell’epoca con i quali stringe rapporti di amicizia; l’autrice ci offre alcune testimonianze di ciò, raccontandoci di come Petrarca diventerà il modello di lirica per eccellenza per le generazioni successive. Non fanno eccezione le scrittrici Vittoria Colonna, Veronica Gambara e Gaspara Stampa, quest’ultima nata proprio a Padova nel XVI secolo, e scrittrice di uno dei più interessanti canzonieri dell’epoca, della quale Gorgi ci racconta profusamente.
La casa in cui visse il Petrarca è oggi un museo visitabile e descritto con minuzia dall’autrice, insieme al Parco letterario dei Colli Euganei, fonte di ispirazione per altrettanti poeti, quali Zanzotto e Ariosto, oltre a Lord Byron e Mary e Percy Shelley.
Passiamo poi per Palazzo Lion, dimora del capitano di ventura Erasmo da Narni detto Gattamelata, che Donatello ha eternizzato in una statua equestre. Il racconto di Silvia Gorgi tocca le imprese e la vita privata dei personaggi che cita, spaziando tra storia e arte e allungando il viaggio alle altre città italiane coinvolte nelle vite dei personaggi dell’epoca, tra le quali Firenze. Il Gattamelata ha ispirato numerosi artisti: anche Tintoretto ne rappresenterà le imprese eroiche sul soffitto di Palazzo Ducale, e Giorgione (originario di Castelfranco) dipingerà in suo onore il Ritratto di guerriero con scudiero.
Padova nelle parole di Silvia Gorgi viene dipinta come la “levatrice” di innumerevoli artisti e scrittori, tra i quali anche Andrea Mantegna, ponendosi a capo della politica culturale prima ancora della Firenze medicea, precorrendo in questo modo il Rinascimento.
Nella seconda sezione, “Padova caput mundi”, l’autrice si muove tra arte e scienza attraverso le mastodontiche figure di Andrea Palladio e Galileo Galilei. Il primo, ispiratore dello stile palladiano che ha influenzato l’architettura mondiale fino agli Stati Uniti (la Casa Bianca e il Campidoglio a Washington tra gli altri), oltre che scrittore de I quattro libri dell’architettura, ancora oggi considerati i capisaldi dell’architettura di tutti i tempi. Il secondo, fautore della rivoluzione scientifica, oltre che inventore di un genere letterario, il report scientifico, fece di Padova la sua dimora dove si dilettava nella costrizione del suo cannocchiale, per poi insegnare all’Università di Padova,
Galileo amò molto anche Venezia, dove si recava per riunioni accademiche di scienza e letteratura a Palazzo sul Canal Grande. L’autrice dedica ampio spazio ai luoghi che Galileo Galilei abitò, diffondendo sapere e conoscenza. Infine un capitolo è dedicato al medico Johann Georg Wirsung, scopritore del dotto pancreatico, che a Padova trova la morte in circostanze violente e misteriose.
In “Padova, ritorno a un porto sicuro”, l’autrice ci conduce al Portello, antico porto della città, poi borgo che tra Cinquecento e Settecento diventa dimora di molte famiglie aristocratiche della laguna, oltre che di figure illustri quali lo scrittore Ippolito Nievo, l’egittologo Giovanni Battista Belzoni (che ha ispirato nella contemporaneità George Lucas per il suo Indiana Jones), il padre dell’anatomia patologica moderna Giovanni Battista Morgagni e il letterato Torquato Tasso. A soli pochi civici di distanza dalla casa di Belzoni troviamo Palazzo Gaudio, prima dimora patavina di un altro intellettuale dell’epoca che influenza notevolmente le sorti della letteratura, Pietro Bembo.
Ritornano ancora i Colli Euganei, protagonisti della prima sezione perché dimora di Petrarca, che furono meta di numerosi letterati, tra i quali Foscolo, gli Shelley e Lord Byron; grazie a quest’ultimo i colli rientrano tra le tappe del grand tour, necessario al completamento della “buona educazione” dei giovani aristocratici dell’epoca. Foscolo li scelse come riparo dalla frenesia veneziana, oltre a descriverli, con le parole di Jacopo Ortis, come luogo imprescindibile per gli amanti delle lettere grazie al Petrarca.
Ad un padovano, inoltre, Silvia Gorgi attribuisce parte del merito di aver resto Il lago dei cigni il capolavoro del balletto che tutti oggi conosciamo: il compositore Riccardo Drigo, la cui revisione fu fondamentale anche per le sorti del balletto classico in generale.
L’autrice narra infine in questa sezione l’atroce vicenda del sommergibile F.14 e della stoica morte dell’ufficiale Isidoro Wiel, riportandone testimonianze storiche e documentazioni.
La quarta e ultima parte, “Padova al fronte”, ripercorre il ruolo di Padova durante la Grande Guerra, a partire da Palazzo Giusti e da Gabriele D’Annunzio, che proprio qui progettava le mosse che lo avrebbero portato al volo su Vienna. La villa di San Pelagio, dove l’autore aveva soggiornato, è oggi un museo dedicato al volo, essendo stata Padova un centro di innovazione per il volo in quegli anni.
La guerra, si sa, lascia dietro di sé una scia di morte e distruzione, e qualora ci si salvi, non è detto che altrettanto faccia la mente di chi l’ha attraversata: il racconto si chiude con un luogo che è diventato la dimora di chi queste atrocità le aveva vissute sulla propria pelle, “La Salutare”, la casa di cura ideata da Gaetano Boschi, lontana dai rumori e immersa nella natura, nel tentativo di ritrovare la pace per coloro che avevano vissuto sulla propria pelle l’inferno in terra.
E tanti altri artisti, scrittori e scrittrici, uomini e donne di tutti i tempi che hanno trovato dimora a Padova animano le pagine di Le case straordinarie di Padova di Silvia Gorgi, accompagnando il lettore in un viaggio intimo e accogliente, come un incontro tra amici che si intrattengono raccontandosi storie di tempi che furono.