Canzoni dei Fleetwood Mac: quattro da conoscere

canzoni dei Fleetwood Mac

Tra le band musicali entrate nell’ immaginario collettivo come capisaldi del genere rock non può non figurare quella dei Fleetwood Mac. Tra cambi stilistici e di formazione, quel che è rimasto invariato è il talento nel conquistare il pubblico, così come una stabile posizione sulla vetta nel panorama rock dagli anni ’70 fino ai giorni nostri. Presentiamo cinque tra le canzoni dei Fleetwood Mac da conoscere assolutamente.

Le canzoni dei Fleetwood Mac: una panoramica stilistica

Le canzoni dei Fleetwood Mac elencate in questo articolo appartengono a periodi stilistici diversi della band. Lo stile è ovviamente influenzato dalla formazione, che nel tempo ha subito non pochi cambiamenti. È quindi fondamentale fare una breve panoramica della storia e dello stile. Il gruppo, inserito nella Rock & Roll Hall of Fame nel 1998, muove i primi passi non nella scena rock mainstream ma in quella del british blues e del blues rock, con il chitarrista Peter Green, il batterista Mick Fleetwood, il chitarrista-voce Jeremy Spencer e il bassista John McVie; Green conia il nome della band fondendo i cognomi del batterista Mick Fleetwood e del bassista John McVie. Raggiunsero un discreto successo ma la formazione dal ’75 in poi fu quella realmente vincente, ovvero con Stevie Nicks insieme al compagno Lindsey Buckingham e la moglie del bassista Christine McVie. Il gruppo divenne quindi scevro dagli elementi di Jeremy Spencer e Peter Green virando dal blues rock verso influenze punk, new wave, folk rock, soft rock e roots rock soprattutto con Lindsey Buckingham.

L’era del british blues (1967-1970) L’era del soft rock (1975-1987)
Leader creativo: Peter Green Leader creativi: Lindsey Buckingham e Stevie Nicks
Stile musicale: blues rock, psichedelia Stile musicale: soft rock, pop rock, folk
Album di riferimento: “Then Play On” Album di riferimento: “Rumours”
Canzone simbolo: “Black Magic Woman” Canzone simbolo: “Go Your Own Way”

5 canzoni iconiche dei Fleetwood Mac

Black Magic Woman

Il singolo Black Magic Woman, scritto da Peter Green, è il primo singolo dei Fleetwood Mac uscito nel 1968. È uno dei singoli che hanno riscosso più successo tra le canzoni dei Fleetwood Mac del periodo con Peter Green. L’anima blues rock di questo singolo è innegabile: riscosse un tale successo da entrare nel repertorio del celebre artista Carlos Santana, facendo schizzare il brano in vetta alle classifiche nel 1970. Nonostante il brano ora come ora sia associato più a Santana, è bene ricordare le sue origini. Inoltre, il brano è stato inserito nell’ album di Mina Sorelle Lumiere, toccandoci anche nella nostra italianità.

Landslide

Il brano figura nell’album omonimo della band, pubblicato nel 1975. Stevie Nicks scrisse il testo durante una visita nel Colorado, trovando ispirazione nel magnifico paesaggio delle Montagne Rocciose. Lei stessa dichiara di essere stata travolta da una valanga emotiva, mentre rifletteva sulla valanga di avvenimenti che si erano abbattuti su di lei e sulla sua travagliata storia con Lindsey Buckingham, proprio come una frana. Tra le canzoni dei Fleetwood Mac è forse una delle più famose di sempre. Il brano ha raggiunto un record di vendite importanti negli Stati Uniti, entrando nel 2021 nella classifica Top 500 Best Songs of All Time della rivista Rolling Stone al cento sessantatreesimo posto: «I saw my reflection in the snow-covered hills / ‘Til the landslide brought me down».
Vedere sé stessi riflessi e poi veder crollare tutto quel che fa parte di noi. In quanti ci siamo sentiti così almeno una volta nella vita?

Gold Dust Woman

Questo brano rappresenta forse la più cruda e la più feroce autocritica nella storia della musica e merita di essere annoverato tra le canzoni dei Fleetwood Mac più belle in assoluto. Si trova nell’album Rumours del 1977, il più venduto della band; l’intero album è un inno al ritrovare sé stessi nella sofferenza. La dipendenza da cocaina dilagante nell’ambiente musicale statunitense aveva travolto anche Stevie Nicks, diventata una «gold dust woman» dove gold dust fa riferimento appunto alla cocaina. Ci parla come una regina caduta intenta a scavare la sua stessa fossa: «Rock on, Gold Dust Woman / Take your silver spoon, dig your grave.»
Una donna diventata l’ombra di sé stessa, ma che cerca di perdonarsi in un periodo estremamente difficile con l’ex metà Lindsey Buckingham, con cui condividerà nonostante tutto il palco: «Pale shadow of a woman»

Go Your Own Way

Se i brani di Stevie Nicks raccontano la sua versione della rottura, “Go Your Own Way” è la risposta rabbiosa e ferita di Lindsey Buckingham. Tratta dallo stesso album, Rumours, la canzone è un perfetto esempio di pop-rock energico, ma il suo testo è intriso di risentimento. Buckingham scrisse il brano parlando della separazione da Nicks, con versi diretti come “Packing up, shacking up is all you wanna do“, che Stevie Nicks ha sempre dichiarato di detestare. Questa tensione palpabile tra i due autori è esattamente ciò che ha reso *Rumours* un capolavoro immortale.

Everywhere

Spostandosi dall’album Rumours, che è interamente pervaso da una voglia di rivalsa, è bene prendere in considerazione un brano che per suoni e stile è ben diverso. La voce non è quella di Stevie, rauca e penetrante, ma è quella avvolgente e calda di Christine McVie, tastierista e voce. La voce di Christine McVie crea un’atmosfera magica, potremmo dire dreamy. Le percussioni iniziali di Mick Fleetwood ci aprono la porta di questo mondo, e la voce di Christine, così come quelle in sottofondo di Stevie Nicks e Lindsey Buckingham, ci tengono per mano per tutto il viaggio. L’album è Tango In The Night, uscito nel 1987, presenta un gusto diverso dal soft rock classico tipico di Rumours. Nel brano si fa ampio uso di sintetizzatore, molto in voga in tale periodo. Decisamente una delle canzoni dei Fleetwood Mac da non perdere.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

Articolo aggiornato il: 02/10/2025

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