Le opere del passato, anche se non troppo remoto, possono parlarci ancora di qualcosa che esiste? Guernica di Pablo Picasso ne è la prova. L’opera è strettamente connessa alla guerra civile spagnola, che scoppiò proprio oggi, il 17 luglio, ma si riferisce in particolare al bombardamento sulla città di Guernica del 26 aprile 1937.
In quel periodo la Spagna era agitata da scontri tra repubblicani e monarchici, la guerra finì solo nel 1939 con la vittoria dei secondi. Il governo repubblicano vide in Picasso un rappresentante, al quale commissionò una tela per l’Esposizione Universale di Parigi del 1937, da qui ebbe origine Guernica. L’impegno civile di Picasso aveva avuto momenti alterni ma non era mai stato tanto esplicito. Guernica divenne quindi manifesto universale contro la forza cieca delle guerre che coinvolgono la popolazione. Guernica nacque come murale quindi ha dimensioni tali da coinvolgere lo spettatore fino a infondergli la sensazione di essere una tra le vittime dell’opera. Nonostante ciò, dubito tuttavia che questa capacità sia solo merito della grandezza di Guernica.
17 luglio: La simbologia in Guernica è eclatante e profondissima.
Sulla sinistra una madre con bambino che è a tutti gli effetti una Pietà. Come in Michelangelo, così in Picasso troviamo il braccio cadente di lui. Il toro, dipinto quasi con ossessività, è un soggetto molto presente nelle opere di Picasso (Tauromachia, 1935), che pare rappresenti la forza bruta contrapposta al cavallo che invece è caratterizzato da un’intelligenza addomesticata. Se pensiamo a come Orwell scrisse dei cavalli ne “La fattoria degli animali” possiamo trovare dei collegamenti interessanti, soprattutto in merito alla differenza che lo scrittore fa tra i due cavalli, i caratteri discordi e la capacità di rendersi consapevoli e non di ciò che li circonda. Credo che la rappresentazione in Guernica ne sia la fusione. Dopotutto, animali e uomini condividono lo stesso destino. Non si tratta dell’unica contrapposizione in Guernica, infatti al centro possiamo notare due luci, una emanata da una lampada e una da una candela. Cosa rappresentano? C’è chi dice che la lampada possa assomigliare ad un occhio e quindi essere associato all’occhio di Dio, ma se fosse così, quale sarebbe il significato di quella fiammella? Sono forse di forze che si scontrano, provenienti da fonti diverse, alimentate in modo diverso, ma pur sempre capaci di diffondere una luce che tutto illumina? Sarà che una è un progresso utile e perpetuo che ormai non fa altro che divenire pilastro sempre più fondante del ‘900, ma altrettanto causa della guerra che viene rappresentata in Guernica, e che l’altra invece è un richiamo fioco ma presente al passato e alle abitudini di un tempo…?
Infine il continuo richiamo al classicismo, alla mitologia alla poesia epica fertilizza la scena di cronaca e rende mitica anche l’attualità più scottante. Mi verrebbe in questo caso da introdurre Nietzsche, ma mi fermo qui. Voi cosa ne pensate?
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