La band spagnola Jarabe de Palo, guidata dal cantante Pau Donés, ha ripercorso nel concerto all’Arena Flegrea di Napoli, il 14 luglio, 20 anni di lavori, liberando l’energia e la leggerezza della loro musica, coinvolgendo il pubblico di Napoli con la loro carica di vitalità.
Il loro tour è stato chiamato 50 palos per un gioco di parole in lingua spagnola: oltre a richiamare il nome del gruppo, la parola “palos” significa anche compleanno, Pau Donés ne ha compiuti 50 proprio l’anno del ventennale della creazione de La Flaca, album di debutto del gruppo, che ottenne un grande successo internazionale.
La serata musicale all’ arena flegrea è stata aperta da Lemandorle, duo pop – punk e dalla cantautrice Claudia Megré, sola sul palco, chitarra e voce graffiante.
Alle 22 è iniziato il concerto dei Jarabe de Palo: oltre un’ ora e mezza di canzoni dai ritmi e colori cangianti, da quelle di romantica passionalità a quelle danzanti e vivaci, da quelle in cui lasciarsi trasportare da parole e melodie avvolgenti, a quelle in cui immergersi nell’ intensità delle emozioni.
Quiero ser poeta (Voglio essere poeta) è tra le prime in scaletta e conduce verso i ritmi sostenuti e latini la poetica dei Jarabe de Palo. Il pubblico napoletano è già coinvolto, ma è alla quinta canzone, Depende, che inizia a partecipare in coro al concerto. Depende con metafore e versi è una riflessione e celebrazione in musica della libertà di scegliere la propria filosofia di vita, nel ed è il singolo che consacrò il gruppo in Italia.
A seguire canzoni dai ritmi danzanti, e Pau Donés dimostra sul palco di essere in buona forma fisica, accompagnando le note a piccole danze. I sei musicisti sul palco sono in armonia tra loro, appassionati nell’ esecuzione e la voce di Pau “scorre” nel bel fiume musicale che riproducono.
Arriva poi il momento delle canzoni romantiche: Fumo, interpretata nell’ album con Checco Silvestre dei Modà, Mi piace come sei, incisa nell’ ultima versione con Noemi e Completo Incompleto.
Sono canzoni intense, di presa di coscienza, di apertura ai sentimenti, di ricerca. Pau le dedica a tutte le donne. Si passa poi all’intensa calma delle parole e della melodia di Agua, che sembra sospendere il tempo all’ Arena flegrea ed entrare nell’anima di chi ascolta.
In un cambio di atmosfera La Flaca accende e fa alzare il pubblico: il primo grande successo dei Jarabe de Palo resta indimenticabile per i fans
Come un pittore è la canzone, scritta insieme ai Modà nella versione italiana, in cui Pau racconta i vari colori dell’ anima. A far ballare arriva poi Bonito, in cui Pau canta che nonostante sventure e tristezze «todo me parece bonito». Canzone scritta anni fa e che racconta bene ancora oggi Pau. Pau con la sua anima forte, mai sfiduciata, anche quando è stata colpita da un tumore. Alla fine del concerto Pau si rivolge al pubblico e racconta di essere stato colpito da questo male, ma di essere stato operato e di essere sulla strada della guarigione. Poi chiama sul palco il medico, di origini campane, che l’ha operato e curato, Domenico Sabia. Il dottor Sabia è appassionato di musica, ed insieme a Pau si lancia in una bella versione di Tammurriata nera che il pubblico napoletano accompagna con calore. I due si abbracciano dopo l’esecuzione. Poi il concerto riprende con le canzoni suonate insieme alla band.
La leggera e forte vitalità di Pau Donés resterà nei ricordi di chi ha assistito al concerto.