Taralli pasquali, il dolce del riciclo

Taralli pasquali, storia e ricetta

La tradizione pasquale napoletana prevede che, una volta terminata la preparazione della pastiera, che di solito viene realizzata il giovedì santo, dai resti della pasta frolla ricavata dal guscio del dolce napoletano si ottengano i meno noti taralli dolci pasquali.

La realizzazione di questo dolce, pertanto, rientra nell’idea di recupero di ogni possibile ingrediente in cucina, rispettando a tutti gli effetti il primo comandamento di ogni tavola di legge della nonna napoletana: “in cucina non si butta via niente!”. Il tarallo, prodotto nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Calabria, è stato inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF). Questo prodotto da forno porta un nome dall’origine ancora sconosciuta: alcuni sostengono che la parola “tarallo” derivi dal verbo latino torrere (“abbrustolire”) o dal francese toral (“essiccatoio”), che rimanderebbero alla tostatura che lo rende croccante. Pensando alla sua forma rotonda, altri ne riconducono l’origine all’italico tar (“avvolgere”) o al francese antico danal (ovvero pain rond, “pane rotondo”); anche se molti ritengono che il nome derivi dal greco daratos che indicherebbe “sorta di pane.

Ed è forse quest’ultima etimologia che facilmente riconduce alla preparazione di questo dolce nato dal riciclo, preparato soprattutto nell’entroterra campano: infatti durante la liturgia del Giovedì Santo, in coena Domini, viene ricordata l’ultima cena di Gesù che, spezzando il pane e dividendolo fra gli apostoli, istituisce il sacramento dell’Eucarestia in un clima di condivisione, non solo dell’ultimo momento di convivialità con i suoi discepoli, ma soprattutto di un nuovo comandamento (un nuovo mandatum novum), quello dell’amore fraterno, che nello stare insieme e nella divisione di un cibo così semplice trova la sua massima espressione.

I taralli dolci napoletani: tradizione del riciclo 

Secondo la tradizione campana, la forma dei taralli spolverizzati di zucchero e in pasta frolla è rotonda e le loro dimensioni molto grandi: questa sorta di “biscottoni” si possono inzuppare nel latte durante l’ultimo giorno di digiuno e astinenza il Venerdì Santo poiché, data la loro semplicità, sono adatti al menù frugale del giorno, o la mattina della domenica di Pasqua per non esagerare prima dei bagordi del pranzo. Dunque, se avete terminato con successo la preparazione delle pastiere, e avete messo da parte striscioline, scarti, briciole e resti di pasta frolla, non vi resta che dedicarvi a questi semplicissimi taralli di Pasqua, con il consiglio di mangiarli insieme ad un po’ di cioccolato delle uova che, sciolto o sovrapposto alla superficie dei taralli già zuccherati, vi farà tornare bambini. Quando sul fondo della scatola di latta un po’ ammaccata, nella credenza della nonna, si trovavano sempre resti di biscotti e qualche briciola smangiucchiata di cioccolato.

La ricetta dei taralli di Pasqua

Ingredienti:

pasta frolla della pastiera:

300 gr. di farina

150 gr. di sugna

la buccia grattugiata di un limone

150 gr. di zucchero

2 uova

zucchero semolato o di canna

Preparazione dei taralli dolci di Pasqua:

Con i resti della pasta frolla della pastiera formate un panetto sodo e molto compatto aiutandovi anche con l’aggiunta di poca acqua per ammorbidire l’impasto. Formate dei taralli da alcuni vermicelli di pasta e cospargeteli di zucchero semolato prima di infornarli a 160° per 15 minuti circa. Da questa ricetta si ricava anche la ricetta dei taralli con la cartella lievitante, anche questi preparati nei giorni che precedono la Pasqua, ma che richiedono una preparazione specifica a causa dell’aggiunta di latte, non previsto nella preparazione della pasta frolla della pastiera.

Ingredienti:

1 kg di farina 00

500 gr. di zucchero semolato

250 gr. di sugna

2 uova

5 tuorli

1 cartella per taralli (30 gr. di cremor tartaro e 20 gr. di bicarbonato)

50 gr. di latte

buccia grattugiata di un limone

2 baccelli di vaniglia

Preparazione:

Sciogliete la cartella nel latte tiepido e aggiungetela alla farina unita allo zucchero, la sugna, le uova, la buccia del limone e la vaniglia. Formate un panetto di pasta dal quale ricavate una serie di taralli di circa 10 cm di diametro. Dopo averli cosparsi di zucchero, infornate i taralli per 160o fino alla doratura, per circa 15 minuti.

Buon appetito e Buona Pasqua!

Eleonora Vitale

 


Dolci pasquali napoletani, alcuni ricettari

[amazon_link asins=’8854193356,8817060526,8854188484,B07DDXCRQG,8854188492,8844048175′ template=’ProductCarousel’ store=’eroifenu-21′ marketplace=’IT’ link_id=’c9f28d12-6c80-11e8-9b85-5546bdd3dd8c’]

A proposito di Eleonora Vitale

Nata a Napoli il 29 luglio 1988, conduce studi classici fino alla laurea in Filologia, Letterature e Civiltà del Mondo Antico. Da sempre impegnata nella formazione di bambini e ragazzi, adora la carta riciclata e le foto vintage, ama viaggiare, scrivere racconti, preparare dolci, dipingere e leggere, soprattutto testi della letteratura classica e mediorientale.

Vedi tutti gli articoli di Eleonora Vitale

Commenta