Silvia Ballestra finalista del Premio Napoli 2023 nella categoria Narrativa con il suo La Sibilla, edito Laterza, racconta l’incredibile ed eroica vita di Joyce Lussu, partigiana, poetessa, traduttrice, attivista e medaglia d’argento al valore militare.
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Silvia Ballestra è scrittrice e traduttrice. Dopo aver esordito nel 1990 nell’antologia di racconti Papergang a cura di Pier Vittorio Tondelli e pubblicato il suo primo libro Il Compleanno Dell’Iguana, conosce Joyce Lussu, con la quale instaura un dialogo che porta alla scrittura del saggio Joyce L. Una vita contro, Diciannove conversazioni incise su nastro pubblicato nel 1996.
Di seguito l’intervista in occasione della serata finale della 69ª edizione del Premio Napoli il prossimo 19 Dicembre, presso il Teatro Mercadante.
Intervista a Silvia Ballestra
Dottoressa Silvia Ballestra, buonasera. La ringrazio per la sua gentilezza. Lei ha conosciuto Joyce Lussu di persona, e insieme a lei nel 1995 ha portato avanti un lavoro di ricostruzione della sua vita, che ha dato poi vita a Joyce L. Una vita contro, Diciannove conversazioni incise su nastro saggio pubblicato nel 1996. Qual è stata la spinta che l’ha portata a scrivere di Joyce Lussu dopo quasi trent’anni dall’uscita del libro?
Mi sono resa conto che, come succede spesso, quando gli autori e le autrici muoiono, sia difficile reperire i loro libri in libreria e si rischia di perdere il loro ricordo. In questo caso, c’era una storia fortissima che era nota fin quando Joyce è stata viva, perché era un personaggio molto conosciuto, però a distanza di anni si rischiava che non tutti la ricordassero. Per questo motivo ho pensato di scrivere una biografia classica: era un modo per riportare in circolazione quella storia che io conoscevo, che è una bellissima storia di una vita eccezionale.
Dottoressa Silvia Ballestra, mi collego alla sua risposta. Nonostante la sua poliedricità e il suo eroismo Joyce Lussu è stata chiaramente esclusa dal canone, perché secondo lei?
Perché purtroppo questo è il destino delle donne e lo sappiamo. Ci sono molte figure valorose in tanti campi che però non ricevono il giusto riconoscimento e il giusto sostegno e questa è una risposta che vale per la storia di molte donne. In particolare Joyce ha vari motivi che spiegano questa ragione, che sono raccontati nella biografia. Dipendono anche dalla sua scelta di pubblicare con editori di cultura e di movimento, ha fatto sì che i suoi libri si trovino, ma a ondate, e ogni tanto spariscono. Continua a essere letta e seguita, però non quanto dovrebbe. Inoltre (è avvenuto) perché è un personaggio scomodo, che crea tanti problemi, ciò spiega perché non è stata sostenuta, ma ci sono diversi luoghi dedicati a lei, dunque non è effettivamente stata esclusa. C’è da dire che pian piano stanno cambiando le cose, negli ultimi anni c’è un’aria nuova!
Il suo libro La Sibilla si concentra particolarmente sugli anni della Resistenza, mettendo enfasi sugli atti eroici di Joyce Lussu e il suo impegno politico, ha passato dunque in rassegna gli ultimi 50 anni della sua vita in tre capitoli che riguardano aspetti importantissimi della sua personalità sfaccettata quali la traduzione, l’attivismo e la poesia. Qual è il fil rouge di tutti questi aspetti, Dottoressa Silvia Ballestra?
Joyce ha fatto tante cose, come traduttrice e anche come storica, come attivista e militante. Tutto è tenuto insieme dal suo sguardo molto originale e alternativo con una forte tensione sia morale che politica, con rigore, serietà e una ricerca continua molto coerente anche nella ricerca dei poeti da tradurre. Rispondono a dei criteri particolari, che sono gli stessi di Joyce e del suo compagno Emilio Lussu, persone impegnate nella politica, nella storia, che però sono anche scrittori, poeti. La ricerca dunque è questa, si trattava di persone spesso perseguitate, persone che lottano per la libertà per la giustizia, così come avevano fatto loro stessi, questo è il tratto comune. Inoltre, in generale, per l’avventura intellettuale di Joyce Lussu le caratteristiche sono quelle di uno sguardo verso un mondo più giusto per tutti e per i diritti degli oppressi, una lotta continua che all’inizio era quella antifascista per le circostanze della sua vita e dopo si trasforma nel conoscere le lotte degli altri. Infine ricollegandoci alla struttura della biografia, bisogna considerare che Joyce è una donna d’azione e di pensiero, l’azione appartiene ai primi decenni della sua vita, c’è più dinamismo a causa delle circostanze storiche relative alla Resistenza, che è particolare, perché è europea e vissuta insieme al suo compagno. Con l’avanzare dell’età lei non si è mai fermata, ma le attività sono cambiate; dunque mi sono concentrata sull’aspetto avventuroso intellettuale.
Dottoressa Silvia Ballestra, le pongo un’ultima domanda; come il titolo della sua biografia enfatizza Joyce Lussu veniva chiamata la Sibilla, perché già antesignana del tempo, come la immaginerebbe in questo tempo?
Joyce la immagino come sempre, avendo anticipato i tempi di oggi, lei ha già scritto questo tempo. Negli anni ’70 aveva già parlato di disarmo, di pace, nei suoi libri c’è tutto. Ho scritto questo libro per coloro che si appassionano a Joyce Lussu, perché leggano i suoi libri in cui ci sono cose illuminanti anche sull’oggi e il domani, perché lei ha sempre scritto e si è sempre proiettata nel futuro.
Ringraziamo Silvia Ballestra, scrittrice de La Sibilla per la sua disponibilità e gentilezza.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia