Sede di tutte le peculiarità della città di Napoli, il Rione Sanità è da sempre un set cinematografico fonte di ispirazione per i migliori registi.
Rione Sanità: un set cinematografico
Già adoperato in epoca greco-romana come luogo di sepoltura, il Rione Sanità è l’incarnazione della più autentica napoletanità. Costruito inizialmente per dare residenza alle famiglie borghesi e alle famiglie nobili più facoltose, il peculiare nome del quartiere, Sanità, è dovuto al fatto che, già nel 1500, rappresentava un rione dall’eccellente qualità dell’aria. Era una delle zone più salubri ed incontaminate di Napoli, sia per la campagna che la circondava che per gli effetti miracolosi che si diceva avessero le catacombe; inoltre, quello che oggi è l’Ospedale di San Gennaro dei Poveri, durante la peste del 1652 fu un lazzaretto per appestati.
L’intera città di Napoli in generale, ma il Rione Sanità in particolare, sono profondamente legati al mondo filmico. Il quartiere, difatti, può essere considerato a pieno titolo un set cinematografico a cielo aperto, viste le numerose location della zona fonte di ispirazione scenografica. Qui sono stati girati importanti pellicole del calibro de L’Oro di Napoli oppure Ieri, oggi, domani con Sophia Loren e Marcello Mastroianni per la regia di Vittorio de Sica.
Ma non solo: è proprio al Rione Sanità (o quartiere Sanità) che nacque il Principe della Risata Totò, e qui vi visse fino ai 24 anni, in via Antesaecula 109.
Ancora oggi, il Rione Sanità presta i propri luoghi più suggestivi e di maggiore impatto artistico al piccolo e grande schermo. Tra i luoghi privilegiati abbiamo sicuramente due palazzi d’eccezione: il Palazzo dello Spagnolo e il Palazzo Sanfelice che hanno visto la realizzazione di numerose scene in serie televisive molto note come Mina Settembre, Il Commissario Ricciardi e I Bastardi di Pizzofalcone, tutte e tre tratte dai romanzi di Maurizio De Giovanni; ancora, si sono realizzate le ambientazioni della versione cinematografica di Questi fantasmi di Eduardo De Filippo del 1967.
Il Palazzo Sanfelice, che si trova a via Sanità 6, è uno dei palazzi maggiormente visitati dai turisti che intendono ripercorrere le strade e i diversi luoghi che è possibile conoscere ed apprezzare dalle fiction sul piccolo schermo. Tra il 1724 e il 1728, l’architetto Ferdinando Sanfelice lavora alla sua progettazione e realizza un’abitazione per la propria famiglia, nel Rione Sanità in un luogo più lontano dall’affollato centro cittadino napoletano.
Oggi il palazzo non gode di un’eccellente conservazione, tuttavia, sappiamo che all’interno erano visibili affreschi di Francesco Solimena e sculture di Giuseppe Sammartino. L’elemento più bello del Palazzo Sanfelice è la grande scalinata, denominata ad ali di falco, con due rampe. Sulle scale, all’ingresso, è possibile osservare la copertura con pietra di lavagna, inserita in onore della moglie dell’architetto originaria di Lavagna in Liguria.
Oltre al Palazzo Sanfelice, al Rione Sanità si erge un altro palazzo molto importante progettato dal medesimo architetto: il Palazzo dello Spagnolo, o più comunemente dello Spagnuolo, è situato in via Vergini 18 ed è una delle strutture più belle di Napoli in pieno stile barocco. Costruito nel 1738 su commissione del marchese Nicola Moscati dagli architetti Ferdinando Sanfelice e Francesco Attanasio, si tratta di un edificio imponente e raffinato, nascosto tra gli altri edifici del Rione Sanità. La sua peculiarità è la sontuosa scalinata a doppia rampa, proprio come nel Palazzo Sanfelice frontale all’ingresso e ampiamente decorata. Questa scala fu pensata, inizialmente, come un luogo di incontro in cui potesse avvenire una vera e propria vita sociale.
In questo palazzo erano molto frequenti le visite del re Carlo III di Borbone che, proprio lì nel palazzo al Rione Sanità, lasciava i propri cavalli per raggiungere la reggia di Capodimonte in sella a dei buoi.
Il Palazzo è così denominato, dello Spagnuolo, in quanto nel 1830 fu acquistato da Tommaso Atienza, un nobile di Spagna, lasciando alla struttura il nome che conosciamo ancora oggi.
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