Ricetta dell’idromele, una bevanda vichinga

ricetta dell'idromele

L’idromele è una bevanda alcolica prodotta dalla fermentazione del miele. Si tratta, probabilmente, del prodotto fermentato più antico del mondo; esistono prove del suo consumo già nell’Antico Egitto. A differenza della birra, per questa preparazione non è necessario alcun tipo di coltivazione, poiché bastano solo acqua e miele. Apprezzato fin dall’antichità, l’idromele ha rappresentato una componente fondamentale di molte civiltà, come quella scandinava vichinga, nella cui mitologia era considerata la bevanda preferita di Odino.

Durante il Medioevo, in Europa, si era soliti regalare ai novelli sposi l’equivalente di una luna, ovvero un mese, di idromele per incoraggiare la fertilità. Da qui deriva la famosa tradizione della luna di miele.

Fasi di preparazione e tempistiche

Il processo per fare l’idromele è lungo ma suddiviso in fasi ben precise. Questa tabella riassume i tempi necessari.

Fase Tempistica approssimativa
Preparazione del mosto 1-2 ore
Fermentazione primaria Dalle 2 alle 6 settimane
Imbottigliamento e maturazione Minimo 6 mesi (consigliato 1 anno)

Ingredienti e attrezzatura per la ricetta dell’idromele

Ingredienti

  • 3,5 litri d’acqua in bottiglia (a basso residuo fisso);
  • 1,3 kg di miele di buona qualità;
  • Una bustina di lievito per vino o idromele (es. Lalvin EC-1118 o K1-V1116);
  • (Opzionale ma consigliato) Nutrienti per lievito.

Attrezzatura necessaria

  • Una damigiana da 5 litri;
  • Un sifone per travasi;
  • Un gorgogliatore (airlock) con relativo tappo forato;
  • Bottiglie di vetro con chiusura ermetica;
  • Una pentola capiente (almeno 5 litri);
  • Un imbuto e un mestolo lungo;
  • Prodotto sanificante per attrezzatura (es. metabisolfito di potassio).

Procedimento passo-passo

Seguire attentamente questi passaggi è la chiave per una ricetta dell’idromele di successo.

  1. Sanificazione: questo è il passaggio più importante. Sanificare scrupolosamente ogni singolo strumento che entrerà in contatto con il mosto (damigiana, mestolo, imbuto, etc.) seguendo le istruzioni del prodotto sanificante scelto. Questo previene contaminazioni che rovinerebbero l’idromele.
  2. Preparazione del mosto: versare l’acqua nella pentola e scaldarla a fiamma media. Aggiungere il miele e mescolare costantemente fino a completo scioglimento. È fondamentale non portare il composto a ebollizione per non perdere i preziosi aromi del miele. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare fino a temperatura ambiente (sotto i 25-30°C).
  3. Idratazione e inoculo del lievito: mentre il mosto si raffredda, idratare il lievito secco in un po’ di acqua tiepida (circa 30°C) con un cucchiaino di miele per circa 15-20 minuti. Quando il mosto è a temperatura, versare il lievito attivato e mescolare delicatamente. Se si usano, aggiungere qui anche i nutrienti.
  4. Inizio fermentazione: con l’aiuto dell’imbuto, trasferire il mosto nella damigiana sanificata, lasciando circa 10 cm di spazio libero in cima. Tappare la damigiana con il tappo forato e inserire il gorgogliatore, riempito a metà con acqua o soluzione sanificante.
  5. Attesa e controllo: posizionare la damigiana in un luogo buio, fresco e asciutto, con una temperatura costante (idealmente tra 18°C e 22°C). Entro 24-48 ore si dovrebbero vedere le prime bolle nel gorgogliatore: la fermentazione è iniziata. Lasciare fermentare per circa sei settimane, o finché l’attività del gorgogliatore non rallenta drasticamente (es. una bolla ogni 2-3 minuti). Sul fondo si formerà un sedimento di lievito esausto (la feccia).
  6. Imbottigliamento: a fermentazione conclusa, trasferire l’idromele nelle bottiglie sanificate usando il sifone. È molto importante posizionare il tubo del sifone sopra lo strato di sedimento per imbottigliare un prodotto il più limpido possibile.
  7. Maturazione: chiudere ermeticamente le bottiglie e conservarle in un luogo buio e fresco per almeno sei mesi. L’ideale sarebbe attendere un anno. Questo periodo di invecchiamento è fondamentale per far maturare i sapori e ottenere un idromele armonioso e piacevole da gustare.

Consigli per un idromele perfetto

  • La scelta del miele: la qualità e il tipo di miele determinano il sapore finale. Un miele delicato come l’acacia darà un idromele più neutro, mentre un miele di castagno o di bosco conferirà note più intense e complesse. Sperimentare è parte del divertimento.
  • La salute del lievito: il lievito è il motore della fermentazione. Usare un ceppo specifico per vino o idromele, come quelli prodotti da Lallemand Brewing, e aggiungere nutrienti garantisce una fermentazione sana e completa, riducendo il rischio di sapori sgradevoli.
  • La pazienza è la virtù del produttore: non avere fretta. Rispettare i tempi di fermentazione e, soprattutto, di maturazione trasformerà una bevanda giovane e alcolica in un prodotto complesso e ricco di sfumature.

Altre informazioni e curiosità sull’idromele

Che gradazione alcolica ha l’idromele?

La gradazione alcolica dell’idromele può variare molto in base alla quantità di miele e al tipo di lievito utilizzati. Generalmente, si attesta tra l’8% e il 16% vol., posizionandosi in una fascia simile a quella di un vino robusto.

Quanto tempo ci vuole per fare l’idromele?

Il processo completo richiede pazienza. La fermentazione primaria dura dalle 2 alle 6 settimane. Tuttavia, il periodo fondamentale è la maturazione in bottiglia, che dovrebbe durare almeno 6 mesi, ma i risultati migliori si ottengono dopo 1 o 2 anni di invecchiamento.

Quale miele usare per l’idromele?

Si può usare qualsiasi tipo di miele, e questo influenzerà direttamente il sapore finale. Per iniziare, un miele millefiori o di acacia è un’ottima scelta perché ha un gusto equilibrato. Mieli più caratterizzanti come castagno, eucalipto o agrumi daranno un carattere più specifico alla bevanda. La cosa importante è che sia miele di qualità, come certificato da enti quali il CREA in Italia.

Perché l’idromele non fermenta?

Le cause più comuni per una fermentazione bloccata o mai avviata sono: una temperatura del mosto troppo alta o troppo bassa (che uccide o addormenta il lievito), un lievito non più vitale (scaduto o conservato male), o una scarsa sanificazione che ha permesso a batteri di prendere il sopravvento.

Questa è la ricetta dell’idromele classica, ma le variazioni sono infinite. È possibile aggiungere frutta (melomel) o spezie (metheglin) per personalizzare ancora di più questa bevanda che, in passato, si credeva fosse la preferita degli dei.

Articolo aggiornato il: 04/09/2025

Fonte immagine in evidenza: Freepik 

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