Quartiere Sanità (Napoli), come visitarlo al meglio

Il quartiere Sanità di Napoli è un luogo unico e affascinante, dove convivono contrasti, colori, arte, musica e storia. La sua storia millenaria lo lega indissolubilmente alla vita e alla morte, essendo stato luogo di sepolture fin dall’antichità. Dal XVII secolo, il quartiere si è sviluppato urbanisticamente attorno alla Basilica di Santa Maria della Sanità, diventando l’area prescelta da nobili e ricchi borghesi napoletani per le proprie dimore. Negli anni successivi, la Sanità ha pagato a caro prezzo il disinteresse della politica, diventando una “periferia al centro della città” di cui la criminalità organizza aveva preso il controllo.
Il vento del cambiamento è cominciato a soffiare negli anni 2000 con l’arrivo del nuovo parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità, Padre Antonio Loffredo, che ha segnato, di fatto, l’inizio di un processo di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e umano del quartiere. Diverse associazioni di volontariato, culturali e social, nel contempo, si sono costituite in rete, e ciò ha favorito quel processo di crescita (economica e turistica) che ora investe tutto il territorio e offerto nuove opportunità di sviluppo e di riscatto sociale per gli abitanti.

Il Miglio Sacro, ovvero come visitare al meglio il quartiere Sanità

Per cominciare l’esplorazione del quartiere Sanità, vi consigliamo il Miglio Sacro, uno dei tour più interessanti presenti su TourScanner, il più famoso e utilizzato aggregatore di esperienze e di attività di viaggio. Questo percorso, organizzato dalle Catacombe di Napoli, comprende le seguenti tappe:

– Catacombe di San Gennaro
– Basilica di San Gennaro extra moenia
– Basilica di Santa Maria della Sanità (con il suo Presepe Favoloso)
– Cripta delle Catacombe di San Gaudioso (esterno)
– Basilica di San Severo fuori le mura e Cappella dei Bianchi con visita esclusiva all’opera “Il figlio velato” di Jago
– Palazzo Sanfelice e dello Spagnuolo
– Porta San Gennaro

Il tour, di circa tre ore, termina nei pressi di Piazza Cavour.

Le Catacombe di San Gennaro

 

La prima tappa del Miglio Sacro sono le Catacombe di San Gennaro, uno dei monumenti più importanti che testimoniano il legame tra Cristianesimo e Napoli. Questo antico cimitero sotterraneo, costruito tra il II e il IV secolo, conserva al suo interno circa 2000 loculi e 500 arcosoli, oltre alla Basilica Ipogea dedicata a Sant’Agrippino, primo patrono di Napoli. Le Catacombe di San Gennaro sono state probabilmente create attorno al II d.C. come luogo di sepoltura di una nobile famiglia, per poi diventare un cimitero sotterraneo per la comunità cristiana. Dal IV secolo, l’area è stata ampliata per accogliere le spoglie di Sant’Agrippino e, successivamente, quelle di San Gennaro, patrono della città di Napoli. Questo luogo sacro ha attraversato alterne vicende, dal periodo di abbandono del IX secolo fino all’utilizzo come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale. Oggi, le Catacombe di San Gennaro, insieme a quelle di San Gaudioso e al Cimitero delle fontanelle, rappresentano uno dei siti più affascinanti e significativi del ricco patrimonio artistico e culturale del quartiere Sanità.

Il Figlio Velato di Jago e il rapporto con il quartiere Sanità

Altra tappa molto suggestiva del Miglio Sacro è la visita alla Cappella dei Bianchi, dove si trova l’opera “Il figlio velato” dello scultore Jago.
Ispirandosi al celebre “Cristo Velato” di Giuseppe Sammartino, che celebra il sacrificio di un uomo morto per il bene della collettività, il ciociaro ha voluto fissare nel marmo una storia contemporanea: la morte di migliaia di innocenti che il nostro tempo sacrifica. Nello spirito del Principe Raimondo di Sangro, che aveva affidato a un giovane scultore la realizzazione dell’opera situata a Cappella Sansevero, Jago ha deciso di stupire tutti confrontandosi con uno dei massimi capolavori della scultura mondiale.
Il Figlio Velato di Jago è stato posizionato in una zona del quartiere Sanità che testimonia faide di camorra, ma soprattutto una grande spinta di rinascita. Dialogando volontariamente con il centro antico e Cappella Sansevero, l’opera si pone come una doppia restituzione: il dono di un nuovo simbolo di bellezza a una zona martoriata della città metropolitana di Napoli e, allo stesso tempo, la riapertura dello scrigno che lo contiene, ovvero la Cappella dei Bianchi, gioiello del barocco napoletano già ricca di opere inestimabili di importanti pittori locali.

Riscatto e bellezza. Coraggio e resistenza.
Il quartiere Sanità oggi è dei simboli più belli ed emblematici di quanto i giovani possano fare – in rete e con l’avallo delle istituzioni – per un territorio.

Foto per l’articolo sul quartiere Sanità: Marcello Affuso

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