Baschira e il suo ultimo singolo Ratti | Intervista

Baschira e il suo ultimo singolo Ratti | Intervista

Davide Cristiani, in arte Baschira, è un cantautore italiano bolognese che nella sua carriera musicale ha scelto di dar voce ad un capobrigante di Budrio vissuto agli inizi dell’800 che si rivolta contro ingiustizia e oppressione.

«Cercavo un simbolo di libertà, nel mio immaginario c’era un pirata. A Budrio, dove sono cresciuto, non c’è il mare, quindi ho optato per un brigante. Nei panni di Baschira ascolto, racconto e canto le storie di chi non ha voce» così l’artista descrive il personaggio di Baschira.

In occasione dell’uscita del suo ultimo brano Ratti, l’artista ci ha gentilmente concesso un’intervista.

Intervista a Baschira

Il suo desiderio di fare musica è nato di pari passo con l’idea di voler impersonare il brigante Baschira?

I primi passi nel mondo della musica risalgono alla mia infanzia, prima con gli ascolti e poi da adolescente con la chitarra. Il desiderio di lavorare al progetto Baschira mi è venuto dopo gli attentati di Parigi del 2015. Con quell’attacco diretto alla musica e all’arte, nessuno era più al sicuro su un palco, non avrei più potuto continuare a tacere.

Dietro alla scelta di incarnare Baschira, un brigante di Budrio degli inizi dell’800 che si rivolta contro l’ingiustizia e l’oppressione, è nascosta la sua idea di invitare all’azione? Nel non restare fermi di fronte alle ingiustizie e agire?

Azione sì, ma non violenta. La vera rivoluzione può solo essere dentro di noi. Mi sembra evidente che stiamo sopportando da anni il passaggio da una crisi all’altra, dove i governi sono nella migliore delle ipotesi impotenti, se non complici. Ma il conto lo pagano sempre gli stessi mentre i responsabili si godono gli utili impuniti. Io mi immagino un futuro dove la smettiamo di dividerci e farci la guerra sulla base dei gusti sessuali, della religione o dell’etnia di provenienza. A quel punto, basterebbe incrociare le braccia tutti quanti e aspettare insieme che la nuova corrente porti a riva il cadavere del capitalismo.

Lo stile di Baschira ha influenze di altri artisti?

Sicuramente i miei ascolti hanno influenzato il mio modo di scrivere, potrei citare la mia adolescenza, la poesia di De André, gli anni ’90, il rap di Neffa e Eminem, il metal di Steve Vai e Joe Satriani, il crossover dei Rage against the Machine, il rock psichedelico dei Led Zeppelin e dei Pink Floyd e quello funky-pop dei Red hot chili pepper. Anche se credo che l’ascoltatore attento avrà già notato assonanze con lo stile di Vinicio Capossela, soprattutto nel primo album Zdasdat, questi nuovi brani sono frutto di un lavoro di squadra anche durante il percorso creativo. Insieme agli amici Filippo Marchioni e Michele Guberti abbiamo creato lo scheletro dei brani al quale abbiamo aggiunto il corpo insieme ai meravigliosi Mauro Rolfini e Angelica Foschi.

Se dovesse scegliere tre aggettivi per descrivere Baschira, quali sarebbero?

Irriverente, libero, satirico.

Qual è stato il brano a cui ha dedicato maggior tempo nella scrittura ovvero quello più impegnativo da trattare e, invece, quello che ha scritto di getto?

Il brano più impegnativo da trattare lo sto ancora scrivendo, quindi mi riservo la sorpresa per il futuro. Uno dei brani che mi venne di getto fu Ruotaordinario. Lo registrammo addirittura in diretta in studio con la band, inclusi i fiati.

Se dovesse scegliere un solo brano della sua discografia alla quale è più legato, quale sarebbe e perché?

A Capo. Perché è il più autobiografico.

Baschira, parlando del suo nuovo singolo Ratti, cosa lo ha spinto a trattare di un argomento ad oggi così discutibile come quello della politica, denotando persino chi ne fa parte con l’espressione «ratti inferociti che s’azzannano tra loro»?

Forse perché mi piace andare controcorrente, “in direzione ostinata e contraria”. Mi sono sempre proposto di non scrivere canzoni d’amore ad esempio, perché credo che ci siano già abbastanza artisti che ci provano. Credo, invece, che si debba prendere una posizione come artisti e la mia è quella dalla parte degli ultimi, quelli che in politica non hanno voce.

Infine, riguardo alla sua carriera futura si augura un giorno di poter portare in Italia ciò che ha costruito ad Amsterdam?

Quello che è nato ad Amsterdam, è già diventata una realtà anche in Italia. Il brano è uscito con l’etichetta ferrarese Alka Records, il team di lavoro per questi brani è composto totalmente da professionisti italiani. Quindi credo che sia già una realtà. Inoltre, l’anno scorso c’è già stato un piccolo tour di presentazione dell’album Zdasdat. Quest’anno ci sarà sicuramente un altro appuntamento estivo dal vivo. Non mancate!

Ringraziamo Baschira per l’intervista e in attesa dell’annuncio di un prossimo appuntamento dal vivo per questa estate, vi invitiamo ad ascoltare il brano Ratti presente in tutte le piattaforme musicali e di approfondire la sua discografia per immergersi al meglio nel suo mondo.

Ratti:
di Baschira e Filippo Marchioni
al clarinetto e sax Mauro Rolfini
alla fisarmonica Angelica Foschi
pubblicato da Alka Record Label
prodotto e arrangiato da Michele Guberti
mastering di RedStone Productions

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Fonte immagine in evidenza: Ufficio stampa

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