Vicolo napoletano di Gian Barbato. L’albero d’artista 2024 al Renaissance Naples Hotel Mediterraneo

Vicolo napoletano di Gian Barbato. L’albero d’artista 2024 al Renaissance Naples Hotel Mediterraneo

Vicolo napoletano di Gian Barbato illumina e decora per il Natale 2024 l’intera hall del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo. Il Renaissance punta ancora una volta sull’arte, in particolare sulla genuinità dei messaggi che ogni anno, a partire dal 2013, riesce a veicolare, grazie alle installazioni nella splendida hall dell’Hotel di alberi d’artista, ideate nel tempo da diverse menti creative, da Lello Esposito a Riccardo Dalisi, da Marco Ferrigno ad Ana Soler.

Vicolo napoletano di Gian Barbato. L’albero d’artista 2024

Nell’edizione “Albero d’Artista” 2024 giunge a deliziare gli occhi e a scaldare l’anima l’estro di Gian Barbato, poliedrico architetto e designer napoletano. Si chiama Vicolo napoletano l’albero simbolo del Natale 2024, ed è un inno alla vita, alla resilienza e alla ben nota arte del sopravvivere tutta partenopea, nonostante le avversità, gli eventi e le circostanze non proprio rosee, che puntualmente intervengono a minare la straordinaria bellezza di una città verace, intrisa del suo stesso fascino dialettico.

Vicolo napoletano di Gian Barbato impreziosisce l’intera hall del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo, sposandone ancora una volta la filosofia del brand, ossia “Live Life To Discover” (Vivere la vita per scoprire). Scoprire nuovi occhi, nuove sensazioni, nuova pelle, nuovi mondi, nuove realtà e tradizioni. E Gian Barbato lo fa sviscerando la tradizione partenopea, cogliendone il senso più profondo e genuino, e proiettandola ad un futuro più sostenibile.

Nel suo Vicolo napoletano è impossibile non notare il chiaro riferimento a Paolo Sorrentino: i panieri, o “panari” napoletani, che con il loro blu mare/cielo hanno già infuso magia in una scena dell’acclamatissimo film Parthenope. La medesima si diffonde nel Renaissance Hotel, partendo dalla struttura in metallo dell’abete, per decorare poi l’intera sala, con i panieri blu fluttuanti dal soffitto, tenendo gli osservatori lì presenti col capo reclinato indietro a lasciarsi folgorare dalla bellezza e dall’arte lì fruibile.

Vicolo napoletano è il fulcro dialettico degli opposti, dei contrasti, che meravigliosamente convergono nell’unico sublime obiettivo di incantare il pubblico, mostrandone la realtà. La struttura metallica svetta appunto, decorata da questi “panari”, uno che sale uno che scende, ed è subito richiamo sonoro alle voci che nei vicoli rimbalzano tra i muri del ventre napoletano: “acàla ‘o panaro” “aìza ‘o panaro” (abbassa il paniere, alza il paniere), espressioni tipiche del folclore napoletano, riferite a questo cesto di vimini che, calato dai balconi, deve essere riempito di pane e altro cibo, senza spostarsi in quell’istante da casa. E proprio qui, tradizione e innovazione si sposano, regalando allo spettatore la straordinaria opera d’arte: i panieri non sono più realizzati in vimini, bensì in Ecoplast, ossia con materiale ecosostenibile.

Un’unica opera. Diverse le commistioni: di materiali, temi e stagioni. Da dietro la struttura metallica emerge orgogliosa una chioma inconsueta per la rigida stagione. È una chioma rossa, rigogliosa, tipica della calda stagione. E quale riferimento e senso più vero e attuale! Simboleggiando il clima che cambia, e con esso le tradizioni. Ecco che Vicolo napoletano diviene emblema di una città, e di un popolo, che si adatta alle avversità, che sopravvive alla brutalità, mutando pelle per adeguarsi a qualsivoglia circostanza, dal cambiamento climatico ad un futuro tecno-terrorista, che con i suoi tentacoli cerca di irretire quanto di genuino la tradizione insegna.

Vicolo napoletano non si presenta dunque come tradizionale abete verde natalizio. Vicolo napoletano di Gian Barbato è un’opera collettiva, c’è tutto, esprimendo visivamente il verbo di un’umanità tutta partenopea, intrisa di lotta e speranza e pienamente immersa nei suoi affascinanti contrasti che tanto la denotano, rendendola unica: pieno e vuoto, estate e inverno, alto e basso, bello e grottesco, sacro e profano. Questo è il corpo di Vicolo napoletano. Questa è l’essenza della napoletanità, dell’anima di una città che non chiude gli occhi, ma allarga le braccia, lottando per un futuro più sostenibile, più roseo, più vero. E il motore di questa speranza sta proprio nella sana ribellione, nel “a volte” diverso punto di vista, dove spesso risiede la chiave di ogni bel cambiamento.

Vicolo napoletano di Gian Barbato è inoltre dedicato a Pietro Cavallo, ex Direttore del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo, dipartito prematuramente da quasi un anno, punto di riferimento per l’hôtellerie napoletana.

L’installazione di Vicolo napoletano di Gian Barbato impreziosirà il Renaissance Naples Hotel Mediterraneo fino al 7 gennaio 2025, liberamente aperta alla città.

È possibile ammirare gli splendidi prodotti artistici di Gian Barbato visitando la sua pagina IG #pensieroverde.

Foto: personale

A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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