L’Afghanistan ha smarrito la libertà

Afghanistan

Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo recita un antico proverbio afghano che, ad ascoltarlo ora, fa venire i brividi sulla pelle.
Gli USA hanno indossato gli orologi per vent’anni in Afghanistan, ma è bastato poco tempo affinché tutto fosse vanificato. A partire dall’annuncio del ritiro delle truppe americane da parte di Biden l’offensiva talebana si è intensificata, fino a raggiungere l’apice con la presa della capitale Kabul.

Cosa ne sarà adesso della popolazione civile che, per vent’anni, è cresciuta con la speranza di vivere una vita libera e lontana dall’oppressione? Cosa ne sarà delle migliaia di donne che in questi anni hanno frequentato scuole e università? Chi spiegherà loro che è stato tutto uno spreco di tempo?

Tutte domande a cui non troviamo risposta.
I talebani hanno promesso di mantenere lo status di libertà conquistato negli ultimi due decenni, porgendo addirittura l’altra guancia a chi, in questi anni, ha collaborato con gli occidentali.

Purtroppo le parole si dissolvono nel vento, e di vento in Afghanistan ne sta soffiando parecchio in queste ore. Vento di disillusione e cambiamento. Un cambiamento all’indietro che segnerà la fine per centinaia di migliaia di persone che speravano in una vita libera. Anzi, una vita normale. Perché è questo il termine da usare.

In molti non ci stanno a questo cambiamento e tentano una disperata fuga, invadendo l’aeroporto di Kabul per aggrapparsi agli ultimi voli in partenza.

Chi resta, invece, si barrica in casa mentre nelle strade i talebani iniziano a sequestrare le armi dei civili.
Per l’Afghanistan non è solo l’inizio di un nuovo regime, ma anche la fine della cultura.

Con un nodo in gola ritorna in mente la foto di quelle tre studentesse universitarie di Kabul che, nel 1972, passeggiano per le strade della capitale con libri e minigonne, segno di emancipazione.

Ora con ogni probabilità le donne saranno costrette a indossare il burqa e ad abbandonare gli studi, finendo così relegate in casa senza possibilità di uscire, se non accompagnate da un mahrams, un guardiano maschio. In queste ore innumerevoli ragazze di Kabul stanno chiudendo i loro profili social e, da Qorbanali Esmaeli, il presidente dell’associazione dei circa 15mila afghani che vivono in Italia, rimbalza una notizia terrificante: le donne e le ragazze sopra i 12 anni sono considerate bottino di guerra.

Per questo motivo si stanno stilando delle liste con i nomi delle ragazze e donne nubili che saranno destinate a una vita che non hanno scelto perché costrette a sposarsi con uomini mai visti prima.

Tutto il mondo seguirà con apprensione ciò che accadrà in Afghanistan nei prossimi giorni, perché la sconfitta della libertà è la sconfitta del mondo intero.

 

 

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A proposito di Salvatore Toscano

Salvatore Toscano nasce ad Aversa nel 2001. Diplomatosi al Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “S. Cantone” intraprende gli studi presso la facoltà di scienze politiche, coltivando sempre la sua passione per la scrittura. All’amore per quest’ultima affianca quello per l’arte e la storia.

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