Il 24 novembre 1859, il naturalista e filosofo Charles Darwin pubblica il volume L’origine delle specie dopo un viaggio in America meridionale.
Il 24 novembre 1859, il naturalista inglese Charles Darwin pubblicò una ricerca scientifica che cambiò il corso della storia umana: L’origine delle specie ad opera della selezione naturale, ossia il mantenimento delle razze avvantaggiate nella lotta per la vita (The Origin of the Species by Means of Natural Selection, or the Preservation of Favoured Races in the Struggle for Life). Questo contribuito al mondo della scienza fu importantissimo, ma le tesi darwiniane ebbero successo anche in altri ambiti: nella sociologia (la nascita del darwinismo sociale), nella filosofia (la nascita della corrente del positivismo) e nella letteratura (si pensi alla letteratura naturalista francese e a quella verista italiana della seconda metà del XIX secolo).
Il viaggio di Charles Darwin in America meridionale: da una ricerca cartografica ad una sorprendente scoperta naturalistica
Charles Darwin nacque a Shrewsbury nel 1809, figlio di una famiglia benestante. In primis, egli si iscrisse alla facoltà di Medicina all’Università di Edimburgo, per poi interrompere gli studi medici e dedicarsi a quelli naturalistici grazie all’influenza del cugino W. Darwin Fox. Nonostante l’intenzione del padre di iscriverlo al corso di laurea in Teologia all’Università di Cambridge, Darwin studiò Geologia, e iniziò a occuparsi di rilevamenti del terreno gallese. La svolta iniziò nel 1831, con il famoso viaggio della nave H. M. S. Beagle di FitzRoy.
Come affermato da Alessandra La Marca in una voce dell’Enciclopedia Treccani, Darwin partecipò a questa missione cartografica per mappare le coste del Sud America. Si trattò di un lungo viaggio con diverse tappe: la città di Salvador in Brasile, Montevideo in Uruguay, le isole Falkland dell’Argentina, per poi risalire lungo le coste del Cile e far rotta verso le Galapagos; infine, tornare in Inghilterra attraversando la rotta dell’Oceano Pacifico e di quello Indiano, giungendo a Capo di Buona Speranza (nella colonia sudafricana) e poi nella propria madrepatria. Proprio durante questo viaggio egli raccolse le prove per la sua opera, pubblicata, appunto, il 24 novembre 1859.
Lo sbarco alle Galapagos fu piuttosto importante per Darwin: lo studioso ebbe l’occasione di poter studiare le diverse specie di testuggini e fringuelli indigeni. Questi ultimi contribuirono alla sua ricerca, poiché derivano da un unico ceppo che si sarebbe diffuso nell’arcipelago, differenziandosi. In questo modo, durante il viaggio di ritorno, il geologo iniziò a confrontare i dati e a elaborare una tesi circa l’esistenza di specie diverse in quelle isole remote. Prima della pubblicazione della sua ricerca, egli scelse di confrontarsi con i colleghi alla Linnean Society di Londra.
Perché il 24 novembre 1859 rappresenta una dati spartiacque per la storia dell’umanità?
Il 24 novembre del 1859 venne pubblicato il suo studio L’origine delle specie, un testo che suscitò diverse critiche da parte del mondo accademico. Gli scienziati ottocenteschi, infatti, aderivano all’idea della fissità della specie dello svedese Carlo Linneo, ossia l’impossibilità dell’esistenza di cambiamenti nell’aspetto fisico degli organismi viventi.
La voce del Dizionario di Filosofia della Treccani avvicina la tesi darwiniana a quella di Jean-Baptiste de Lamarck. Egli, attraverso l’esempio della giraffa, proponeva l’idea di mutazione tra le specie: secondo la tesi lamarckista, infatti, tutte le giraffe avevano il collo corto e, pur di brucare le foglie migliori in cima agli alberi, cominciarono ad allungarlo. In questo modo la specie riuscì a sopravvivere, e trasmise questa nuova caratteristica alle nuove generazioni. Oltre ai primi citati, si aggiunsero anche gli attacchi dei creazionisti, i quali seguivano il principio biblico della fissità delle specie vegetali e animali: secondo tale teoria, queste ultime erano ritenute uniche e immutabili, proprio in quanto creazione divina.
Darwin: colui che, con il suo studio, anticipò la teoria dell’evoluzione
Nel suo scritto, pubblicato il 24 novembre 1859, Darwin teorizzò l’idea della lotta per la sopravvivenza, certamente influenzato dal Saggio sul principio della popolazione di Thomas Robert Malthus del 1798. A questa lotta partecipano tutte le specie viventi:
«La selezione naturale consiste proprio nel consolidarsi delle specie e degli individui più adatti e più forti, anche sessualmente, a discapito di quelli inferiori: “La conservazione delle differenze e variazioni individuali favorevoli e la distruzione di quelle nocive sono state da me chiamate ‘selezione naturale’ o ‘sopravvivenza del più adatto’” […]. La natura, indagata al di fuori di prospettive fissiste, rivela il progressivo formarsi, estinguersi e variare delle specie e il loro disporsi in una sorta di «albero della vita», al di fuori di una loro iniziale simultanea origine divina.»
(dalla voce Darwin, Charles dell’Enciclopedia della Filosofia)
Solo in seguito lo scienziato e filosofo scrisse un’opera nella quale dimostrava che anche l’umanità si era evoluta da altre forme di vita (in questo caso dalle scimmie). Il volume fu pubblicato nel 1871, con il titolo L’origine dell’uomo e la selezione sessuale.
Le altre opere saggistiche di Darwin antecedenti o successive al 24 novembre 1859
Tra le altre opere pubblicate dall’autore, prima e dopo il 24 novembre 1859, troviamo anche i saggi Zoologia del viaggio della H.M.S. Beagle (1839 -1843), Viaggio di un naturalista intorno al mondo (1839), La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico (1868) e L’espressione delle emozioni negli animali e nell’uomo (1872).
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